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ROMA TERMINI, COLTELLATE E BRUTTE FIGURE
Il 31 dicembre scorso la turista israeliana Abigali Dresner è stata accoltellata all’interno della stazione Termini a Roma. Autore del greve gesto il senzatetto polacco Aleksander Mateusz Chomiak, arrestato dopo pochi giorni a Milano.
Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Il 31 dicembre scorso la turista israeliana Abigali Dresner è stata accoltellata all’interno della stazione Termini a Roma. Autore del greve gesto il senzatetto polacco Aleksander Mateusz Chomiak, arrestato dopo pochi giorni a Milano.
Un fatto di cronaca che ha avuto ampio risalto. Principalmente perché la vittima è israeliana. L’ambasciata israeliana a Roma ha seguito con estrema attenzione il caso. Israele è da sempre estremamente attento alla sicurezza dei propri cittadini.
Le nostre autorità di pubblica sicurezza hanno cercato di “rassicurare” le autorità israeliane. Nessun atto di terrorismo o di odio religioso. “Il gesto di un folle” o “la vendetta di un mendicante a cui è stata rifiutata l’elemosina”. Il Prefetto di Roma ha assicurato che saranno aumentati i controlli tra le 21 e le 24, “la fascia oraria più pericolosa”.
In realtà non c’è nulla di rassicurante in queste affermazioni. In una della più importanti stazioni ferroviarie d’Europa, un “folle” o un “mendicante” può tranquillamente girare armato di coltello, colpire e fuggire tranquillamente. Inoltre, se la Prefettura di Roma era a conoscenza delle criticità legate alla sicurezza nella stazione Termini, perché non sono stati presi prima i necessari provvedimenti?
Praticamente ogni giorno avvengono episodi violenti all’interno della stazione Termini e nelle zone adiacenti. Risse, furti, aggressioni. Praticamente alla luce del sole. Bel biglietto da visita per la Capitale d’Italia. Situazioni simili sono presenti in molte città italiane.
Negli anni governi di ogni colore politico si sono alternati in Italia. Sindaci di ogni colore politico hanno amministrato Roma. La situazione legata alla sicurezza non è cambiata. Ora abbiamo un governo di destra, cambierà qualcosa?
Difficilmente, Perché la sicurezza costa, molto. Un controllo capillare richiede uomini e mezzi in quantità. Inoltre è necessario occuparsi di tutte le persone emarginate che popolano la stazione Termini e le stazioni italiane. Bisogna toglierle dalla strada e dare loro dignità. I soggetti pericolosi vanno invece assicurati alla giustizia.
Personale delle Forze dell’Ordine, una rete di assistenza sociale efficiente, strutture carcerarie sufficienti per quantità e qualità, richiedono ingenti stanziamenti. Che nessun governo ha mai voluto o potuto concedere realmente.
Viene così tollerata l’emarginazione e la violenza. Nei casi più eclatanti, vengono presi provvedimenti momentanei. Nella consapevolezza che inviare dieci poliziotti in più a Termini significa sguarnire altri presidi della Forze dell’Ordine.
Provvedimenti di facciata e slogan. In questo modo viene governato il nostro paese. Da troppi anni. Manca visione politica e sociale. Manca coraggio.
Facciamo la guerra alle navi delle ONG e poi accettiamo il far west nelle nostre città, nelle nostre stazioni. La legalità non può essere usata come bandierina politica da usare a convenienza. Abbiamo bisogno di dignità. Dignità per tutti i cittadini e per le Istituzioni. Dignità per le nostre città, stupende ma colpite ogni giorno dal degrado e dalla violenza. Non rassegnazione ma dignità
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