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20 Gennaio 2025

I Misteri di Castel Gandolfo: Antonietta Longo e Mario Laganà

La cronaca nera ha un senso soprattutto se intesa come strumento per capire i pericoli e le minacce.

 Perché l’animo umano è il vero lago dove cercare il mostro.

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Credit foto https://www.castellinotizie.it/2022/08/18/io-sono-antonietta-giuseppe-reina-racconta-la-storia-della-decapitata-di-castel-gandolfo/

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Tutti conosciamo la storia del mostro di Loch Ness. Creatura leggendaria che vivrebbe nel lago in Scozia.

Una leggenda direte voi. Si certo. Dobbiamo però ammettere che ha il suo fascino horror il pensare che dalle tranquille acque di un lago possa saltare fuori un mostro.

Alla fine però tiriamo un sospiro di sollievo. Non ci sono mostri nel lago. Ma attenzione non ci saranno mostri nel lago di Loch Ness ma forse qualche mostro nei dintorni di Castel Gandolfo c’ è stato.

 Tutto inizia il 12/07/1955 quando in località Belvedere, a poche centinaia di metri dal ristorante “ Culla del Lago “, viene ritrovato un corpo. Nudo e decapitato. Aveva un orologio al polso. Il corpo era coperto con due fogli spiegati del giornale “ Il Messaggero “ del 05 luglio.

 Il corpo è di una donna. Uccisa con varie coltellate al basso ventre. Con un grosso coltello. Lo stesso usato per decapitarla. Il 16 agosto viene identificata.

Si tratta di Antonietta Longo. Originaria della provincia di Catania. Lavorava a Roma come cameriera. Era scomparsa il 1° luglio. Mentre il 5 aveva inviato una lettera ai propri famigliari in cui annunciava il proprio matrimonio. Aveva anche ritirato i suoi risparmi: 200000 lire.

 Antonietta aveva confidato ad alcune amiche che si era innamorata di un uomo che si chiamava Antonio ma non disse il cognome. Sull’assassino di Antonietta Longo vennero fatte molte ipotesi ma nessuna portò al nome dell’assassino.

 Passano dodici anni. Il 13/01/1967 Mario Laganà, sottufficiale della Polizia di Stato , scompare durante una battuta di caccia solitaria nella riserva di caccia dei Torlonia in Via Bozzi a Castel Gandolfo. Laganà comandava il posto di Polizia di Castel Gandolfo dal 1960.

Credit foto Caduti Polizia di Stato

 Il corpo viene ritrovato da due pescatori il 15 gennaio nel lago di Castel Gandolfo, in località Acqua Acetosa, a pochi passi dall’albergo “ Culla del Lago “.

Il corpo era avvolto in una coperta. Portava i vestiti di quando scomparve. Era imbavagliato. Mani legate dietro la schiena con la cinghia del suo fucile. U cavo elettrico lo avvolgeva dalla testa ai piedi. Al cavo elettrico era stata legata una pietra. Viene buttato vivo in acqua. L’assassino lo punzecchia con un coltello ai fianchi, alla gola e alle gambe.

Il 13 gennaio Laganà non sarebbe dovuto andare a caccia a Castel Gandolfo. Si era recato , con un suo amico , presso la solita località di caccia ( pratoni del Vivaro ) che però a causa della neve non possono raggiungere.

Le indagini sulla morte di Laganà si concentrano sia sulla sua vita professionale che personale. Nulla viene trovato. Si ipotizza che possa avere sorpreso dei bracconieri. O forse poteva esserci un collegamento con l’omicidio di Egidio Bergnesi e Laura Pomardi avvenuto nel 1965 in località pratoni del Vivaro.

 Purtroppo anche l’omicidio di Mario Laganà rimane senza soluzione. Oggi Mario e Antonietta fanno parte della storia della criminologia italiana. Ogni tanto vengono ricordati in qualche articolo o libro.

 Per loro non si è potuto fare altro. Sono passati troppi anni anche per tentare le nuove tecnologie forensi.

Restano le loro storie a ricordarci che i mostri esistono. Non sono come li immaginiamo e non sono dove li cerchiamo. La cronaca nera ha un senso soprattutto se intesa come strumento per capire i pericoli e le minacce.

 Perché l’animo umano è il vero lago dove cercare il mostro.

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