20 Ottobre 2025
La scelta di Fabio Cagnazzo
Giudicare sui fatti e con il rispetto per la storia personale di chi viene accusato, è un dovere che non possiamo dimenticare.

Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Lo scorso 17 ottobre si è tenuta, davanti al GUP (Giudice dell’Udienza Preliminare) del Tribunale di Salerno, una nuova udienza del procedimento che dovrà valutare il rinvio a giudizio degli imputati per l’omicidio del sindaco Angelo Vassallo. Il GUP ha respinto la richiesta della Fondazione Angelo Vassallo di costituirsi parte civile. Prossima udienza il 14 novembre.
Tra gli imputati figura anche il colonnello dei Carabinieri Fabio Cagnazzo. Proprio per lui era prevista, sempre il 17 ottobre nei pressi del Tribunale di Salerno, una manifestazione di sostegno a cui avevano aderito oltre 250 persone. Non si trattava di un’iniziativa polemica o chiassosa, ma di un raduno di persone perbene a supporto di un’altra persona perbene.
Tuttavia, dopo la tragica morte dei tre carabinieri a Castell d’Azzano, il colonnello Cagnazzo ha chiesto di rinviare la manifestazione. Ha agito così perché, prima e più di tutto, è un carabiniere. La morte dei tre colleghi rappresenta un lutto di famiglia che lacera quella “pelle” su cui sono cuciti gli alamari.
No, attenzione: questa non è retorica per ottenere “mi piace” e facili lacrime. Bisogna conoscere l’Arma per comprendere a fondo l’etica e lo spirito di sacrificio che, nel corso dei secoli, hanno creato una vera e propria leggenda.
Una leggenda fatta di quotidiani eroismi, spesso silenziosi e talvolta dimenticati. Un’istituzione fondata sul servire la popolazione e la Legge, nonostante la stanchezza e le delusioni. Un carabiniere indossa una divisa che, in ogni istante, gli ricorda la splendida ma gravosa eredità di continuare la strada tracciata da coloro che lo hanno preceduto.
Il Sancta Sanctorum dell’Arma racchiude le gesta di migliaia di carabinieri. Tra questi, ricordiamo il contributo della Campania con figure che hanno scritto pagine leggendarie della storia dell’Arma, come il generale Gennaro Niglio e il carabiniere Salvatore Nuvoletta. E non possiamo non menzionare la famiglia Cagnazzo, con il padre il generale Domenico e i figli Salvatore, Massimo e Fabio. Dalla Campania emerge anche, tra eroismo e santità, il simbolo iconografico dei valori dell’Arma: Salvo D’Acquisto.
Fabio Cagnazzo ha sempre percepito il peso e l’importanza di questa eredità, sacrificando spesso molto, a volte tutto, per tenere fede al giuramento. Sono centinaia gli arresti costatigli una lunga serie di giornate senza fine.
E’ naturale, quindi, lo sdegno del colonnello Cagnazzo davanti ad accuse tanto gravi quanto lacunose https://www.quotidianodelsud.it/laltravoce-dellitalia/cronache/giudiziaria/2025/05/10/vassallo-unindagine-flop-tra-buchi-e-contraddizioni. Per compiere le azioni che gli vengono contestate, Fabio Cagnazzo avrebbe dovuto tradire l’Arma, la sua famiglia, sua figlia, sé stesso e suo padre. Tradire l’Arma per lui equivarrebbe a compiere un parricidio. Un’ipotesi sacrilega e inaccettabile. Ora è possibile comprendere il suo, e non solo il suo, sdegno.
Certo, in tribunale queste considerazioni hanno un peso limitato. Servono fatti. E di considerazioni basate sui fatti ne abbiamo già fatte https://ilsud-est.it/attualita/inchiesta/2025/02/10/fabio-cagnazzo-quei-ventitre-minuti-di-troppo/, https://ilsud-est.it/attualita/cronaca/2025/04/14/il-colonnello-le-tarantelle-e-il-dovere-di-farsi-pappice/, https://ilsud-est.it/attualita/inchiesta/2025/03/31/lomicidio-di-angelo-vassallo-la-scena-del-crimine/, https://ilsud-est.it/attualita/cronaca/2025/03/10/fabio-cagnazzo-i-primi-atti-di-polizia-giudiziaria-nellomicidio-vassallo/ . Prossimamente ne faremo di più articolate e analitiche. Ad esempio sulle piste alternative e sull’autunno del 2019 con l’atmosfera da Idi di Marzo.
Detto ciò, in un procedimento che si regge sulla credibilità di chi accusa e di chi viene accusato, l’analisi della storia personale e professionale del colonnello dei Carabinieri Fabio Cagnazzo non può non rivestire un ruolo fondamentale.
Tanto più in un processo che non si svolgerà solo in tribunale ma anche nelle piazze più o meno mediatiche. Con interventi a gamba tesa di un certo modo di fare politica.
Esponenti politici che non hanno tenuto conto della mancata costituzione come parte civile da parte dell’Arma.
Parliamo e parleremo allora di Fabio Cagnazzo che anche in carcere è rimasto carabiniere con spirito di servizio verso chi poteva avere bisogno di sostegno. Quel Fabio Cagnazzo che in lacrime ha chiesto di rinviare la manifestazione prevista il giorno dei funerali di Stato dei tre colleghi carabinieri.
L’Arma insegna, da sempre, il valore del dovere. Parola spesso dimenticata.
Giudicare sui fatti, con il dovuto rispetto per la storia personale di chi viene accusato, è un dovere che non possiamo dimenticare.
RIPRODUZIONE RISERVATA ©
