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Non c’è due senza tre, i comandi ucraini non imparano dai propri errori.

La situazione sui fronti ucraini e l’ennesimo errore del comandnante in capo ucraino Syrsky

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Aree di crisi nel mondo n. 213 del 8-9-24

di Stefano Orsi

Ci ricascano

Ormai dobbiamo gettare la spugna e arrenderci all’evidenza dei fatti.

Il comandante delle forze armate ucraine, Syrsky, ha un debole per le operazioni utili alla Russia.

Madornali errori commessi nella difesa di Karkov, dove ha risposto alla provocazione russa nel modo preciso in cui i Russi si auguravano rispondesse, spostando molte unità dai fronti più a sud mettendoli in difficoltà e riducendo loro significativamente le risorse logistiche, concentrando molti mezzi preziosi (difesa aerea, artiglieria, lanciamissili, forze corazzate) esponendoli in maniera rovinosa al fuoco russo.

Il suo goffo e fallito tentativo di proporre ai Russi presso Kursk, la medesima strategia da loro usata a Karkov, alla quale hanno risposto usando unità non impegnate sui fronti meridionali, quindi senza indebolirli ed esclusivamente con le forze necessarie a fermare l’avanzata ucraina, ma con l’intento di mantenere la sacca presente per martellarla, creando di fatto la miglior trappola per i propri soldati e mezzi, concentrati per attaccare il suolo russo.

Ora ci ricasca.

Le truppe russe avvicinatesi in maniera repentina a Pokrovsk e Mirnogrod si sono fermate per concentrarsi sul fronte sud eliminando il saliente ucraino sotto Pervomaisk e sopra Krasnogorovka.

Le due città strategiche per il conflitto a causa della posizione raggiunta da innumerevoli ferrovie e strade di rilevanza nazionale, sono un boccone ghiotto e importante per gli Ucraini.

Il problema ucraino sta però nel fatto che trasferita la popolazione di entrambe, avendo il fronte tanto vicino ora, sono a tiro di ogni artiglieria russa, dei missili come dei droni FPV, di fatto il valore strategico come centro di stoccaggio e distribuzione logistica in funzione bellica, è stato annullato.

Syrsky però pare deciso a mantenere le località, 110 mila abitanti preconflitto sommandole.

Oltre non pare abbiano grandi difese, fino a Pavlograd non ci sono centri urbani importanti e la logistica ne risentirebbe.

Cosa decide dunque l’artefice delle brillanti disfatte strategiche di Karkov e Kursk? Semplice, rimuove altre unità, Brigate, Battaglioni esperti da altri fronti, anche quelli in difficoltà, per concentrarli attorno a Pokrovsk e iniziare un contrattacco al fine di fare arretrare i Russi.

Si potrebbe dire che sia una manovra corretta, se non fosse che avrebbe dovuto metterla in atto prima, quando i Russi erano a Ocheretino, prima di sacrificare grandi quantità di mezzi e risorse a Kursk, e soprattutto, farlo senza l’aviazione si ripresenta esattamente come le precedenti scelte scellerate.

Il contegno russo

Il comando russo sembra procedere per la sua strada, hanno visto l’attacco ucraino sulla città di Selidovo, (21.500 abitanti preguerra) e hanno preferito ripiegare salvaguardando truppe e mezzi.

Nel mentre stanno completando l’eliminazione delle forze ucraine sul fianco offensivo sinistro, tra Selidovo e Kurakovo, in modo da assicurarselo e liberare forze.

Nel mentre consolidano le posizioni già acquisite e bombardano le retrovie ucraine, depositi, ponti, e ferrovie, iniziano il lavoro preparatorio ad una lunga battaglia simile a quella di Avdeevka, anche questa un errore di Syrsky che è costato molto caro alle sue truppe.

Si preparano insomma a ricreare le condizioni di quel famigerato tritacarne che causò infiniti lutti agli ucraini.

Pesante fuoco di artiglieria, droni FPV a fibra ottica, bombe FAB con modulo di guida UMPC, missili balistici e semibalistici precisissimi e una informazione sui fronti garantita da molti droni da osservazione.

Syrsky non ha possibilità di reggere ma pare deciso a farlo.

L’attacco a Selidovo è stato oltretutto effettuato in concomitanza, non a caso, con il vertice NATO a Ramstein e quello di Cernobbio con il G7.

Dare l’idea di avere fermato l’avanzata russa era importante, peccato che nei due giorni indicati avessero perso 110p KmQ circa ritirandosi per non essere chiusi in sacca sotto Pervomaisk.

Altri fronti difficili per Kiev

Velika NovosolKa

in tre giorni sono state riprese due località, villaggi piccoli ma posti su una strada importante, Prechistovka e subito dopo Zolota Nyva, guadagno complessivo di quasi altri 100 Kmq, l’avvicinamento a Velika Nov. È preoccupante per Kiev soprattutto a causa della velocità con cui le difese ucraine sono cadute dopo aver ben resistito per più di due anni.

Vodiane – Ugledar

Il superamento dell’autostrada 0532 prosegue, i Russi hanno conquistato la miniera Sud Donbass e sono dentro la periferia di Vodiane, prima difese dalla 72a Brigata meccanizzata, spostata manco a dirlo presso Pokrovsk.

Maksimilianovka

I Russi vanno concentrando forze sul fronte per riprendere l’offensiva verso Kurakovo.

Inoltre stanno liberando il tratto di fronte verso Krasnogorovka.

Niu Iork o Novogorod

La presenza nell’area industriale di forze ucraine isolate pare ormai accertata.

Il battaglione Azov è stato spostato qui per dare manforte e tentare un attacco per liberare queste truppe accerchiate.

L’attacco ucraino tentato due giorni fa, però si è risolto con l’avanzata russa verso nord prendendo posizione nel villaggio di Nelipovka.

Chasov Yar

Progressivo ritiro ucraino oltre il Donbass Kanal, e nuove posizioni prese oltre il canale da parte russa, sia dentro la città che più a nord presso Kalinovo.

Sacco e Vanzetti

Posto a nord di Artemovsk, questo fronte vede i russi premere sul villaggio di Pereizne e obbligare gli Ucraini a retrocedere verso nord lungo le ferrovie che portano a Siversk.

Pishkane fiume Oskil

Anche qui sono segnalati avanzamenti russi in direzione del fiume Oskil, il 15° reggimento russo fa ottimamente il suo dovere.

Karkov e Kursk

Se sul primo non vi sono modifiche di sorta, sul secondo annotiamo il tentativo ucraino di rafforzarsi al centro, presso Malaya Loknya mentre perdono invece posizioni presso Korenevo.

Vertice di NATO di Ramstein

Sono stati annunciate forniture per compensare almeno in parte le gravi perdite subite dall’esercito di Kiev.

Batterie missilistiche e carri Leopard, ( no non i Leopard 2, ma i Leopard 1…), non molto a dire il vero, e soprattutto non pare si sia trovato accordo per aumentare la gittata delle offensive missilistiche ucraine con armi NATO.