27 Luglio 2025
Il mistero di Posillipo: il delitto insoluto di Anna Parlato Grimaldi
Solo così la giustizia potrà vincere sull’inquietudine silenziosa che da decenni grava su via Petrarca, a Napoli.

Di Pierdomenico Corte Ruggiero
31 marzo 1981. La nascente stagione primaverile accompagna il rientro a casa di Anna Parlato Grimaldi, 45 anni, ex presidente dell’Ippodromo di Agnano e collaboratrice del Mattino, nella sua villa di via Francesco Petrarca 133/135 a Posillipo. Qualcuno l’attende al di là del cancello: quattro colpi di pistola la raggiungono, e la sua vita s’interrompe sul vialetto d’ingresso, pochi metri dall’abitazione .
L’arma esplode cinque colpi. Uno resta inesploso. Analisi balistiche successive suggeriscono la presenza del DNA dell’assassino sul bossolo rimasto integro .
L’assassino utilizza una Browning Baby calibro 6,35. Pistola che richiama un altro delitto irrisolto avvenuto a Napoli nel 1975. La strage di via Caravaggio. L’assassino porta via la Browning Baby calibro 6,35 di proprietà di Domenico Santangelo.

Riassumiamo le piste investigative seguite in questi anni.
1. Movente passionale: Elena Massa
Subito dopo il delitto, l’indagine vira sul triangolo sentimentale tra Anna, Ciro Paglia – capocronista del Mattino – e sua moglie Elena Massa, anch’essa giornalista. Massa possedeva un’arma dello stesso calibro dell’assassino e presentava tracce di polvere da sparo sulle mani, dopo aver dichiarato di essere stata al poligono quel giorno . Venne assolta con sentenza passata in giudicato.
2. Camorra & sequestro: la via della mafia
Nel dicembre 1980, Gianluca Grimaldi, nipote di Anna, fu sequestrato; venne chiesto un riscatto di oltre 10 miliardi di lire. Solo una parte della somma fu versata. Secondo un pentito , Anna provò a negoziare con Raffaele Cutolo: il delitto sarebbe stato una punizione . Anche l’ex boss Luigi Giuliano confermò questo scenario, affermando che il colpo fu probabilmente voluto come avvertimento, non come omicidio intenzionale .
3. Affari, potere e soldi: l’ipotesi economica
Elvira Grimaldi — figlia di Anna — ha sempre sostenuto che il movente non è passionale né mafioso, ma legato a interessi economici e di potere. Ritiene che Elena Massa sia stata un comodo capro espiatorio e punta il dito verso figure vicine alla famiglia per questioni patrimoniali o gelosie aziendali .
Opinione di un criminologo
La criminologa Gabriella Notorio ha evidenziato che l’assassino conosceva dettagli precisi della vita di Anna: sapeva che quella sera sarebbe tornata in anticipo, che era un giorno speciale e che si sarebbero festeggiati i 24 anni di Elvira. L’aggressore era armato, entrato arbitrariamente nel cortile e il proiettile inesploso può ancora oggi fornire indizi balistici. Le nuove tecnologie applicate ai bossoli possono infatti aprire nuove piste investigative .
La lotta di Elvira: ricordi e richieste
Elvira, all’epoca 24enne, organizza il suo compleanno quella stessa sera. Trova il cancello aperto e i bossoli a terra. Non ha mai creduto alla pista passionale e convive con l’idea che l’assassino sia ancora vivo . Ha attivato da anni una mail pubblica (veritaperanna@gmail.com) per raccogliere segnalazioni anonime e chiede ufficialmente la riapertura del caso da parte della Procura di Napoli .
Riferisce di aver subito minacce — un piccione sgozzato davanti a casa e lettere intimidatorie — che puntano a silenziare la sua battaglia per la verità .
Il Giallo di Posillipo resta uno dei cold case più evocativi della cronaca italiana: un intreccio di passioni, intrighi di famiglia e sospetti mafiosi.
Dopo oltre 44 anni, nessuna condanna è stata emessa.
La pista passionale, un tempo predominante, lascia spazio a ipotesi più complesse su potere e affari. Elvira Grimaldi continua a cercare verità, sostenendo che l’approccio investigativo del passato sia stato limitato e miopico.
L’omicidio di Anna Parlato Grimaldi non deve rimanere un mistero, come già si temeva appena dieci giorni dopo il delitto.

Il caso potrebbe riaprire spiragli con un nuovo esame dei reperti, in particolare il proiettile non esploso su cui potrebbe emergere DNA.
La richiesta è chiara: un’indagine nuova di zecca, dotata delle tecnologie moderne, per riscrivere finalmente una vicenda rimasta in sospeso.
Solo così la giustizia potrà vincere sull’inquietudine silenziosa che da decenni grava su via Petrarca, a Napoli.
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