Connect with us

Attualità

La (non) legge del Mossad

Noi, al sicuro, cantiamo “Rossa Palestina” o sventoliamo bandiere di Israele. Ma non è una partita allo stadio. La gente muore. Per colpa di tutti, nessuno escluso.

Published

on

Credit foto https://www.startmag.it/mondo/hamas-servizi-israele/

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Decine di morti e migliaia di feriti in Libano e Siria. Questo il bilancio di una operazione del Mossad. L’”Istituto”. Il servizio segreto di Israele.

Scopo dell’operazione era colpire la catena di comando di Hezbollah in vista di una probabile operazione di terra israeliana in Libano. Sono esplosi i cercapersone e le radio usate per comunicare.

Apparecchi nuovi, comprati da pochi mesi. Evidentemente il Mossad è riuscito ad intercettare, sembra tramite una società di comodo in Ungheria, le spedizioni e piazzare esplosivi.

Il Mossad ha una fama tragicamente leggendaria. Fondato nel 1949 dipende direttamente dal primo ministro. Le sue funzioni, obiettivi e missioni non sono definiti dalla legge. Non è soggetto alle leggi costituzionali di Israele.

Il Mossad esegue le direttive del Primo Ministro e ha come scopo la difesa di Israele. A qualsiasi costo. Se non è soggetto alle leggi di Israele figuriamoci al diritto internazionale. Questo è da tenere presente.

Ci si chiede come possa il Mossad non aver previsto l’attacco del 7 ottobre 2023. Il processo di intelligence ha due fasi quella di raccolta e quella di valutazione. Il Mossad aveva elementi per prevedere l’attacco ma riteneva che Hamas non avrebbe sferrato un simile attacco considerata la sicura e violentissima reazione di Israele.

In effetti quale vantaggio ha avuto il popolo Palestinese dall’attacco del 7 ottobre? Solo morte e distruzione. Come nessun vantaggio avrà Israele dalla sanguinaria risposta.

Molte le missioni compiute dal Mossad. La cattura di Adolf Eichmann; l’uccisione di Herberts Cukurs “il macellaio di Riga”; “l’operazione Damocle” contro il programma missilistico egiziano; l’operazione “Ira di Dio” contro i responsabili del massacro di Monaco di Baviera nel 1972. Centinaia di “omicidi mirati” con lo scopo di eliminare “terroristi islamici”. La controversa vicenda di Argo 16 in Italia.

Il Mossad ha operato e opera praticamente in tutto il Mondo. Senza tener conto della sovranità nazionale.

In Israele la difesa nazionale è la priorità. La difesa di un popolo è la priorità. Concezione figlia  dell’Olocausto.

Lo sterminio degli ebrei ovviamente non giustifica ciò che sta succedendo ora a Gaza, in Palestina e in Libano.

Ha senso però indignarci solo ora? Israele ha sempre agito così. Seguendo le proprie leggi. E la comunità internazionale che ha fatto in tanti anni?

Risoluzioni dell’Onu, richiami al diritto internazionale e poco altro.

Esistono due popoli che devono convivere pacificamente e senza intervento esterno ciò non sarà mai possibile. Inutile guardare al passato cercando motivazioni per giustificare le violenze dell’una o dell’altra parte.

Molti Paesi hanno usato e usano cinicamente il Popolo palestinese fornendo armi per una guerra che non potranno mai vincere. Altri Paesi sostengono Israele, anche nei suoi abusi, per garantire i propri interessi nell’area.

Ad ogni attacco palestinese corrisponde una violenta risposta israeliana e viceversa. Così da decenni. Con migliaia di vittime. Una catena di sangue che deve essere spezzata.

Non a parole però. Quante Nazioni sono disposte ad inviare uomini e mezzi per una missione di Pace a Gaza? Quante Nazioni sono disposte a fare pressioni su Israele e Hamas? Quante Nazioni sono disposte a garantire, anche con le armi, la sicurezza del Popolo palestinese e ad impedire attacchi ad Israele dai paesi confinanti?

Indignazione e richiami al diritto internazionale non bastano più. Nemmeno il sostegno acritico. Anzi è complicità sostenere gli atti violenti di una delle due parti di un conflitto che nessuno potrà mai vincere.

In Israele resiste la convinzione che solo con le armi si può garantire la sopravvivenza dello Stato ebraico. Stessa convinzione del Popolo palestinese.

Invece è tempo di Pace in quelle terre martoriate. Pace non verrà mai senza intervento internazionale. Si andrà oltre le parole?

Noi, al sicuro, cantiamo “Rossa Palestina” o sventoliamo bandiere di Israele. Ma non è una partita allo stadio. La gente muore. Per colpa di tutti, nessuno escluso.

RIPRODUZIONE RISERVATA ©