30 Giugno 2025
TØMK€Y PRESENTA il suo ultimo singolo “Cuore in Bara”

Di Fabia Tonazzi
photo pressoffice
In uscita il 4 luglio il nuovo singolo di TØMK€Y, (sui migliori digital store) nome d’arte di Thomas Cotrone, artista classe 1997 originario di Giussano (MB). Il singolo si chiama “Cuore in bara”.
Ecco cosa ci ha detto l’artista sul suo singolo:
“Cuore in Bara” non è solo una canzone. È uno sfogo, una confessione, un grido che nasce da ferite profonde e da una vita segnata da dolore, sacrificio e resilienza.”
“Cuore in Bara” è un pezzo autobiografico.
Gran parte del testo nasce da esperienze personali: parla di dolore vero, vissuto. Il rapporto difficile con mio padre, segnato dall’alcol, la perdita di mio nonno – che per me è stato come un secondo padre – e il ruolo centrale di mia madre, che ha tenuto in piedi tutto anche nei momenti più bui.
Ovviamente c’è anche una parte che va oltre la mia storia personale. Alcune immagini o frasi sono simboliche, servono a rappresentare un dolore più universale, quello che può provare chiunque si sia sentito solo, tradito o abbandonato. Però la base emotiva e il messaggio centrale sono miei al 100%.
“Cuore in Bara” è il mio modo di mettere in musica ferite vere, ma anche la forza che ne è venuta fuori.
Come mai Tom proprio la parola bara?
Ho scelto la parola “bara” perché è forte, definitiva.
Volevo trasmettere l’idea di qualcosa che è morto dentro, che non si può più salvare. “Cuore in Bara” rappresenta quel tipo di dolore che non passa, che ti cambia per sempre. Non è solo tristezza, è lutto emotivo.
Una ferita che non guarisce, un vuoto che ti porti dietro ogni giorno.
E chiamarlo solo “cuore spezzato” non bastava: il mio cuore non era rotto… era sepolto.
Artisti di riferimento che hanno influenzato la tua musica?
Ce ne sono diversi che mi hanno influenzato, ma se devo dirne uno in particolare direi Gionny Scandal
Mi ispira per la sincerità con cui racconta le sue ferite, senza filtri, ma con stile. Non si nasconde dietro le parole, e questo per me è fondamentale: la musica deve essere vera.
Nel mio caso, cerco di prendere quella stessa intensità emotiva e metterla nei miei pezzi, come ho fatto con “Cuore in Bara”.
Non imito nessuno, ma rispetto profondamente chi ha avuto il coraggio di trasformare il dolore in arte.
Tom, nascere a Giussano piuttosto che altrove ha un valore aggiunto o…?
La mia città ha avuto un impatto enorme su quello che scrivo e su come lo scrivo.
Non sono nato in una grande capitale europea piena di opportunità e palchi ovunque. Sono cresciuto in una realtà più piccola, con meno rumore ma più silenzi da ascoltare. E quei silenzi, quei vuoti, sono finiti nei miei testi.
In un posto dove non succede tutto, succede di più dentro di te.
La mia musica è figlia di questo: meno apparenza, più sostanza.
Se fossi nato a Londra, Parigi o Berlino forse avrei fatto musica diversa, più “costruita”. Invece la mia è viscerale, cruda, senza troppi filtri. Perché qui, se non sputi fuori quello che hai dentro, nessuno lo fa per te.
Il singolo nasce di getto o…? Cosa pensi dei talent show di oggi?
“Cuore in Bara” è nata da un’esplosione emotiva, quindi il cuore del pezzo è venuto di getto.
La rabbia, il dolore, il bisogno di dire certe cose che mi portavo dentro da anni… erano lì, pronti a uscire. Le prime barre sono venute fuori senza pensarci troppo, come se mi stessi sfogando direttamente sul beat.
Ma poi è arrivato il lavoro da cesellatore.
Ho voluto che ogni parola avesse un peso, ogni rima una direzione precisa. Non potevo permettermi di raccontare quella parte di me in modo approssimativo. Ci ho messo mano più volte, limando, tagliando, riscrivendo, finché ogni barra non suonava esattamente come doveva.
È una canzone che senti subito, ma che è costruita con cura.
Perché quando parli di dolore vero, o lo dici bene… o è meglio stare zitti
Credo che i talent show di oggi abbiano un valore importante: sono piattaforme potenti per far emergere artisti nuovi, spesso raccontando storie intense e vere, non solo voci. In Italia, programmi come Italia’s Got Talent
Ci sono anche format musicali diretti come X Factor, The Voice Generations o Tú sí que vales, ognuno con la sua anima e stile.
Se potessi avere una bacchetta magica e sedermi con un giudice, sceglierei Mara Maionchi. È una leggenda della musica italiana, capace di cogliere il talento autentico, brusca ma vera.
La musica è anche politica?
Oggi la musica è molto più variegata di un tempo, ma forse anche più prudente. C’è tanto intrattenimento, tanto stile, ma meno voglia di esporsi davvero.
I “cantanti schierati” esistono ancora, ma sono pochi, e spesso stanno fuori dal mainstream.
Viviamo in un’epoca dove esporsi politicamente può farti perdere pubblico, contratti, numeri. Molti preferiscono restare neutrali, anche se dentro hanno opinioni forti. E lo capisco, ma lo rispetto solo in parte.
Io credo che la musica debba anche prendersi dei rischi.
Non dico fare propaganda, ma raccontare la realtà, dire le cose scomode. Se un artista sente il bisogno di parlare di ingiustizia, di diritti, di temi sociali, lo deve fare.
Le canzoni che restano, spesso, sono quelle che hanno avuto il coraggio di schierarsi.
Oggi più che mai c’è bisogno di voci che non si limitino a suonare bene, ma che abbiano qualcosa da dire.
Il tipo di musica che fai, il trap ti rappresenta?
Ho scelto questo genere perché mi permette di dire tutto, senza filtri.
La trap, il rap, o comunque la musica che faccio, mi dà lo spazio per essere crudo, emotivo, diretto. Non mi interessa fare musica solo per far ballare o piacere a tutti: io scrivo per restare, per lasciare un segno.
È un genere che nasce dalla strada, dal disagio, dalla verità. E io lì ci sono cresciuto.
La passione è nata da piccolo, quando ho iniziato a vedere che certe canzoni riuscivano a dire quello che io non riuscivo a spiegare a parole. Mi rifugiavo nella musica per sfogarmi, per capirmi, per non impazzire.
A un certo punto ho capito che non volevo solo ascoltare, ma anche raccontare.
Scrivere è diventata la mia terapia. Il microfono, il mio sfogo. La musica, la mia casa.
biografia
TØMK€Y, nome d’arte di Thomas Cotrone, è un artista classe 1997 originario di Giussano (MB). Il suo singolo di debutto, “24H”, è uscito il 18 aprile 2025 ed è disponibile su tutte le piattaforme digitali. TØMK€Y trasforma il dolore personale in forza creativa, trovando nella musica la sua chiave di rinascita. Il suo stile è un mix di urban, fresco e magico, con sfumature che spaziano tra melodia e rap, mantenendo un’alta carica emotiva. Il viola è il suo colore simbolo, e la chiave il suo simbolo, rappresentando mistero, forza e luce.
TØMK€Y ha iniziato a scrivere brani nel 2015, pubblicando estratti su YouTube e video musicali. Il singolo “24H” segna un nuovo inizio, abbandonando il passato e presentando un’identità solida. “24H” è descritto come più di una canzone, una dichiarazione di presenza, una dedica d’amore vera che non si nasconde dietro cliché secondo un articolo. Il 4luglio 2025 esce “Cuore in bara”.
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