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Ai cittadini bastano le briciole

La stagione della commedia all’italiana è terminata da almeno cinquant’anni ma il Governo ne tiene saldamente viva la memoria. Il problema nasce nel momento in cui al posto di Alberto Sordi ci si rende conto di trovarsi a ridere davanti a soluzioni ministeriali. A quel punto resta solo da dire: “Tutti a Casa!”.

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di Alessandro Andrea Argeri

La stagione della commedia all’italiana è terminata da almeno cinquant’anni ma il Governo ne tiene saldamente viva la memoria. Il problema nasce nel momento in cui al posto di Alberto Sordi ci si rende conto di trovarsi a ridere davanti a soluzioni ministeriali. A quel punto resta solo da dire: “Tutti a Casa!”.

Ebbene, ecco quanto accade da mesi con il tanto ricercato quanto poco nominato bonus trasporti: il Governo Draghi l’aveva annunciato a gennaio 2022 per aiutare le famiglie a fronteggiare il carovita, così è stato varato in tutta fretta il 17 aprile quando ormai gli studenti pendolari, cioè la maggior parte dei beneficiari, avevano quasi terminato l’anno scolastico. Siccome il decreto aveva comunque dato i suoi frutti, nonostante tutti i tentativi per sopprimerne gli effetti, tra cui la restrizione delle fasce Isee per ridurre il numero dei beneficiari, il nuovo Esecutivo guidato da Giorgia Meloni aveva deciso di prorogarlo per tutto il 2023, finché non sono esauriti i fondi.

Da due mesi i beneficiari, cioè chi ha un Isee inferiore a 20mila euro, anche detti “i poveri questi sconosciuti”, devono accalcarsi ogni primo del mese sulla piattaforma online predisposta dal ministero del lavoro per cercare di accaparrarsi “gli eventuali fondi residui, generati dal mancato utilizzo di bonus”. In entrambi i “click day” le richieste sono state migliaia, di conseguenza i soldi sono finiti nel giro di un’ora. I fortunati hanno potuto coprire, la maggior parte delle volte, appena una parte dell’abbonamento mensile necessario per frequentare la scuola o per andare a lavorare perché, vero colpo da maestro, la misura doveva calmierare i prezzi degli abbonamenti, invece è riuscita a incrementarli in quanto è aumentata la richiesta a fronte della mancanza di un vero calmieramento.

Per il momento non è dato sapere quale sarà il futuro del bonus trasporti. Dalla politica non arrivano dichiarazioni né qualcuno ha pensato di denunciare pubblicamente, o almeno di fingere di indignarsi di fronte a una simile gestione, d’altronde le opposizioni vivono nelle Ztl. Secondo alcune indiscrezioni, si vorrebbe rifinanziare il bonus per il 2024. Tuttavia con una riforma di bilancio già varata in deficit le possibilità sono troppo poche. Intanto il primo novembre ci sarà il terzo “click day” per “raschiare il fondo del barile”. In fondo ai cittadini bastano le briciole, anche perché col carovita solo quelle ormai rimangono. Insomma, “in democrazia i governanti non dovrebbero mai abbassarsi al livello del popolo”, scrivevano gli illuministi. Per questo i nostri illuminati sono scesi molto più in basso.

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).