Esteri
Carlota Isabel Salinas, leader femminista, assassinata in Colombia
di MADDALENA CELANO
Uomini armati fecero irruzione a casa sua e la costrinsero a uscire e, dopo averla percorsa per diversi metri, le spararono
L’evento si è verificato lo stesso giorno in cui lo Stato ha decretato la quarantena (AP), giovedì 26 marzo 2020.
La leader sociale Carlota Isabel Salinas, difensora dei diritti delle donne nel contesto del conflitto armato in Colombia, è stata assassinata in una città del dipartimento settentrionale di Bolivar.
Il crimine è avvenuto martedì nella municipalità di San Pablo, quando uomini armati hanno fatto irruzione nella sua casa e l’hanno costretta ad andarsene e, dopo averla fatta camminare, per diversi metri, le hanno sparato a morte, ha detto Gloria Amparo Suárez, avvocato dell’Organizzazione popolare femminile (OFP), a cui apparteneva la vittima, in una dichiarazioni della RCN Radio.
“Era una compagna che si è sempre distinta per la sua solidarietà, per l’accompagnamento delle altre donne, per il sostegno delle vittime della violenza di genere”, ha affermato Suárez.
Inoltre, di fronte alla pandemia di coronavirus, Salinas si era dedicata a portare cibo alle famiglie più vulnerabili nell’area urbana di San Pablo, rimaste senza cibo durante la quarantena ordinata dal governo colombiano per frenare il contagio.
“Era una leader sociale che aveva il potere tra le comunità e, piano piano, era diventata responsabile di varie iniziative all’interno del comune”, ha dichiarato il rappresentante legale della ONG.
La Popular Women’s Organization, ha esortato la Procura della Repubblica a “chiarire i motivi del crimine e indagare tra le strutture organizzate che esistono nella regione e che sono responsabili degli omicidi di leader e leader sociali”.
L’OFP ha sottolineato “l’urgenza per lo Stato colombiano di adempiere ai propri obblighi di dovuta diligenza e protezione della vita di coloro che lottano per le comunità, la giustizia e la dignità”, ha affermato l’avvocato, citato dall’agenzia di stampa Europa Press.
Dalla firma dell’accordo di pace, tra governo e FARC nel 2016, la Colombia ha subito una nuova ondata di violenza, principalmente a causa della lotta tra gruppi rivali, per impadronirsi del territorio e delle attività della guerriglia estinta, compreso il traffico di droga.
Secondo le Nazioni Unite, dalla firma dell’accordo di pace, almeno 303 leader sociali e difensori dei diritti umani e 173 ex guerriglieri delle FARC, sono stati assassinati, sebbene le ONG avvertano che le cifre sarebbero molto più alte.