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Esteri

Aree di crisi nel mondo n.23 del 17-1-2020

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di STEFANO ORSI

La crisi USA Iran e la riduzione della libertà di informazione in occidente

E anche il secondo blocco impostomi da Zuzzemberger&C. si è concluso.

In attesa di ulteriori sviluppi, proseguo il lavoro di informazione sugli scenari di interesse anche se questi vengono violentemente sanzionati, il primo blocco riguardava il post sui fatti legati alla figura del gen. Soleimani ucciso da un attentato americano, con la sua scorta e altre persone di spicco nella lotta al terrorismo, ed il secondo a causa della foto stessa della persona oggetto del video da me realizzato con SakerItalia nella figura dell’ottimo Sascha Picciotto che ringrazio e saluto, e che da sola è bastata per garantirmi un’altra giornata si sospensione.

Mi domando e dico, ma se si deve parlare di una fatto e di una persona, come si può anche solo immaginare che non si possa nemmeno pubblicarne l’immagine? Può dunque anche un quotidiano essere sanzionato per il fatto di parlare di un fatto pubblicando la foto dell’interessato? La libertà di parola viene sempre più lesa e strozzata con le scuse sempre più generiche e prive di fondamento di voler limitare la diffusione di e cito le normative interne di FB…:” Per impedire e interrompere atti di violenza reali, non permettiamo la presenza su Facebook di organizzazioni o individui che proclamano missioni violente o che sono coinvolti in azioni violente. Questo include organizzazioni o individui coinvolti nelle seguenti attività:

Terrorismo

Odio organizzato

Omicidio di massa (compresi i tentativi) o omicidio plurimo

Traffico di esseri umani

Violenza organizzata o attività criminale

Rimuoviamo inoltre contenuti che esprimono supporto o elogio di gruppi, leader o individui coinvolti in queste attività. È possibile trovare maggiori informazioni sulle nostre iniziative per la lotta al terrorismo qui.”

Come vedete sulla carta non si potrebbe che essere d’accordo se non che la definizione di terrorismo oggi è discutibile in quanto è oggetto di sottomissione a precisi interessi politici esclusivi di alcune parti in causa nella attuale rinascita della divisione in blocchi del mondo. Stiamo infatti vivendo la fase iniziale della fine della globalizzazione ad opera stessa di chi la iniziò ritenendo, e sbagliando, di poterla dominare e controllare per omnia specula saeculorum, mentre oggi torna sui suoi passi sentendosi minacciato a sua volta ed ecco che improvvisamente chi ti combatte non è più un militare ma diviene un terrorista, gli stati nemici divengono “stati canaglia”, la loro lotta al terrorismo vero viene venduta come terrorismo a sua volta, è noto ed evidente come ad esempio l’Iran si sia prodigato in questi anni per sconfiggere l’ISIS ed Al Qaeda e come combattesse i Talebani addirittura prima degli attentati delle Torri Gemelle negli USA, quando ancora lo stesso Bush li riceveva a Washington allettandoli con molti riguardi per ottenere l’autorizzazione alla costruzione di un oleodotto ed un gasdotto…

Per molti Paesi nel mondo Trump agisce come un terrorista, per molti Paesi anche Netanyahu lo sta facendo, per molti Paesi il massacro di civili nello Yemen è un crimine efferato, per i nostri governi è un fatto di cui non occuparsi impegnati come sono nello stringere le mani agli emiri arabi.

Il tutto è lasciato nelle mani di una informazione mainstream drogata dalla infiltrazione dei servizi a più livelli, come ci ha più volte spiegato ed evidenziato l’ottima Leni Remedios on i suoi articoli dalla piattaforma Progetto Andromeda.

I casi sono innumerevoli, ricorderete tutti le confessioni di Udo Ulfklotte.

Eppure siamo ancora in piedi, ci menano, ci spintonano, ma resistiamo. Non stupitevi se dovessimo sparire per un po’ perchè ci basterà una sola altra foto o parola mal scritta per essere bannati per parecchi tempo o eliminati del tutto, ricordate che è sempre attiva la mia pagina su Vk, ed il canale youtube a cui vi invito sempre ad iscrivervi, anzi vi ringrazio perchè in soli dieci giorni siamo passati da 412 a 476 iscritti che per me è davvero un altro risultato eccezionale.

Passiamo ora alla settimana.

Caso Iran

Sono state fomentate delle proteste all’interno del Paese, a causa delle rivelazioni fatte dalle autorità iraniane legate all’abbattimento del volo UIA752, costato la vita di 180 persone.

Cosa è stato rivelato.

Innanzitutto dopo il video diffuso dal NYT in cui una persona non meglio identificata filmava l’aereo in fase di decollo prima che venisse raggiunto dal primo dei due missili, le autorità iraniane hanno confermato che le loro indagini li portavano ad aver accertato che una batteria di tipo TOR m1 avesse veramente aperto il fuoco sul jet di linea in fase di decollo e che ciò fosse accaduto a causa del fatto che il radar primario di acquisizione lo avesse identificato come ostile dando pochi secondi di tempo all’operatore per decidere se abbatterlo o meno.

Il sistema TOR M1, è un sistema recente, (  https://www.armyrecognition.com/russia_russian_missile_system_vehicle_uk/tor-m1_9a331_sa-15_gauntlet_technical_data_sheet_specifications_information_description_pictures_uk.html ) ma stando alle dichiarazioni appare quasi certo che non fosse inserito in un sistema “integrato” di difesa e quindi in grado di identificare a priori il volo di linea evitando l’errore del sistema locale o dell’operatore.

Non è chiara infatti la dinamica effettiva dell’errore, perchè il sistema radar secondario avrebbe dovuto dialogare e riconoscere il transponder civile del volo, ma ciò non sembra essere avvenuto ed il radar primario, che ha altre funzioni , è infatti definito radar di tracciamento, è preposto all’individuazione di minacce e all’agire anche automaticamente ad una minaccia in prossimità, dove per prossimità è intesa una distanza massima di uno due Km, tipici di una traiettoria finale di un missile da crociera Tomahawk, che vira e sale velocemente di quota, puntando verso il bersaglio, proprio come stava facendo il volo UIA752 in fase di decollo.

Lo scenario avrebbe quindi una sua logica, dura e crudele, ma ci sarebbe. Difficile invece credere a scenari di attacchi informatici alla batteria di lancio, data appunta l’ipotizzabile isolamento e la non integrazione della medesima in un sistema di gestione delle difese aeree, a differenza di quanto è stato invece approntato in diverse occasioni in Siria dopo l’intervento militare russo a partire da settembre 2015.

Troppo distante da una rotta di volo di un AWACS perchè i suoi sistemi potessero ingannare un radar che ha una portata di soli 25 Km, il radar di ingaggio.

Ma un ruolo , un tassello ancora manca e non si inserisce nel contesto, il ruolo di colui o coloro che hanno girato i video del volo colpito, in quanto è inaccettabile ed incredibile che si fossero trovati casualmente sul posto all’ora giusta e stessero riprendendo per caso il decollo proprio di quel volo.

Il ruolo del personaggio che ha diffuso poi dalla Gran Bretagna i video è compromesso, Nariman Gharib, dissidente iraniano di lunga data, e che sia venuto immediatamente in possesso dei video poi girati al NYT tramite Christiaan Triebert. Triebert in precedenza lavorava per la testata Bellingcat finanziata in parte anche da gruppi legati alle operazioni del Governo usa ed implicati, come la National Endowment for Democracy, in destabilizzazioni di governi come in Venezuela, con Guaidò. Mi pare già che vi siano troppe coincidenze.

Poi iniziano nuove proteste pilotate nel Paese, ed ecco che subito i media ci parlano di masse di popolazione che combattono per la libertà e per i diritti, mentre a guardare i video girati si capisce come i numeri contraddicano abbondantemente i racconti dei media, esattamente come fecero per il Venezuela quando volevano provocare un golpe e portare l comando il burattino fallito Guaidò e come invece sono riusciti a fare in Bolivia.

Agendo sulla stanchezza e difficoltà delle persone a causa delle sanzioni imposte al Paese dagli USA, da un feroce blocco economico che , come per il Venezuela , strozza l’economia e ricade pesantemente sulla popolazione, anche in Iran alcune limitate fasce di popolazione possono cadere nell’inganno del nemico, che fa credere loro di poter aspirare ad una vita migliore, ma come ben sanno gli Ucraini del post Maidan, nessuna bugia fu tanto falsa e crudele come quella.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo