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ALFREDO COSPITO, LE FALLE NEL 41 BIS
Un pasticcio. Sgradevole. La vicenda di Alfedo Cospito sottoposto al regime carcerario del 41 bis è un pasticcio sgradevole. Che evidenzia in primis i limiti della nostra classe politica.
Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Un pasticcio. Sgradevole. La vicenda di Alfedo Cospito sottoposto al regime carcerario del 41 bis è un pasticcio sgradevole. Che evidenzia in primis i limiti della nostra classe politica.
Chi è Alfredo Cospito? Leader della Federazione Anarchica Informale, condannato per aver gambizzato nel 2012 Roberto Adinolfi amministratore delegato di Ansaldo Nucleare. Nel 2006 aveva collocato due ordigni a basso potenziale presso la scuola allievi carabinieri di Fossano. Gli ordigni erano esplosi di notte, senza provocare morti o feriti. Per questo attentato inizialmente Cospito era stato condannato ex art 422 c.p ma nel luglio 2022 la Corte di Cassazione ha stabilito che l’attentato di Fossano rientra nella fattispecie prevista e punita dall’art 285 c.p. Attentato alla sicurezza dello Stato, pena prevista l’ergastolo. Ai condannati all’ergastolo ex art 285 c.p si applica quanto disposto dall’art. 4 bis Ordinamento Penitenziario. Niente benefici penitenziari se non collaborano. Il cosiddetto ergastolo ostativo. L’art. 285 non è stato applicato in nessuna delle tante stragi italiane.
Nel maggio 2022 Cospito viene sottoposto al 41 bis. Il carcere duro, niente contatti con l’esterno. Il 41 bis viene applicato a Cospito per impedirgli di avere contatti scritti con i militanti anarchici. Il 41 bis nasce con lo scopo di impedire ai vertici malavitosi di dirigere le attività dal carcere. Possiamo dire che è stato un grave errore applicare il 41 bis ad Alfredo Cospito.
Cospito ha iniziato uno sciopero della fame per protestare. Chiede l’abolizione del 41 bis. Volevano impedire a Cospito di essere un leader, lo hanno reso un martire. Cospito ha avuto il sostegno di una parte dell’opinione pubblica. I suoi scritti hanno avuto maggiore diffusione a causa della maggiore attenzione mediatica. Ha ricevuto la visita di alcuni parlamentari del Partito Democratico, vicenda che ha creato un duro scontro tra PD e Fratelli d’Italia. Prima del 41 bis pochi sapevano chi era Cospito . Il movimento anarchico non ha organizzazione marcatamente verticistica, non può essere facilmente decapitata.
Soprattutto sono aumentati gli attentati anarchici contro obiettivi italiani in Europa. Con il rischio di creare un asse tra movimenti eversivi e malavita organizzata, considerato che hanno un “nemico” comune: il 41 bis. Un pericoloso asse.
Cosa farà ora lo Stato con Cospito? Lo lascerà morire? Verrà sospeso il 41 bis per Cospito? Ci sarà un compromesso?
Il 41 bis e l’ergastolo ostativo nascono nel 1992 come armi nella guerra che lo Stato stava combattendo contro la mafia. Lo Stato era stato attaccato ed era necessaria una legislazione di emergenza. Ora la politica deve decidere, siamo ancora in una situazione di emergenza? Il 41 bis ha dimostrato la sua efficacia nel troncare i legami tra boss detenuti e il territorio. Il principio è valido, bisogna però cambiare meccanismo di attuazione. Servono misure per impedire di esercitare il controllo dal carcere ma devono avere collocazione legislativa stabile totalmente compatibile con la nostra Costituzione e con il principio del rispetto della dignità del detenuto. La decisione di applicare dette misure non deve essere affidata ad una figura politica ( Ministro della Giustizia) ma alla magistratura in composizione collegiale.
Sull’ergastolo ostativo la Corte Costituzionale ha già indicato profili di incostituzionalità. Parzialmente superati da recenti provvedimenti legislativi. Restano comunque dubbi, visto che l’ergastolo ostativo si basa su una presunzione assoluta di pericolosità che contrasta con quanto stabilito dalla Costituzione.
Una decisione politica sbagliata ha portato a pericolose conseguenze. La malavita organizzata ha cambiato modalità operativa. Niente stragi o delitti eclatanti. Ora preferisce una massiccia penetrazione nell’economia e nella cosiddetta “borghesia”. Deve far riflettere la rete di sostegno di cui godeva Messina Denaro. Dobbiamo chiederci se ora abbiamo strumenti adatti per contrastare la “borghesia malavitosa”. Il soggetto in giacca e cravatta che maneggia il denaro malavitoso o che crea le condizioni per l’espansione della malavita, ha la stessa pericolosità del killer armato di pistola.
La politica deve trovare senso di responsabilità. Non è tollerabile l’uso di documenti riservati per attaccare gli avversari. Era opportuna la visita a Cospito da parte di parlamentari del Partito Democratico? Certamente era legittima. Sincerarsi della salute di un detenuto è giusto, evitando accuratamente di farsi strumentalizzare.
Una sfida importante attende tutte le forze politiche: garantire legalità e la sicurezza dello Stato nel pieno rispetto della nostra Costituzione. La nostra recente storia ha visto leggi di emergenza (la legge Reale, il 41 bis, il carcere ostativo) che hanno suscitato dubbi di incostituzionalità. Dobbiamo diventare una democrazia matura anche in tema di legislazione penale e ordinamento carcerario.
La strada è tracciata nelle parole di Nilde Iotti “Questa Repubblica si può salvare. Ma per questo deve diventare la Repubblica della Costituzione”.
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