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08 Dicembre 2025

L’Immacolata del 1970: Un paese ignaro

Dopo il fallito golpe fallito Borghese, Gelli e P2 infiltrano le istituzioni: rischio autoritarismo sottile.

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Di Pierdomenico Corte Ruggiero

L’8 dicembre 1970, festa dell’Immacolata Concezione, gli italiani si svegliarono in un clima di rassicurante sobrietà, con la messa trasmessa in televisione secondo la programmazione festiva dell’epoca.

Eppure, a loro insaputa – e lo avrebbero scoperto solo anni dopo – poche ore prima, era stato tentato un colpo di Stato: il celebre “Golpe dell’Immacolata”.

Organizzato dal Principe Junio Valerio Borghese, l’azione vide la partecipazione di estremisti di destra e alcuni elementi delle Forze Armate. Negli anni successivi, questo tentativo venne spesso ridimensionato come una “pagliacciata di nostalgici” o una “cosa da circolo delle bocce”.

Non una Farsa: Il Vero Rischio del Golpe Borghese

Ma la realtà era ben diversa. Come ben descritto anche nel film “Vogliamo i colonnelli” di Mario Monicelli – che resta un invito alla riflessione – il rischio non era tanto nel successo immediato degli uomini di Borghese. Che non era possibile per i seguenti motivi.

  • Forza Militare Insufficiente: Le forze guidate da Borghese non avevano la potenza militare per imporsi sulla nazione.
  • Lealtà Democratica: Gran parte delle Forze Armate e di Polizia sarebbe rimasta fedele alle istituzioni democratiche.
  • Contropotere Civile: La presenza di un forte Partito Comunista Italiano (PCI) con una grande capacità di mobilitazione popolare rappresentava un ostacolo imponente.

Il vero, terrificante pericolo del Golpe Borghese risiedeva nell’eventuale reazione per stroncarlo: la cosiddetta “Esigenza Triangolo”. Il pretesto di usare la forza militare per “ristabilire la democrazia” avrebbe potuto in realtà portare alla sua limitazione permanente, attraverso l’imposizione di leggi speciali e la presenza militare in strada a tempo indeterminato. Una ricetta autoritaria simile a quella evocata dopo la strage di Piazza Fontana (1969) e il rapimento Moro (1978).

L’Annullamento e l’Ascesa della P2

Il Golpe Borghese fu annullato all’ultimo momento. Perché?

La tesi storica suggerisce che si fosse trovato un modo per ottenere lo stesso risultato di destabilizzazione e controllo, ma con metodi più subdoli e meno appariscenti.

Proprio in quel 1970, Licio Gelli assumeva il controllo sempre più saldo della Loggia massonica segreta P2. La P2, agendo nell’ombra, riuscì a infiltrarsi nei vertici militari e istituzionali del Paese.

La Commissione Parlamentare d’inchiesta presieduta da Tina Anselmi ipotizzò che la P2 fosse, di fatto, controllata dalla CIA (Central Intelligence Agency), la quale temeva l’ascesa del PCI e cercava di osteggiarla con ogni mezzo. Un colpo di Stato militare in Italia, a differenza di altri Paesi, rischiava di sfociare in una guerra civile destabilizzante.

Meglio, quindi, lasciare intatte le istituzioni democratiche, ma renderle controllabili attraverso l’infiltrazione.

L’Autoritarismo Legale: L’Eredità della P2

Il metodo della P2, e in generale della strategia della tensione, è quello di usare strumenti apparentemente legali o democratici per limitare le libertà.

Basta una legge elettorale “particolare” o un “bavaglio” alla stampa (spesso con il pretesto della privacy) per svuotare le istituzioni libere della loro sostanza.

Un esempio di questa ambiguità è emerso recentemente riguardo la proposta di separazione delle carriere dei magistrati, presente nel “Piano di Rinascita Democratica” di Licio Gelli. Sebbene il Ministro Nordio abbia affermato che su questo punto Gelli avesse “avuto ragione”, è cruciale non sorvolare sul motivo per cui la P2 desiderasse tale riforma. Non era certo per spirito democratico: ricordiamo che è stato accertato con sentenza definitiva il ruolo della P2 e di Gelli nella Strage di Bologna.

La lezione è chiara: se un provvedimento, anche se presentato come riforma, può remotamente diventare uno strumento di autoritarismo legale, va adottato con la massima cautela.

L’8 dicembre 1970 non vide l’arrivo dei colonnelli, ma segnò l’ingresso di entità subdole – mai veramente svanite – nelle istituzioni Repubblicane. Il rischio, oggi come ieri, è quello di avere istituzioni democratiche di facciata, ma svuotate nella sostanza.

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