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Esteri

Ancora venti di guerra sulla Siria

Siria e Turchia nuovi venti di guerra.
Iran, fine dell’esercitazione nel nord del Paese.
Afghanistan, sanguinosi attentati devastano il Paese, ipocrisia occidentale e niente aiuti per la popolazione.
Libano, scontri a Beirut.
Serbia e Kosovo moti in piazza per le persecuzioni ai danni della popolazione serba.
Nuova provocazione USA nel mar del Giappone.

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Medio Oriente

Aree di crisi nel mondo n. 88 del 16-10-2021

Siria e Turchia

Le minacce di Erdogan si abbattono su Damasco

Il Presidente turco Erdogan ha lanciato pesanti minacce contro la Siria.

President Barack Obama and First Lady Michelle Obama pose for a photo during a reception at the Metropolitan Museum in New York with Recep Tayyip Erdoğan of Turkey. This file is a work of an employee of the Executive Office of the President of the United States As a work of the U.S. federal government, it is in the public domain. Official White House Photo by Lawrence Jackson

Partendo dai recenti attacchi subiti dalle sue truppe di occupazione, Ankara si prepara a invadere altri territori siriani.

Tal Rifat per esempio, è stata proprio citata dal “sultano” come bersaglio di una possibile incursione.

Le truppe turche presenti nelle zone occupate sono state molto rafforzate in queste settimane.

Recentemente un nuovo gruppo terroristico, la Brigata Abu Bakr al Siddiq, ha rivendicato ben due attacchi con razzi contro i turchi.

La Turchia naviga in cattive acque, non solo in Siria, ma anche in casa propria.

Erdogan ha licenziato tre alti dirigenti della banca centrale, nominandone anche il nuovo vice governatore.

I tre erano rei di opporsi alle richieste, ordini, del Presidente, di abbassare il costo del denaro.

L’attuale governatore, Sahap Kavcioglu, nominato quest’anno, è noto per la sua naturale propensione a compiacere il “sultano”, già il mese scorso aveva abbassato il costo del denaro al 18%, tassi da nostri anni ’80, ora si prepara ad un nuovo ribasso.

Non appena è trapelata la notizia, i mercati hanno reagito portando ai minimi storici la valuta turca.

Si può notare come ai movimenti dei mercati, Erdogan faccia seguire i movimenti delle sue truppe.

Nulla di meglio che una guerra per distrarre l’opinione pubblica dai problemi, un po’ come qua da noi dove l’attenzione dei media è tutta sui green pass e nulla sugli aumenti di gas, luce, tasse, carburanti, e sulla carenza dei servizi essenziali come sanità o scuole.

Nel mirino di Ankara quindi vi sono sia il territorio di Tal Rifat, che vede la presenza di sfollati curdi, dalla prima campagna su Afrin, sia sul settore a nord est contro il tradizionale nemico curdo.

L’esercito siriano sta rispondendo portando a nord molte altre unità, lo abbiamo visto di recente, e ancora in questi giorni nuove truppe corazzate, dotate anche dei moderni T90A russi, donati alla Siria dal 2016.

Carro armato T90A This file is licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 Internationa

Rinforzi siriani sono giunti quindi sia nel settore di Aleppo, pronti ad intervenire in caso di attacco su Tal Rifat, sia lungo il confine della sacca di Idlib, dove si vanno accumulando da settimane in vista, forse, di una nuova offensiva con l’obbiettivo esplicito di liberare il territorio siriano almeno fino a tutta la M4, Jisr al Shougur compresa.

Sarebbe questo un duro colpo per il “sultano” da un lato, ma una grande vittoria per la Siria dall’altro.

Chissà se dall’Iran, magari, saranno arrivati anche i nuovi sistemi di difesa aerea Majid, visti di recente, e calibrati per contrastare, grazie al moderno radar 3D Kashef-99 ed un controllo di tiro opto-elettronico, proprio i droni di produzione turca o israeliana.

I bombardamenti che si mantengono costantemente su livelli elevati sui settori della provincia di Idlib occupati dai terroristi e gli arrivi di sempre nuove truppe siriane e turche nel settore, ci preparano ad affrontare entro breve una nuova campagna militare su questo pezzo di Siria ancora occupato.

Sul piano diplomatico, i paesi arabi stanno dimostrando aperture nei confronti della Siria.

Si prospettano riaperture di alcune sedi diplomatiche a Damasco, segno che l’isolamento imposto alla Siria ormai vacilla e si prepara a cedere il passo alla prossima distensione.

Nel centro della Siria intanto, abbiamo visto due attacchi, uno del giorno 8 di cui abbiamo parlato nello scorso articolo e un secondo ha avuto luogo il giorno 13, in questo attacco le forze aeree di Telaviv hanno dato la miglior prova di se.

I comandi russi hanno rivelato che per portarsi nella zona di attacco, vicino alla base di Al Tanf, i caccia della IAF hanno usato nuovamente dei voli civili come copertura, azione che costituisce un vero crimine.

Gli obbiettivi sono stati due , la base T4 Tyias, nuovamente, e una abitazione civile vicino un posto di controllo siriano, non se ne comprende bene il significato, sono stati uccisi due giovani soldati siriani e nessun obbiettivo di interesse è stato raggiunto.

Iran

L’Iran ha ultimato la grande esercitazione militare nel nord del Paese, si è svolta per diversi giorni allo scopo principale di mettere sotto pressione le autorità azere.

La presenza di agenti israeliani presso Baku, non è ben accetta da parte di Teheran, e il governo del Paese ci ha tenuto a renderlo ben esplicito al presidente azero Aliyev

Afghanistan

Il g20 appena conclusosi a tema Afghanistan non ha visto la partecipazione dei più importanti paesi, Cina e Russia non erano presenti alla kermesse organizzata da Draghi.

I presidenti Putin e Xi Jinping This file comes from the website of the President of the Russian Federation and is licensed under the Creative Commons Attribution 4.0 www.kremlin.ru

A breve infatti ci sarà un vertice a Mosca, in presenza, non virtuale, e ben organizzato.

Il G20 si è concluso con un nulla di fatto, i Paesi occidentali non intendono aiutare il popolo afghano, hanno parlato di cifre ma tutte sotto stretto regime ricattatorio, in pratica la UE si assicura che i talebani rifiutino i loro aiuti in quanto cesserebbero di essere se stessi accettando le condizioni imposte.

Si rivolgeranno pertanto ai più corretti Paesi vicini partecipando all’incontro di Mosca.

50th Munich Security Conference 2014: Henry Kissinger and Ursula von der Leyen questa immagine è stata pubblicata dalla
 Conferenza sulla sicurezza di Monaco con la licenza  Creative Commons Attribution Germany 3.0 sul sito web
 www.securityconference. autore Sebastian Zwez attribuzione Zwez / MSC

La von der Layen invece si è lavata le mani dagli aiuti alla popolazione e ora si preoccupa solo di non dover accogliere i profughi del disastro commesso in questi 20 anni di occupazione militare.

I paesi del nord est ergono alte barricate di filo spinato per impedire a famiglie in fuga dalla guerra di raggiungere la UE dopo un viaggio interminabile.

L’ipocrisia di Bruxelles è davvero incredibile!!

Il 20 si incontreranno quindi Cina Russia India, Pakistan, Iran, e i rappresentanti del governo di Kabul.

Il fatto stesso che i rappresentanti del governo afgano vengano ricevuti al tavolo negoziale, ne evidenzia il riconoscimento de facto, approccio estremamente più diretto e pragmatico rispetto all’ipocrita atteggiamento occidentale che ricerca sedi terze.

La delegazione UE e USA ha incontrato quella afgana a Doha, quasi se ne vergognasse, da notare poi che in questa occasione gli Afgani abbiano incontrato, a parte, anche una delegazione tedesca, la Germania non perde occasione per marcare il territorio.

Purtroppo dobbiamo rimarcare come il pesante lascito degli USA non manchi di mostrare la propria presenza, l’ISIS-K ha rivendicato il sanguinoso attentato alla moschea dell’Imam Bargah di Kandahar.

Più di 40 le vittime, altre decine di feriti.

Una settimana fa altre 50 vittime in un altro attentato sempre a firma ISIS-K, colpita la moschea Gozar e Sayed Abad presso Kunduz.

Se qualcuno si fosse chiesto perchè mai gli USA si impegnassero tanto nel trasferire miliziani ISIS dai territori siriani da loro occupati nell’est del Paese, adesso conosce la risposta.

Libano

Scontri a fuoco in piena Beirut

Una manifestazione di protesta contro l’operato politico di un magistrato è sfociata in tragedia quando un gruppo di cecchini appostati su tetti e piani elevati di diversi palazzi, ha aperto il fuoco contro i manifestanti in strada sotto di loro.

Sette finora le vittime.

I manifestanti erano legati a due importanti formazioni politiche e militari del Paese.

Hezbollah e Amal sono stati colpiti pesantemente da miliziani appartenenti ad una formazione di estrema destra libanese, LF sigla che sta per Forze Libanesi.

L’esercito libanese, quando sono cessati gli scontri ha arrestato alcuni miliziani per l’agguato compiuto e sta ricercando altri responsabili.

La protesta era rivolta contro l’azione politica che sta compiendo un magistrato che cerca, manipolando i fatti, di incolpare Hezbollah per l’incidente mentre la gestione del porto non era di certo loro.

Si tratta evidentemente di una manovra politica orchestrata da sponsor esteri che potremmo identificare in Israele, negli USA, nell’Arabia Saudita, tutti soggetti molto interessati ad isolare politicamente Hezbollah ed estrometterlo dalla vita politica del Libano o almeno dal suo governo.

Serbia e Kosovo

Avevano appena ritirato i mezzi dal confine dopo le tensioni delle settimane scorse, che subito ricominciano la baruffa.

Le forze di sicurezza kosovare sono intervenute nelle enclave serbe per “operazioni anti contrabbando” e hanno così causato reazioni della popolazione locale, scesa in piazza e per le strade.

I lanci di lacrimogeni hanno trasformato Mitroviza in un campo di battaglia, un cittadino di etnia serba è rimasto ucciso e alcuni militari feriti.

Il fattore che lascia intendere che si tratti di una iniziativa persecutoria è che nonostante nella provincia la malavita organizzata sia dilagante, le forze speciali della polizia si stiano accanendo principalmente contro i cittadini di etnia serba.

La Serbia infatti ha già denunciato le pesanti discriminazioni subite dalla popolazione e sta nuovamente muovendo le unità dell’esercito verso il confine kosovaro.

Unità di lanciatori mobili Pantsir S1 sono stati filmati mentre venivano trasferiti al fronte.

Il Presidente della Serbia Vucic ha incontrato nella città di Raska i rappresentanti delle comunità serbe del Kosovo per essere ragguagliato sulla situazione.

Petrovic, funzionario del governo di Belgrado ha chiesto ufficialmente l’intervento immediato della KFOR, ove questa non potesse o non volesse intervenire, ha detto, ci sarà chi potrà farlo.

Tira una brutta aria nei Balcani.

Mare del Giappone

Una ennesima provocazione USA ha rischiato di causare un grave incidente.

Il cacciatorpediniere USS Chafee ha impostato una rotta che lo avrebbe in breve portato a violare le acque territoriali russe.

Il tratto di mare in questione è il confine tra il mar del Giappone ed il Golfo di Pietro il Grande.

Dai tempi dell’URSS, queste acque sono state dichiarate come Mare interno e equiparate ad acque territoriali.

Gli USA naturalmente non riconoscono questa condizione e provano da tempo a violarle.

USS Chafee This file is a work of a sailor or employee of the U.S. Navy, taken or made as part of that person’s official duties. As a work of the U.S. federal government, it is in the public domain

Il tentativo della USS Chafee è stato giustificato dall’impossibilità di cambiare rotta dovendo far decollare un elicottero, tenuto per la bisogna sulla piattaforma di poppa coi i rotori accesi.

La Marina russa ha immediatamente ordinato alla sua unità nei pressi, la Admiral Tributs di affiancare l’unità statunitense e di portarsi in rotta parallela alle acque russe.

Side view of the Admiral Tributs (564), an Udaloy class Destroyer of the Russian Navy. Photo taken at the Manila South Harbor. This file is licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license. Author Picasa;rhk111

I due mezzi si sono progressivamente avvicinati fino a circa 60 metri quando la USS Chafee, capita l’antifona, ha optato per una provvidenziale virata a babordo allontanandosi dalla zona.

L’anno scorso, sempre di questi tempi, fu la USS John McCain, nomen omen, a causare l’incidente.

I comandi della Marina di Mosca diramarono l’ordine di aprire il fuoco con diritto di inseguimento, se un mezzo statunitense o di altro stato avesse nuovamente violato anche di un metro la sovranità russa.

La USS mc Cain aveva violato di poco le acque russe per due volte nel giro di pochi giorni.

Speriamo che ora non tentino una replica come l’anno passato.

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