28 Settembre 2025
Il ragionier Pandolfini e la cauzione di Matteo Salvini
Facciamo in modo che il ragionier Pandolfini rimanga solo un personaggio immaginario.

Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Matteo Salvini è un personaggio. Reale. Che spesso, molto spesso, fa discutere. Come la sua recente proposta di far pagare una cauzione agli organizzatori di manifestazioni così da ripagare eventuali danni derivanti da devastazioni.
Non parleremo di Salvini e della sua proposta. Raccontiamo invece del ragionier Pandolfini.
Il ragionier Pandolfini è un personaggio di fantasia ma allo stesso tempo simbolico.
Uno dei personaggi dell’episodio “La bomba” del film “Signore e signori, buonanotte” del 1976. Un film dalla satira corrosiva e attuale a distanza di quasi cinquant’anni.
Nell’episodio “La bomba” un commissariato di polizia viene fatto evacuare per il pericolo di una bomba. Gli artificieri scoprono che di sveglia e non di bomba si tratta. I vertici della polizia dopo aver scoperto che l’episodio ha fatto aumentare nell’opinione l’apprezzamento per le forze dell’ordine, decidono di mettere una bomba vera. Che esplode prima del tempo uccidendo tre funzionari della polizia.
Episodio che oggi sarebbe impensabile mandare in onda. Tre funzionari di polizia che mettono una bomba, ci sarebbe una rivolta. Inoltre nel film viene sottolineata la differenza tra la rigidità nell’ordine pubblico nei confronti dei comuni cittadini e la flessibilità per quanto riguarda la legalità al cospetto di personaggi “altolocati”.
Nel 1976 il film descriveva e bene la strategia della tensione. Sfruttare la paura dell’opinione pubblica per giustificare il “giro di vite”. Sottolineava anche una verità che tendiamo a dimenticare. Gli elettori hanno i politici che si “meritano”.
https://www.youtube.com/watch?v=1KCC5xNNJqg
Nell’esplosione a morire non sono solo i tre funzionari ma anche il ragionier Pandolfini.

Cosa ci faceva in ragionier Pandolfini nel commissariato che era stato sgomberato?
La spiegazione in questo gustoso dialogo tra il questore interpretato da Carlo Croccolo e il commissario interpretato da Eros Pagni:
Questore: Ma di chi parlate?
Commissario: Del ragionier Pandolfini
Questore: Non mi dirà che detenete ancora in stato di fermo momentaneo quel ragionier Pandolfini arrestato tre anni or sono per aver detto ad un agente l’epiteto “non voglio essere rotto i coglioni”!?
Commissario: Le dico si purtroppo per aver fatto scadere per colpevole disguido i termini del fermo di polizia.
Questore: Ma per Giove, cazzone tre anni avete fatto passare!? Fatelo uscire immediatissimamente magari di soppiatto dalla porta retrospettiva.
Commissario: No, no e come facciamo? Dopo tre anni quello è molto incazzato, farebbe uno scandalo
Quindi il ragionier Pandolfini era da ben tre anni chiuso nella camera di sicurezza del commissariato.
Esagerazione satirica certo ma radicata nella realtà.
Erano, come già accennato, gli anni della strategia della tensione. Far crescere con atti di terrorismo e scontri di piazza la paura nella pubblica opinione. Che invocando l’ordine avrebbe anche accettato la limitazione dei diritti individuali e costituzionali.
Questo pensavano gli ideatori della strategia della tensione.
Questo era il fondamento anche del piano di rinascita democratica della P2.
Quando esce il film “Signore e signori, buonanotte” era in vigore da un anno la legge Reale per la tutela dell’ordine pubblico. Che ampliava i casi in cui le forze dell’ordine potevano fare uso legittimo delle armi e portava il fermo preventivo a 96 ore.
Sono passati cinquant’anni e sarebbe naturale dire che non è più attuale la denuncia insita nella figura del ragionier Pandolfini.
In realtà non è così. Primo perché continuiamo ad avere più di qualche problema con la custodia cautelare. Che rischia ancora di essere condanna anticipata senza processo.
Inoltre è attuale la tendenza a voler limitare il diritto di manifestare usando come pretesto le violenze di pochi delinquenti. Pochi rispetto al numero di manifestanti.
Lunedì’ scorso in molte città italiane si sono tenute manifestazioni imponenti per chiedere la fine del massacro a Gaza. Manifestazioni largamente pacifiche.
Tranne episodi di violenza ovviamente da punire.
Certa stampa e il governo hanno dato largo spazio a questi episodi violenti dimenticando la grande maggioranza di manifestanti pacifici.
Si chiede la tutela dell’ordine pubblico e dell’incolumità degli operatori delle Forze dell’ordine. Giusto. Giustissimo. Non è giusto però cercare di limitare il diritto a manifestare.
Cosa che accadrebbe con la famosa caparra che non tutti potrebbe pagare. Manifestare non può diventare un privilegio.
Molte conquiste sociali sono state ottenute con manifestazioni e scioperi.
Non dimentichiamolo.
Facciamo anche in modo che il ragionier Pandolfini rimanga solo un personaggio immaginario.
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