Esteri
La guerra rischia ora una pericolosa escalation
La strage di Odessa va sempre ricordata, il conflitto inizia da quel giorno, 2 maggio 2014. Situazione del conflitto sui vari fronti e rischi di grave espansione della guerra.
Aree di crisi nel mondo n. 108 del 1-5-2022
Prosegue senza sosta il conflitto in Ucraina e non mancano di manifestarsi preoccupanti segnali di ulteriore allargamento.
In occasione dell’8° anniversario della Strage di Odessa occorre ricordare bene cosa accadde in quel periodo.
Odessa 2 maggio 2014: una strage impunita
Dopo gli eventi del Golpe di Maidan, 18-22 febbraio 2014, in tutto il Paese, che aveva sostenuto l’elezione del Presidente Janukovyc, avvennero in crescendo, manifestazioni di segno opposto al golpe avvenuto a Kiev.
La democrazia nel paese era di fatto morta.
( https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/10/ucraina-come-si-fa-un-golpe-moderno/907785/ )
In molte città dell’est e del sud del Paese, Karko, Mariupol, Odessa Donetck e molte altre, sfilavano i cittadini che chiedevano il rispetto del loro voto ed in difesa della Costituzione. Le loro voci furono inascoltate, non solo a Kiev ma in tutto l’Occidente. Poco o nulla si disse o scrisse dell’esistenza di questa dilagante protesta di segno diametralmente opposto agli eventi di piazza Maidan.
Ad Odessa furono indette diverse manifestazioni di piazza, durante tutto il periodo che si interponeva tra i fatti del Golpe a Kiev e la Strage. Il vero e proprio “Pogrom” che venne organizzato il 2 maggio.
Davanti alla Casa dei Sindacati della città era stata stabilita una base fissa dei manifestanti, con tende e barricate, punti di ristoro. Non volevano arrendersi ai golpisti.
Altri gruppi avevano più volte organizzato cortei in città che avevano oltretutto visto la partecipazione di decine di migliaia di cittadini ucraini.
(https://www.youtube.com/watch?v=Bq6Wuq8BQhk )
Dalle ricostruzioni degli eventi, qualcuno decise che le manifestazioni dovevano essere fermate ad ogni costo. Fu così che per il 2 maggio, approfittando della scusa di una partita di calcio, si fecero affluire in città migliaia di miliziani dei gruppi neonazisti fingendo fossero tifosi di calcio e una volta arrivati in città con treni e pullman, vennero instradati verso le zone della città dove si trovavano le manifestazioni dei sostenitori del Presidente Janukovyc, in genere russofoni.
Arrivati a contatto si scatenarono violenti scontri.
Il numero preponderante dei miliziani neonazisti spinse i “prorussi” ad arretrare e disperdersi fino alla piazza della Casa dei sindacati. Edificio di costruzione sovietica, all’interno della quale si asserragliarono per difendersi.
Un fitto lancio di bottiglie molotov, effettuato dalle milizie neonaziste, causò un incendio all’interno dell’edificio. Il pesante fumo sprigionatosi spinse molti a cercare di fuggire, ma i miliziani li attendevano fuori per finirli. All’interno furono poi trovati molti cadaveri, donne e uomini uccisi. Alcuni seviziati prima di essere arsi, forse ancora vivi, alcune donne presentavano segni di violenza ed in parte erano denudate.
( https://pandoratv.it/speciale-pandora-tv-giulietto-chiesa-presenta-pogrom-programmato/ )
(https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-8-2014-008919_IT.html)
Alla fine il conteggio “ufficiale” parlò di 48 assassinati ( mai veramente appurato), “morti” per la denominazione ufficiale che tenta da sempre di parlare di un incidente coprendo le reali responsabilità mai ricercate e mai perseguite.
(https://www.huffingtonpost.it/pandora-tv/strage-odessa-nazismo-ucraina_b_5314844.html)
In questo servizio una accurata ricostruzione dei fatti preparata dal compianto giornalista Giulietto Chiesa https://pandoratv.it/speciale-pandora-tv-giulietto-chiesa-presenta-pogrom-programmato/ .
Il più giovane delle vittime di questa strage fu Vadim Papura, giovane comunista russo di soli 17 anni.
(https://www.youtube.com/watch?v=sjWF4ZVh_Nc&t=7s )
La strage di Odessa resta un punto di rottura tra il golpe di Maidan e la trasformazione in feroce regime dello Stato Ucraino, che man mano porrà fuori legge i partiti delle opposizioni. A partire dal Partito Comunista Ucraino, che alle ultime elezioni libere tenutesi nel 2012 aveva ottenuto un buon 13,2% dei voti.
Nel 2015 è stato poi messo fuorilegge.
Da allora le proteste nell’est del Paese divennero richieste di indipendenza ed autonomia, nessuno di loro voleva fare la fine dei manifestanti di Odessa.
La guerra civile era ormai iniziata. Kiev organizzò quelli che vennero chiamati battaglioni punitivi e li inviò nei territori ribelli a ripristinare l’ordine del regime.
A cosa portò questo infausto principio di guerra? Lo vediamo bene oggi.
Fu proprio in conseguenza di questa strage che iniziai a seguire questo conflitto che dura ormai da ben 8 anni.
Situazione sui fronti ucraini.
La guerra procede.
Aumentano ancora i già immensi aiuti militari che l’Ucraina va ricevendo da molto tempo.
Il Governo americano, ogni due o tre giorni, delibera l’invio di 7-800 milioni di dollari di materiali bellici a Kiev. Anche altri Paesi come la Gran Bretagna o la Polonia stanno inviando massicci aiuti militari e a ruota molti altri Paesi dell’Unione tra cui non manca certamente l’Italia.
Esprimo tra l’altro tutte le mie perplessità sulla legittimità costituzionale sull’invio di armi da parte nostra. https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/04/06/ainis-linvio-di-armi-all-ucraina-e-contrario-alla-costituzione/6549941/
Il Presidente Biden non si limita a questo. Ha ottenuto una riedizione del Lend and Lease act del 1941 per fornire armi a sua discrezione all’Ucraina fino a 20 miliardi di dollari senza ulteriori approvazioni. Invece, per combattere la sicurezza alimentare globale però ne mette solo 3. Forse perché, a differenza dell’UE, gli USA sono esportatori di grano e non importatori.
Fronte tra Karkov e Sieverodonetck
Questo fronte appare come il più attivo.
Presso Karkov, una offensiva ucraina ha portato al ritiro delle unità russe da alcuni villaggi Rus’ka Lozova, Slobidske, Verknova Rohanka e Sorokovka.
Il fronte presente, a livello russo, vede sola attività di bombardamenti aerei o di artiglieria sulle posizioni ucraine. In special modo sulle unità che si scoprono appunto per le eventuali offensive.
Questi movimenti, al momento, non pare rappresentino un pericolo per le unità attive russe.
Comunque sia terremo sotto osservazione questo settore.
Poco a sud troviamo il saliente di Izyum.
Il saliente che parte da Izium si sta muovendo verso sud e verso ovest.
Le forze russe stanno spingendo molto su questo settore. Avanzano in maniera molto ordinata preceduti da un potente bombardamento di artiglieria.
I segnali dell’efficacia di questa strategia si vedono sul campo di battaglia. Con decine di soldati ucraini caduti e abbandonati nelle trincee o sul terreno aperto.
Le foto e i video diffusi dai soldati russi, ora ci mostrano molti mezzi ucraini abbandonati ed integri. Probabile che la causa sia la penuria di carburante che si va sviluppando nel Paese a causa dei bombardamenti sulle riserve petrolifere e gli impianti di raffinazione. Di cui abbiamo già parlato.
Dalla settimana scorsa ha preso vigore anche la campagna di neutralizzazione delle infrastrutture ferroviarie. Sono stati infatti colpiti due ponti nei pressi di Odessa, sul fiume Dnestr. Uno a Kayaky e uno a doppio uso stradale-ferroviario presso Zatoka, sulla costa del Mar Nero.
Questi ponti collegavano la regione di Odessa alla Romania e alla Moldova.
Gli aiuti militari viaggiano spesso su rotaia, 200 carri armati T72, sono in corso di consegna da parte della Polonia, così come altri mezzi da parte americana, M113 ed altri più moderni e specializzati anche per funzioni antiaeree di corto raggio o di punto.
Colpendo numerose sottostazioni elettriche delle ferrovie, l’Aviazione russa sta bloccando le ferrovie che utilizzano motrici elettriche che possono, alla bisogna, essere sostituite da altre con alimentazione a gasolio, magari fornite dai Paesi occidentali. Per cui se intendono fermare davvero le ferrovie ucraine devono prendere la decisione di distruggere definitivamente ponti e viadotti, non ci sono alternative.
Da Izium le forze russe procedono. Hanno preso progressivamente il controllo di diversi villaggi e si avvicinano ad una importante rete ferroviaria che collega la vicina Slovyansk.
Nelle mappe divise per giorni potete osservare la progressione di questa settimana.
Si segnala una unità di circa mille soldati ucraini bloccata non a Oskil direttamente ma poco a nord con alle spalle un lago. Questa unità avrebbe ricevuto l’ordine dai comandi ucraini di suicidarsi attaccando Izium, finora non sembrano aver eseguito questo folle ordine e restano fermi sulla loro posizione.
Una seconda piccola sacca si è formata a Karpovka mentre Shandrikolova ormai è sotto controllo russo.
Pesanti combattimenti sono segnalati anche a Lyman, importante centro minerario, dove sono stati rinvenuti diversi mezzi ucraini abbandonati e alcuni depositi di armi occidentali tra cui numerosi missili ATGM NLAW e Javelin.
Oggi sono stati abbattuti due caccia bombardieri ucraini SU24, probabilmente riparati con pezzi di ricambio donati dalla Slovacchia che aveva in servizio alcuni di questi caccia.
Fronte interno russo
Anche in questa settimana sono proseguiti gli attacchi ucraini con uso di droni Bayraktar TB2. Non sono stati colpiti gravemente obiettivi militari ma dobbiamo segnalare come gli abbattimenti di questi droni turchi si sia fatto molto frequente. In un solo giorno ad esempio, ne avevano abbattuti ben tre. Segno forse che le difese aeree russe avessero ormai memorizzato la traccia radar di questi droni, molto ridotta per via della costruzione in materiali compositi, e sapessero individuarli con precisione.
Sono stati segnalati altri episodi di strani incendi in edifici e strutture, non molto numerosi, ma indicatori di squadre dei servizi forse ucraini in azione sul territorio russo.
Fronte tra Sieverodonetck e Kherson
Proseguono gli scontri presso Popasna, roccaforte molto ben attrezzata in questi 8 anni dagli Ucraini, ma ormai quasi interamente sotto controllo dei soldati dell’LPR e Russi.
Più a sud si segnala in azione il battaglione Somalia, che sta combattendo presso Adveevka. In precedenza era attivo presso Mariupol.
A Mariupol in questi giorni si registrano alcuni episodi di fuga dei civili dall’Azovstall. Il primo gruppo di 25 era fuggito nottetempo dalla guardia ucraina, rischiando di essere ucciso ed è stato accolto dai soldati russi. Stando alla loro testimonianza non sono mai stati informati delle varie tregue concordate per permettere la loro uscita.
Oggi poi è in corso anche un corridoio umanitario per l’uscita dei civili. Sono presenti anche i commissari dell’ONU e dei pullman per permettere ai civili di uscire ed essere portati presso centri di assistenza medica.
Kherson
La scorsa settimana le truppe ucraine avevano portato una offensiva contro le posizioni russe recuperando alcuni villaggi. Questa settimana le posizioni sono state tutte riprese dai russi.
Ieri è stato segnalato un bombardamento sull’aeroporto di Odessa. Sono stati colpiti tre magazzini con missili da crociera Oniks, https://it.wikipedia.org/wiki/P-800_Oniks, stando alle informazioni all’interno degli edifici colpiti venivano stoccate armi di fornitura occidentale.
Rischio reale di escalation incontrollata
Per un migliore approfondimento della situazione attuale e del rischio di ulteriore escalation del conflitto, rischio presente a seguito di una importante riunione dei vertici dei Paesi NATO presso la base militare di Ramstein in Germania, consiglio vivamente la visione di questo video.
Virgilio è uno dei fondatori dell’importante pagina di analisi Geopoliticalcenter. Con lui abbiamo esaminato nel dettaglio gli ultimi sviluppi di questo conflitto.
Uno degli aspetti che maggiormente ci ha preoccupati è la volontà manifesta della Polonia e della Gran Bretagna di inserirsi nel conflitto entrando con le loro truppe in Ucraina. Questa azione potrebbe portare con ogni probabilità ad una escalation incontrollata della guerra in corso.