14 Settembre 2025
Assurdo atroce: attaccano chi vuole solo salvare vite — fino a quando la comunità internazionale sarà complice?
Il mondo sta guardando. E il mondo sarà giudicato per le sue azioni o inazioni.

Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera
**La realtà dell’assurdo**
**A marzo 2025**, la Global Sumud Flotilla — una coalizione internazionale di navi che trasporta cibo e medicine a Gaza — è stata presa di mira da attacchi con droni mentre era ormeggiata nel porto di Sidi Bou Said, in Tunisia. Il primo attacco ha colpito la nave Family, battente bandiera portoghese; il secondo, l’Alma, battente bandiera britannica.
A bordo non c’erano armi. Non erano navi da guerra — ma imbarcazioni civili, con a bordo attivisti, parlamentari, consiglieri comunali e cittadini comuni che trasportavano solo cibo, medicine e speranza. Attaccare navi umanitarie è un crimine contro l’umanità, un assurdo morale che deve essere denunciato al mondo.
**Le voci della denuncia**
**Ada Colau, ex-sindaca di Barcellona:**
“Il minimo è l’embargo sulle armi, ma bisogna isolare Israele politicamente ed economicamente.”
Ricorda che sabotare la flottiglia viola la sovranità tunisina e ostacola gli aiuti umanitari.
**Greta Thunberg, attivista svedese:**
“Questi ripetuti attacchi avvengono durante un’aggressione israeliana intensificata; sono un tentativo orchestrato per distrarre e far deragliare la nostra missione.”
**Thiago Ávila, attivista brasiliano:**
“Un drone ha sganciato un altro dispositivo incendiario. Fortunatamente, siamo riusciti a contenere il danno, senza feriti — ma l’allarme è chiaro: prendono di mira chi vuole solo portare aiuto.”
La Tunisia ha classificato l’episodio come “assalto orchestrato” e ha avviato un’indagine.
L’Italia ha chiesto il rispetto dei diritti dei suoi cittadini a bordo, ricordando che tra gli attivisti ci sono parlamentari.
**La responsabilità globale**
Attaccare navi umanitarie non significa solo attaccare civili — significa attaccare l’idea stessa di solidarietà. Significa negare il diritto alla vita a un intero popolo che già affronta un blocco totale, con fame diffusa, ospedali senza energia e migliaia di morti.
Il silenzio complice delle istituzioni internazionali — in particolare dell’ONU, paralizzata dal veto degli USA — espone il fallimento di un sistema che non garantisce più la vita, ma solo discorsi vuoti. Se il mondo sa cosa sta succedendo e non agisce, la complicità diventa parte del crimine.
**Parlamentari, consiglieri, gente comune**
A bordo delle navi c’erano deputati, consiglieri comunali, leader sociali, medici, sindacalisti e cittadini comuni. Hanno messo a rischio le loro vite in nome della dignità umana. Non si tratta di radicalizzazione: è il gesto politico e morale più fondamentale possibile.
Quando rappresentanti eletti salgono su navi indifese, affrontando droni e minacce, è chiaro che non si tratta più solo di Gaza, ma di tutta l’umanità.
**Chiamata all’azione: agire ora**
Non basta indignarsi. Bisogna agire:
* **Pretendere sanzioni:** embargo sulle armi, sospensione del supporto militare e rottura delle relazioni diplomatiche.
* **Pressionare parlamenti e consigli comunali** affinché approvino mozioni di condanna.
* **Dare visibilità permanente:** sui social, per le strade, con veglie, nelle campagne.
* **Sostenere le organizzazioni umanitarie** che operano a Gaza.
* **Far parte della resistenza civile:** nessuno può dire “non lo sapevo”.
**Conclusione: La prova finale per la nostra umanità**
L’attacco alla flottiglia è un simbolo devastante. Quando si bombarda chi trasporta medicine e pane, non si dichiara guerra a un esercito, ma alla compassione stessa. Questo momento va oltre la questione palestinese; mette ogni nazione e ogni individuo di fronte a uno specchio.
La domanda che riecheggia non è più solo “Gaza sopravviverà?”, ma “sopravviverà la nostra umanità collettiva?”. Ciò che definirà il nostro tempo non sarà solo la brutalità degli aggressori, ma la passività di chi, avendo il potere di agire, sceglie di nascondersi dietro la diplomazia e dichiarazioni tiepide.
Il mondo sta guardando. E il mondo sarà giudicato per le sue azioni o inazioni. Non possiamo, non dobbiamo, fallire questa prova storica. Il tempo di agire è adesso, prima che l’ultimo respiro di speranza si spenga non solo a Gaza, ma nella nostra stessa coscienza.
