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La Necessità di un Nuovo Movimento di Libera Espressione in Italia: Riflessioni sul Ddl 1660

Il Free Speech Movement ci insegna che la resistenza è possibile e necessaria

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Credit foto https://www.osservatoriodiritti.it/2018/12/20/liberta-di-stampa-italia-mondo-classifica/

Di Maddalena Celano

Ieri, la Camera dei Deputati ha approvato il Ddl 1660, un provvedimento che segna una drammatica svolta nella politica italiana, istituendo di fatto uno stato di polizia. Le misure contenute nel disegno di legge sono, a dir poco, allarmanti: il blocco stradale e gli scioperi diventano reati con pene fino a due anni, le proteste in carcere possono portare a condanne fino a venti anni, e la “propaganda” delle lotte è considerata terrorismo della parola, punibile fino a sei anni di carcere. Queste norme non solo limitano gravemente i diritti civili, ma minano le fondamenta stesse della democrazia.

In un contesto in cui il silenzio delle opposizioni parlamentari è assordante, diventa imperativo riflettere sulla necessità di un movimento simile al Free Speech Movement degli anni ’60 negli Stati Uniti. Quel movimento nacque in un periodo di crescente repressione e disuguaglianza, quando i giovani e i cittadini iniziarono a rivendicare il diritto di esprimere le proprie opinioni e di protestare contro le ingiustizie. Oggi, l’Italia si trova di fronte a una situazione analoga, in cui la libertà di espressione e il diritto di protesta sono in grave pericolo.

Le recenti misure legislative, che includono pene severe anche per la semplice solidarietà con chi occupa una casa sfitta, evidenziano una tendenza inquietante: la criminalizzazione della dissidenza. La creazione di reati come la “resistenza passiva” e l’inasprimento delle pene per chi protesta contro le grandi opere rappresentano un attacco diretto ai diritti fondamentali dei cittadini. La possibilità di detenzione immediata per madri incinte o per chi è in difficoltà, unita alla limitazione dell’uso di dispositivi di comunicazione per gli immigrati senza permesso di soggiorno, sono segnali inquietanti di un sistema che si prepara a reprimere ogni forma di opposizione.

Il fatto che le forze politiche tradizionali, come il PD e i 5 Stelle, abbiano appoggiato misure che aumentano il personale di polizia e le guardie penitenziarie, dimostra come, al di là delle dichiarazioni di intenti, ci sia una convergenza verso l’inasprimento delle politiche repressive. Questo non è solo un problema di governance, ma un attacco diretto alla democrazia e alla libertà individuale.

In questo contesto, è fondamentale che i cittadini si uniscano per creare un nuovo movimento di libera espressione, capace di: 

1. Mobilitare le masse contro le leggi oppressive.

2. Promuovere l’educazione sui diritti civili e le libertà fondamentali.

3. Sostenere la solidarietà tra i diversi gruppi sociali e le diverse lotte.

Il Free Speech Movement ci insegna che la resistenza è possibile e necessaria. È tempo di alzare la voce, di organizzarsi e di lottare per un’Italia in cui la libertà di espressione sia garantita e in cui ogni cittadino possa sentirsi libero di esprimere le proprie opinioni senza paura di ritorsioni. La storia ci ha dimostrato che i cambiamenti avvengono solo quando le persone si uniscono e si oppongono all’ingiustizia. Ora più che mai, l’Italia ha bisogno di un movimento che difenda i diritti di tutti e costruisca un futuro in cui la libertà di parola sia un diritto inalienabile.