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08 Settembre 2025

129 Stati condannano gli attacchi israeliani a centri medici iraniani. Larijani: “Hezbollah è fonte di onore per l’Islam”

La storia insegna che le guerre si vincono non solo con le armi, ma con la legittimità, la solidarietà e la determinazione dei popoli.

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Credit foto https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2025/06/13/israele-bombarda-iran

Di Maddalena Celano

Il clima in Medio Oriente resta incandescente, ma questa volta la condanna internazionale contro Israele è inequivocabile: 129 Paesi hanno denunciato con fermezza i bombardamenti contro centri di produzione e distribuzione di vaccini e medicinali in Iran.
Parallelamente, l’ex presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, ha ribadito il ruolo strategico e morale di Hezbollah, definendolo “fonte di onore e orgoglio per l’Islam” e baluardo contro l’aggressione sionista e l’egemonia occidentale.

Un crimine contro la salute pubblica
Secondo quanto riportato dall’agenzia IRNA, i raid israeliani hanno deliberatamente colpito infrastrutture civili destinate alla salute della popolazione iraniana e alla cooperazione sanitaria internazionale.
Colpire fabbriche di vaccini e farmaci, soprattutto in un Paese che ha investito massicciamente nella produzione autonoma durante l’embargo, è una chiara violazione del diritto internazionale umanitario e delle norme più basilari di civiltà.
Si tratta di un’azione che non solo mira a danneggiare le capacità sanitarie dell’Iran, ma intende colpire la popolazione, configurandosi come atto di guerra ibrida: militare, economica e psicologica.

L’ipocrisia dell’Occidente
Nonostante la condanna di 129 Stati, il blocco occidentale, guidato dagli Stati Uniti, continua a fornire copertura politica e diplomatica a Israele, mostrando ancora una volta un doppiopesismo strutturale: pronti a denunciare crimini in altre aree del mondo, ma silenti o giustificazionisti quando l’aggressore è Tel Aviv.
Questo atteggiamento mina la credibilità stessa del sistema multilaterale e rivela come il diritto internazionale venga spesso applicato in maniera selettiva, in base alle convenienze geopolitiche.

Larijani: Hezbollah come scudo e dignità dell’Islam
Larijani, figura di spicco della politica iraniana e uomo chiave nella definizione delle strategie regionali di Teheran, ha ribadito che Hezbollah non è solo una forza militare, ma un simbolo di resistenza per tutti i popoli oppressi.
Nella visione iraniana, il movimento libanese è parte integrante dell’asse della resistenza, che comprende Siria, Iraq, Yemen e Palestina, e rappresenta una barriera concreta contro le ambizioni espansionistiche di Israele e dei suoi alleati.

La battaglia della narrativa
Questi due episodi — la condanna internazionale per l’attacco alle strutture sanitarie e le dichiarazioni di Larijani — rientrano nella stessa cornice strategica:
– Presentare l’Iran come vittima di aggressioni ingiustificate, colpito non per minacce reali ma per il suo ruolo indipendente nello scenario internazionale.
– Rafforzare la legittimità morale e politica delle forze di resistenza, contrapponendo la solidarietà Sud-Sud all’arroganza delle potenze occidentali.

Il diritto internazionale come arma politica
Gli attacchi a infrastrutture sanitarie civili sono proibiti dall’articolo 18 della IV Convenzione di Ginevra e possono costituire crimini di guerra ai sensi dell’art. 8 dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.
La mancata azione contro Israele, nonostante le prove e le condanne, dimostra che il diritto internazionale rimane spesso ostaggio dei rapporti di forza, ma offre comunque uno strumento di pressione diplomatica che Teheran e i suoi alleati possono utilizzare nelle sedi multilaterali.

Prospettive
Il sostegno di oltre due terzi della comunità internazionale su questa vicenda è un segnale che l’isolamento dell’Iran, auspicato da Washington e Tel Aviv, non è realtà.
Al contrario, cresce il riconoscimento del ruolo dell’Iran come potenza regionale autonoma, capace di difendere i propri interessi e quelli dei suoi alleati.
Le parole di Larijani su Hezbollah rafforzano questa immagine: un fronte compatto, radicato nella legittimità della resistenza e pronto a sfidare l’egemonia occidentale nel cuore del Medio Oriente.

Conclusione militante
In un’epoca in cui la propaganda occidentale tenta di rovesciare carnefici e vittime, l’Iran dimostra che resistere è ancora possibile.
Colpire i centri sanitari non significa soltanto infrangere le leggi internazionali: significa tentare di spezzare il diritto dei popoli alla vita, alla salute e alla dignità.
Ma Teheran, insieme a Hezbollah e a tutti i membri dell’asse della resistenza, risponde con la sola arma che l’egemonia teme davvero: la fermezza e la volontà di non piegarsi.

La condanna di 129 Stati non è un fatto simbolico: è la prova che l’isolamento dell’Iran è un mito alimentato da chi teme un Medio Oriente libero dal giogo sionista e neocoloniale.
La storia insegna che le guerre si vincono non solo con le armi, ma con la legittimità, la solidarietà e la determinazione dei popoli.
E oggi, su entrambi i fronti, Teheran non arretra di un passo.