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19 Ottobre 2025

Contro la Tesi del “Tradimento”: La Storia che Carlos Fuentes e la Repubblica Scelgono di Dimenticare

Replica all’Ideologia Parziale di Carlos Fuentes (Articolo del 22/10/2025)

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Di Maddalena Celano

L’articolo di Carlos Fuentes, intitolato “Così Castro tradì la speranza cubana”, che la Repubblica ripropone in data 22 ottobre 2025, incarna la narrativa prevalente di una certa intellighenzia post-rivoluzionaria. Questa tesi si concentra unicamente sul presunto “tradimento” degli ideali democratici e sull’amara delusione, ignorando colpevolmente i successi sociali e le ragioni fondamentali della Rivoluzione.

La critica di Fuentes è un falso storico per omissione, una narrazione che distorce la comprensione della Cuba pre-rivoluzionaria per esaltare il fallimento politico di Castro.

1. La “Speranza Tradita” Ignora il Regime di Terrore di Batista

Fuentes lamenta la perdita della libertà di stampa e l’espulsione delle élite. Ma che tipo di libertà e che tipo di élite esistevano prima del 1959?

● Repressione e Tortura: Il regime di Fulgencio Batista non era affatto un’isola di libertà democratica. Era una dittatura militare sanguinaria che praticava in modo sistematico tortura, sparizioni forzate e terrore di Stato. Il popolo desiderava prima di tutto la fine di questa oppressione.

● Borghesia e Criminalità Organizzata: L’articolo lamenta l’esilio di una “borghesia nazionalista”, ma ignora che gran parte di questa classe, in particolare nei settori nevralgici dell’economia turistica, era strettamente associata alla mafia italo-americana. Boss come Meyer Lansky e i loro prestanome cubani controllavano i casinò, il gioco d’azzardo e il traffico di droga, con la protezione diretta di Batista. L’azione di Castro contro questa élite non fu un tradimento, ma un atto necessario di risanamento nazionale e di recupero della sovranità del Paese.

● Disuguaglianze Strutturali: La società cubana era segnata da profonde disuguaglianze razziali e di genere, con una vasta popolazione rurale e afro-cubana esclusa da istruzione, sanità e opportunità economiche. La “speranza” non era solo la democrazia, ma la giustizia sociale radicale.

2. Le Promesse Sociali Mantenute: I Traguardi Taciuti

Mentre Fuentes si concentra sul fallimento politico, egli omette clamorosamente i traguardi sociali rivoluzionari che trasformarono radicalmente la vita della maggioranza della popolazione:

● Alfabetizzazione di Massa: Un Trionfo Planetario Sottovalutato La Campagna di Alfabetizzazione del 1961 ridusse l’analfabetismo da oltre il 23% a meno del 4% in pochi mesi. Questo successo, un’impresa senza precedenti nel continente, non trova spazio nella critica di Fuentes.

● Sanità e Istruzione Universali: La creazione di un sistema sanitario e di istruzione pubblici e gratuiti ha garantito accesso alle cure e all’istruzione a tutti, innalzando gli indici di aspettativa di vita e abbassando drasticamente la mortalità infantile a livelli comparabili a quelli del Primo Mondo. Questi risultati, ampiamente riconosciuti, vengono completamente oscurati.

● Eguaglianza Sociale: La Rivoluzione pose fine alla segregazione razziale e promosse l’integrazione delle donne nella forza lavoro e nella vita pubblica, sfidando le vecchie gerarchie sociali batistane.

3. Approssimazione Cronologica: Il Dettaglio che Rivela la Superficialità

Anche nel descrivere l’epica marcia, vi è un’approssimazione che denota una mancanza di rigore storico (come presente anche nell’articolo di Mauro). L’ingresso trionfale di Fidel Castro a L’Avana avvenne solo l’8 gennaio 1959, dopo una lenta avanzata da Santiago, e non il 2 gennaio come si può dedurre confusamente dalla narrazione che mescola l’arrivo dei barbudos e dei giornalisti.

L’articolo di Carlos Fuentes è una rappresentazione distorta della Rivoluzione Cubana. Concentrandosi sul fallimento della democrazia liberale, esso sceglie di ignorare il contesto di tirannia e criminalità mafiosa da cui Cuba si è liberata e i traguardi sociali che hanno riscattato la maggioranza della popolazione. L’articolo di Fuentes è ideologico non solo perché critica Castro, ma perché occulta la parte di storia più scomoda per la narrativa occidentale.