Esteri
La Russia stringe forti alleanze in Asia
i viaggi con aottimi risultati del Presidente russo in Asia presso la Corea e il Vietnam.
Aree di crisi nel mondo n. 204 del 23-6-24
Mosca
Due viaggi del Presidente Putin stanno alterando gli equilibri strategici dell’Asia.
Il primo viaggio è stato effettuato il 18 giugno a Pyongyang.
Una accoglienza fuori dai normali schemi e consuetudini ha accolto il viaggio del Presidente Putin.
Gigantografie dei due leader affiancate lungo il percorso testimoniavano la solennità dell’evento.
Tutta la simbologia nella cerimonia stava ad indicare che in quelle ore si celebrava un passaggio fondamentale nella storia dei due Paesi.
Qui si trova il testo degli accordi sottoscritti e suddiviso in 23 punti.
L’accordo si compone di 23 articoli, i primi 6 sono, credo, i più importanti:
Articolo 1
Le Parti sostengono e sviluppano costantemente, tenendo conto della legislazione dei loro Stati e dei loro obblighi internazionali, relazioni di partenariato strategico globale basate sui principi del rispetto reciproco della sovranità statale e dell’integrità territoriale, della non ingerenza negli affari interni, dell’uguaglianza e di altri principi del diritto internazionale relativo alle relazioni amichevoli e alla cooperazione tra gli Stati.
Articolo 2
Le Parti, attraverso il dialogo e i negoziati, anche al massimo livello, si scambiano opinioni su questioni relative alle relazioni bilaterali e all’agenda internazionale di reciproco interesse, e rafforzano inoltre il coordinamento e l’interazione congiunti sulle piattaforme internazionali. Nel tentativo di stabilire una stabilità strategica globale e un nuovo ordine internazionale giusto ed equo, le Parti mantengono una stretta comunicazione tra loro e rafforzano la cooperazione tattica e strategica.
Articolo 3
Le Parti cooperano tra loro per garantire una pace e una sicurezza regionali e internazionali durature. In caso di minaccia immediata di un atto di aggressione armata contro una delle Parti, le Parti, su richiesta di una delle Parti, utilizzeranno immediatamente i canali bilaterali per le consultazioni al fine di coordinare le loro posizioni e concordare possibili misure pratiche aiutarsi a vicenda per eliminare la minaccia emergente.
Articolo 4
Se una delle Parti subisce un attacco armato da parte di uno o più Stati e si trova quindi in uno stato di guerra, l’altra Parte fornirà immediatamente assistenza militare e di altro tipo con tutti i mezzi a sua disposizione ai sensi dell’articolo 51 della Convenzione. Carta delle Nazioni Unite e in conformità con la legislazione della Repubblica popolare democratica di Corea e della Federazione Russa.
Articolo 5
Ciascuna Parte si impegna a non stipulare accordi con Stati terzi diretti contro la sovranità, la sicurezza, l’integrità territoriale, il diritto alla libera scelta e allo sviluppo dei sistemi politici, sociali, economici e culturali e altri interessi fondamentali dell’altra Parte, e a non prendere parte in tali azioni. Le Parti non consentono a Stati terzi di utilizzare il proprio territorio allo scopo di violare la sovranità, la sicurezza o l’integrità territoriale dell’altra Parte.
Articolo 6
Le Parti sostengono reciprocamente le politiche pacifiche e le misure volte a proteggere la sovranità statale, a garantire la loro sicurezza e stabilità, a difendere il loro diritto allo sviluppo, e collaborano attivamente tra loro nel perseguire tali politiche volte a stabilire un giusto nuovo ordine mondiale multipolare.
In questi articoli è contenuto l’accordo di difesa reciproca che pone le basi per un intervento degli alleati in caso di aggressione.
In tal senso in caso di allargamento del conflitto in Ucraina con l’ingresso ad esempio della NATO, si configurerebbe una aggressione alla Russia che travalica l’Operazione Militare Speciale, divenendo una aggressione formale della NATO contro la Federazione Russa, questo imporrebbe l’invio da parte della RPDC di sistemi d’arma senza limiti e di forze di terra. Idem in caso che la Corea del sud o gli USA attaccassero la RPDC.
Il nervosismo e la preoccupazione USA a tal riguardo sono emersi a più riprese dalle dichiarazioni sia della portavoce della WH, K. Jeanpierre, che da quelle di Kirby.
La conferenza stampa seguita alla firma degli accordi ha celebrato ancora la solennità del momento.
https://www.marx21.it/internazionale/dichiarazioni-stampa-dopo-i-colloqui-tra-russia-e-rpdc
Importante notare come al momento, alla Russia, più che armi, occorra fornitura di manodopera, concetto già da noi avanzato in precedenza, data la condizione di piena occupazione in cui la Russia si trova al momento, e che per proseguire nella crescita economica da un lato, ormai tutte le statistiche la collocano come 4a potenza economica mondiale, avendo superato sia Cina che Giappone nel PIL PPP basato sul reale potere di acquisto.
Allego l’articolo più recente con i dati aggiornati e reali della Banca Mondiale che li ha pubblicati nei giorni scorsi.
https://www.worldbank.org/en/programs/icp/data
https://acrobat.adobe.com/id/urn:aaid:sc:AP:5500d98b-5b15-4c0a-b043-be75b77426ec
Per crescere ulteriormente, necessita di manodopera specializzata sia per il settore della Difesa sia per il mercato civile, pertanto l’apertura delle frontiere coreane assume una rilevanza assolutamente prioritaria, e lo fa a doppio senso, sia per quanto riguarda un flusso di manodopera verso la Russia sia per l’investimento russo, e anche cinese, sul territorio nord coreano.
Attendiamoci quindi uno scambio sostanzioso di tecnologia e collaborazione a più livelli e a doppio senso tra Mosca e Pyongyang.
Il viaggio del Presidente Putin in Vietnam
Decollato da Pyongyang, il Presidente Putin, si è recato in Vietnam ed è atterrato ad Hanoi.
Anche qui è stato accolto con tutti gli onori.
Il presidente vietnamita To Lam, insediatosi il 22 maggio, ha accolto il Presidente russo con calore e amicizia manifesta.
Mentre l’Occidente vara molteplici pacchetti di sanzioni e si affanna nel dimostrare un fantomatico isolamento russo, la diplomazia russa procede quasi a valanga nel mondo, dall’Asia all’Africa al sud America.
Il Vietnam, a differenza della RPDC non è un paria nei rapporti col resto del mondo, è anzi una economia emergente e corteggiata da molti, USA innanzi tutti, che l’anno scorso sventolavano come fatta una alleanza addirittura militare col vecchio nemico della guerra storica nella fu Indocina.
Non è stato così facile evidentemente.
L’accordo russo vietnamita assume pertanto il significato di una Russia per nulla isolata e anzi molto attiva e presente nel mondo.
Il ministro Lavrov è stato di recente impegnato n un importante serie di viaggi in Africa dove è arrivato anche in Guinea, e la recente fuoriuscita della Francia dai suoi antichi territori coloniali, ma anche gli USA stanno uscendo di scena, segna ulteriori progressi del fronte sino-russo.
Il Vietnam è uno dei principali esportatori di abbigliamento, mantiene buoni rapporti con gli USA, anche con altri vicini asiatici come l’India.
Hanoi applica molto bene la “Diplomazia di bambù” si piega ai venti della politica mondiale e si raddrizza non appena cessano curando principalmente i propri interessi.
Pertanto non vi è traccia di un accordo di difesa, che avrebbe limitato le possibilità vietnamite nell’area, ma vi sono contenuti importanti quali: I documenti firmati riguardano vari settori di cooperazione, tra cui l’istruzione superiore e la scienza, lo sviluppo di infrastrutture di laboratorio per combattere le epidemie, la politica fiscale e l’amministrazione fiscale, la lotta contro i reati doganali, la costruzione del Centro per la scienza e la tecnologia nucleare in Vietnam, il lo sviluppo del Blocco 11-2 della piattaforma continentale del Vietnam, la cooperazione tra la russa Novatek e la Petrovietnam Oil and Gas Corporation, e tra il Fondo russo per gli investimenti diretti e il Fondo BVIM.
Una collaborazione che tocca molteplici aspetti dall’economia, al settore dell’istruzione a quello energetico, strategico insomma.
Nel settore energetico, presumo si intendano da sviluppare gli impianti di rigasificazione per nuove e consistenti forniture di GNL dalla Russia che sosterranno la produzione energetica vietnamita in attesa di sviluppo di tecnologia e impianti nucleari.
È anche possibile che vi siano protocolli segreti e non rivelabili che comprendano collaborazioni più estese nel settore della difesa, e che per ovvie ragioni di danno economico per il Vietnam, non siano stati divulgati.
Non è secondario che, dati i rapporti difficili di Hanoi con Pechino, questo accordo sia visto nell’ambito di un bilanciamento del peso cinese in un quadro di alleanza con la Russia.
Non possiamo non ricordare che nel novero degli alleati occidentali vi siano come protagonisti alcuni tra i maggiori carnefici di vietnamiti, Francia, Giappone e USA, e non credo sia una popolazione che, per quanto pragmatica, sia di memoria corta.