Economia & lavoro
Le Imprese del Settore delle Attività amministrative e di Servizi di Supporto nei Paesi OCSE
L’OCSE calcola il numero delle imprese operanti nel settore delle attività amministrative e di servizi di supporto. Si tratta di imprese attive nel “Attività di noleggio e leasing”, “Attività di lavoro”, “Agenzia di viaggi, tour operator, servizio di prenotazione e attività connesse”, “Attività di sicurezza e investigative; servizi all’edilizia e alle attività paesaggistiche; amministrazione d’ufficio, supporto d’ufficio e altre attività di supporto aziendale”. I dati fanno riferimento ai paesi OCSE nel periodo tra il 2005 ed il 2022.
Sono aumentate in media del 105,24% tra il 2005 ed il 2022 nei paesi OCSE considerati
L’OCSE calcola il numero delle imprese operanti nel settore delle attività amministrative e di servizi di supporto. Si tratta di imprese attive nel “Attività di noleggio e leasing”, “Attività di lavoro”, “Agenzia di viaggi, tour operator, servizio di prenotazione e attività connesse”, “Attività di sicurezza e investigative; servizi all’edilizia e alle attività paesaggistiche; amministrazione d’ufficio, supporto d’ufficio e altre attività di supporto aziendale”. I dati fanno riferimento ai paesi OCSE nel periodo tra il 2005 ed il 2022.
Imprese operanti nel settore delle attività amministrative e dei servizi di supporto nel 2022. Nel 2022, il settore delle Attività amministrative e di Servizi di Supporto nei paesi dell’OCSE ha mostrato una notevole varianza in termini di numero di imprese operanti, riflettendo differenze economiche, demografiche e strutturali tra le varie nazioni. Analizzando i dati forniti, possiamo osservare che la Francia guida questa classifica con ben 294.485 imprese, seguita dalla Germania con 226.645 e dal Portogallo con 221.168. Questa forte presenza di imprese in Francia può essere attribuita a una combinazione di politiche favorevoli alle imprese, un’economia diversificata e un robusto mercato interno. La Germania, pur avendo un numero di imprese inferiore rispetto alla Francia, rimane una delle potenze economiche dell’Europa, caratterizzata da un’industria dei servizi ben sviluppata che supporta il suo robusto settore manifatturiero. Il sorprendente posizionamento del Portogallo al terzo posto, con 221.168 imprese, riflette un’economia in crescita che ha beneficiato di politiche di sostegno alle piccole e medie imprese e di una crescente internazionalizzazione dei servizi. Spagna e Italia seguono con 206.915 e 162.462 imprese rispettivamente, evidenziando l’importanza del settore dei servizi in due delle principali economie dell’Europa meridionale. Entrambi i paesi hanno affrontato sfide economiche significative negli ultimi anni, ma continuano a mantenere una forte presenza nel settore dei servizi grazie a iniziative governative volte a stimolare l’imprenditorialità e il supporto alle PMI. I Paesi Bassi, con 112.034 imprese, dimostrano la rilevanza di un ambiente imprenditoriale favorevole e di una forza lavoro altamente qualificata, mentre la Polonia, con 101.162 imprese, rappresenta un caso di rapido sviluppo economico post-adesione all’UE, con una crescente integrazione nei mercati europei dei servizi. La Turchia, con 66.822 imprese, mostra un settore dei servizi in espansione, sebbene la sua economia affronti sfide significative dovute a instabilità politica ed economica. L’Ungheria e il Belgio, con rispettivamente 64.040 e 54.716 imprese, rappresentano economie di dimensioni medie con settori dei servizi ben sviluppati, supportati da politiche favorevoli e posizionamento geografico strategico all’interno dell’Europa. Interessante notare la presenza di paesi come la Slovacchia e la Romania, con 51.524 e 46.665 imprese rispettivamente, che stanno emergendo come hub per i servizi di supporto nell’Europa orientale, grazie a costi operativi competitivi e crescenti investimenti in infrastrutture. La Repubblica Ceca, con 40.869 imprese, segue una traiettoria simile, beneficiando della sua posizione centrale e di un forte settore industriale. La Svezia, con 39.078 imprese, e Israele, con 25.567, evidenziano come economie tecnologicamente avanzate possano mantenere un settore dei servizi robusto. L’Austria e la Grecia, con 25.393 e 25.333 imprese rispettivamente, mostrano approcci diversi ma efficaci nel sostenere le loro economie di servizi, l’Austria con una stabilità economica solida e la Grecia in recupero da una crisi economica significativa. I paesi nordici come la Finlandia, la Norvegia e la Danimarca, con rispettivamente 24.370, 22.910 e 20.865 imprese, confermano il loro impegno verso un’economia di servizi ben sviluppata e sostenibile. L’Irlanda, con 20.722 imprese, beneficia della sua posizione come hub internazionale per i servizi finanziari e tecnologici. I paesi con un numero relativamente minore di imprese, come la Costa Rica (18.145), la Lituania (13.409), e la Croazia (12.956), rappresentano economie emergenti che stanno rapidamente sviluppando il loro settore dei servizi attraverso politiche di incentivazione e investimenti in tecnologia e formazione. Paesi come la Bulgaria (11.649) e la Svizzera (9.502), con economie diverse per dimensioni e struttura, continuano a mantenere una presenza significativa nel settore dei servizi grazie a condizioni economiche favorevoli e una forza lavoro qualificata. Slovenia ed Estonia, con 9.487 e 7.671 imprese rispettivamente, riflettono economie più piccole ma dinamiche, in grado di attrarre investimenti grazie a politiche di innovazione e digitalizzazione. Le nazioni con il numero più basso di imprese operanti nel settore, come Cipro (4.529), Malta (3.421), e Lussemburgo (2.218), hanno economie di nicchia che, sebbene piccole in termini di numero di imprese, offrono servizi altamente specializzati e competitivi a livello internazionale. Infine, Bosnia ed Erzegovina e Macedonia del Nord, con rispettivamente 1.817 e 1.556 imprese, rappresentano paesi in via di sviluppo con un potenziale di crescita significativo nel settore dei servizi, sebbene affrontino sfide legate a stabilità economica e attrazione di investimenti esteri. In conclusione, il settore delle Attività amministrative e di Servizi di Supporto nei paesi OCSE nel 2022 mostra una varietà di dinamiche che riflettono le differenti realtà economiche, politiche e sociali di ogni nazione. Mentre alcuni paesi dominano la scena con un numero elevato di imprese, altri emergono come nuovi protagonisti grazie a politiche innovative e investimenti strategici. Questa diversità contribuisce alla resilienza e alla competitività globale del settore dei servizi, che rimane un pilastro fondamentale per le economie moderne.
Imprese operanti nel settore delle attività amministrative e dei servizi di supporto tra il 2005 ed il 2022. Nel periodo compreso tra il 2005 e il 2022, il settore delle Attività amministrative e di Servizi di Supporto nei paesi OCSE ha visto una crescita significativa, con variazioni assolute e percentuali che riflettono lo sviluppo economico e le politiche di supporto imprenditoriale di ciascuna nazione. Analizzando i dati, si può osservare che la Slovacchia ha registrato la crescita più impressionante con un incremento di 48.998 imprese, corrispondente a un incredibile aumento del 1939,75%. Questo straordinario aumento può essere attribuito a riforme economiche, miglioramenti infrastrutturali e un ambiente favorevole agli investimenti stranieri, che hanno trasformato la Slovacchia in un hub emergente per i servizi di supporto.La Lituania e l’Estonia seguono con incrementi percentuali rispettivamente del 403,15% e del 348,07%, con crescite assolute di 10.744 e 5.959 imprese. Questi paesi baltici hanno beneficiato di politiche governative che incentivano l’innovazione e l’imprenditorialità, nonché di un’integrazione sempre maggiore nei mercati europei. La Costa Rica, con un aumento del 328,66% e 13.912 nuove imprese, riflette una dinamica simile, con politiche che mirano a diversificare l’economia e attrarre investimenti esteri.I Paesi Bassi hanno visto un incremento notevole di 82.028 imprese, pari a un aumento del 273,37%. Questo paese ha una lunga tradizione di supporto alle attività imprenditoriali, con un ambiente economico stabile e regolamentazioni favorevoli. Slovenia e Cipro, con aumenti percentuali del 260,86% e del 254,94%, dimostrano anch’essi l’importanza di un ambiente regolamentare favorevole e di politiche di incentivazione per le piccole e medie imprese.La Romania e l’Irlanda hanno entrambe registrato crescite significative, con aumenti assoluti rispettivamente di 33.132 e 14.649 imprese, e incrementi percentuali del 244,82% e del 241,22%. Questi paesi hanno beneficiato di politiche di sviluppo economico orientate a stimolare l’innovazione e a migliorare le infrastrutture tecnologiche, rendendoli attrattivi per nuove imprese.Il Belgio e la Lettonia, con crescite del 240,29% e del 211,22%, hanno visto aumenti rispettivi di 38.637 e 4.782 imprese. In Belgio, la posizione geografica centrale e un mercato stabile hanno contribuito a questa crescita, mentre la Lettonia ha sfruttato una forza lavoro qualificata e politiche di supporto all’imprenditorialità.L’Austria e la Polonia hanno registrato incrementi rispettivamente del 183,09% e del 178,86%, con aumenti assoluti di 16.423 e 64.885 imprese. La Polonia, in particolare, ha mostrato una robusta crescita economica grazie a un aumento degli investimenti stranieri e a un miglioramento delle infrastrutture.La Bulgaria e la Finlandia hanno visto incrementi significativi, rispettivamente del 157,72% e del 133,23%, con aumenti assoluti di 7.129 e 13.921 imprese. Questi paesi hanno implementato politiche di supporto alle nuove imprese e migliorato l’accesso al finanziamento, contribuendo alla loro crescita.La Germania, con un aumento del 127,82% e 127.159 nuove imprese, riflette la stabilità e la forza della sua economia, supportata da un solido settore dei servizi. Allo stesso modo, il Portogallo, con un incremento del 126,99% e 123.733 nuove imprese, mostra una notevole ripresa economica e un crescente supporto governativo alle piccole e medie imprese.La Francia e la Spagna hanno registrato incrementi del 124,70% e del 94,24%, con aumenti assoluti rispettivamente di 163.427 e 100.391 imprese. Questi paesi, nonostante le sfide economiche, hanno continuato a sostenere il settore dei servizi attraverso politiche mirate e incentivi fiscali.Lussemburgo, Svezia e Danimarca hanno visto aumenti rispettivamente del 79,16%, 56,73% e 50,04%, con aumenti assoluti di 980, 14.144 e 6.959 imprese. Questi paesi, pur avendo un numero di imprese inferiore, mantengono un settore dei servizi altamente competitivo e innovativo.L’Ungheria e la Norvegia, con incrementi del 42,19% e del 39,41%, hanno visto crescite assolute rispettivamente di 19.002 e 6.477 imprese. Questi paesi hanno continuato a sostenere l’imprenditorialità e l’innovazione, sebbene a un ritmo più moderato rispetto ad altri.La Grecia, con un aumento del 27,77% e 5.506 nuove imprese, riflette una ripresa economica post-crisi e un crescente supporto alle PMI. La Repubblica Ceca ha registrato un incremento del 10,77% con 3.973 nuove imprese, dimostrando una crescita stabile ma contenuta.Infine, l’Italia ha visto un incremento del 2,60% con 4.123 nuove imprese, evidenziando una crescita moderata nel settore dei servizi. Questo dato riflette una combinazione di sfide economiche e politiche, ma anche il potenziale per ulteriori miglioramenti attraverso politiche di supporto più mirate.In sintesi, il periodo tra il 2005 e il 2022 ha visto una crescita variegata nel settore delle Attività amministrative e di Servizi di Supporto nei paesi OCSE, con alcuni paesi che hanno registrato incrementi notevoli grazie a politiche di supporto efficaci e a miglioramenti infrastrutturali. Altri, pur mostrando una crescita più moderata, continuano a mantenere una presenza significativa nel settore, evidenziando l’importanza di un ambiente economico favorevole per lo sviluppo delle imprese.
Politiche economiche per incrementare le imprese operanti nel settore delle attività amministrative e dei servizi di supporto. Le politiche economiche mirate a incrementare le imprese nel settore delle attività amministrative e dei servizi di supporto devono focalizzarsi su una serie di interventi strategici volti a creare un ambiente favorevole per lo sviluppo e la crescita di queste attività. Un approccio integrato che combina incentivi fiscali, accesso facilitato al credito, formazione e sviluppo delle competenze, e miglioramento delle infrastrutture tecnologiche può risultare particolarmente efficace. Innanzitutto, gli incentivi fiscali rappresentano una leva fondamentale per stimolare la nascita e la crescita delle imprese in questo settore. La riduzione delle imposte sul reddito per le nuove imprese, così come l’introduzione di crediti d’imposta per gli investimenti in tecnologia e formazione, possono ridurre significativamente i costi operativi iniziali e favorire l’innovazione. Inoltre, l’adozione di misure come la deducibilità delle spese per la formazione del personale e per la ricerca e sviluppo può incentivare le imprese a investire nel miglioramento continuo delle proprie competenze e capacità operative. Parallelamente, l’accesso facilitato al credito è cruciale per consentire alle imprese di finanziare le proprie attività e i propri progetti di espansione. In questo contesto, la creazione di fondi di garanzia pubblici può ridurre il rischio per le istituzioni finanziarie e aumentare la disponibilità di prestiti a condizioni favorevoli. Anche l’introduzione di strumenti finanziari innovativi, come i minibond o i finanziamenti partecipativi, può offrire alternative valide per il reperimento di capitali, soprattutto per le piccole e medie imprese che spesso incontrano difficoltà nell’accesso ai mercati finanziari tradizionali. La formazione e lo sviluppo delle competenze costituiscono un altro pilastro fondamentale per la crescita del settore. Programmi di formazione continua, corsi di aggiornamento professionale e percorsi di certificazione possono aumentare la qualità del servizio offerto dalle imprese e renderle più competitive. In questo ambito, la collaborazione tra istituzioni educative, enti pubblici e privati è essenziale per garantire che i programmi formativi rispondano effettivamente alle esigenze del mercato del lavoro. Inoltre, l’adozione di politiche attive del lavoro, come gli incentivi all’assunzione di giovani e disoccupati, può contribuire a creare un flusso costante di nuovi talenti all’interno del settore. Il miglioramento delle infrastrutture tecnologiche rappresenta un ulteriore elemento chiave per supportare le imprese nel settore delle attività amministrative e dei servizi di supporto. Investimenti in reti di comunicazione ad alta velocità, piattaforme digitali e strumenti di gestione avanzata possono aumentare l’efficienza operativa e permettere alle imprese di offrire servizi più sofisticati e di maggiore qualità. La promozione dell’adozione di tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale e l’automazione dei processi, può inoltre aprire nuove opportunità di business e rendere le imprese più resilienti e capaci di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. Infine, è fondamentale promuovere un ambiente normativo stabile e prevedibile che favorisca la crescita delle imprese. La semplificazione delle procedure burocratiche, la riduzione dei tempi e dei costi di avvio e gestione delle attività, e la tutela dei diritti di proprietà intellettuale sono elementi che possono contribuire a creare un contesto favorevole per lo sviluppo del settore. La trasparenza e l’efficienza della pubblica amministrazione sono altrettanto cruciali per costruire la fiducia degli imprenditori e attrarre investimenti. In sintesi, un insieme coerente di politiche economiche che abbraccia incentivi fiscali, accesso al credito, formazione e sviluppo delle competenze, miglioramento delle infrastrutture tecnologiche e un ambiente normativo favorevole può creare le condizioni ideali per incrementare le imprese operanti nel settore delle attività amministrative e dei servizi di supporto, contribuendo così al benessere economico complessivo.
Conclusioni. Il numero delle imprese operanti nel settore attività amministrative e servizi di supporto è cresciuto nei paesi OCSE in media del 105.24% tra il 2005 ed il 2022. I paesi nei quali tali valori sono cresciuti tra il 2005 ed il 2022 di più sono Repubblica Slovacca con +1939,75, Lituania con 403,15% e Estonia con +348,07%. I paesi nei quali tali valori sono cresciuti di meno sono Grecia con +27,77%, Repubblica Ceca con +10,77%, e Italia con 2,60%. Se il numero delle imprese operanti in questo settore in Italia fosse stato in linea con la media OCSE, l’Italia nel 2022 sarebbe stato il paese leader per numero di imprese nel settore delle attività amministrative e dei servizi di supporto. Tuttavia, la bassa crescita ha fatto scivolare l’Italia al quinto posto, superata da Spagna, Portogallo, Germania e Francia.
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