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03 Novembre 2025

La Caduta – Le ultime ore di Pokrovsk

La drammatica situazione delle forze ucraine chiuse in sacca dai Russi a causa di errori madornali dei comandi ucraini.

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Aree di crisi nel mondo n. 263 del 2-11-2025

I Difensori di Pokrovsk guardano nell’abisso della sconfitta

L’incedere dell’esercito russo all’interno della città di Pokrovsk, ha ormai portato sotto controllo di Mosca, i 7/8 della città.

Pochi lembi di quartieri restano sotto occupazione ucraina, i fucilieri motorizzati russi stanno anche setacciando la città dove vi sono diversi gruppi di soldati di Kiev nascosti in attesa di capire se dovranno arrendersi o se saranno salvati, cosa direi non difficile, ma impossibile.

Mancano pertanto poche ore, che siano 24 o 48 poco cambia, per vedere la caduta totale di Pokrovsk.

Questa città è stata per diversi anni un centro nevralgico dell’intera logistica ucraina per la guerra nel Donbass, da alcuni mesi hanno dovuto traferire tutto a Pavlograd, allontanando i magazzini dai fronti e rendendo tutto molto più difficile e favorevole ai Russi.

Mirnograd folle errore ucraino

A fianco di Pokrovsk c’è Mirnograd, una città di eguali dimensioni rispetto a Pokrovsk, entrambe prima del conflitto avevano ciascuna 60.000 abitanti, i civili sono stati deportati dall’esercito ucraino con l’avanzare di quello russo, non vogliono lasciare popolazione sul posto affinchè non si possa vedere ciò che accade nelle altre città liberate nel 2022 come Mariupol, dove la popolazione è tornata dopo che il fronte si è spostato molto più a nord e la ricostruzione procede veloce.

Mirnograd è difesa da forze cui è stato ordinato di restare, anche se la logica militare, tramandata dal celebre Sun Tzu, avrebbe consigliato di salvare l’esercito e cedere il territorio.

I comandi ucraini non rispondono però alle logiche militari ma all’ideologia ultranazionalista che impone loro di non cedere nemmeno un metro agli odiati Russi.

Hanno ordinato alle brigate e ai battaglioni sul posto di mantenere le posizioni anche se il nemico li stava chiudendo con una lunga manovra di aggiramento.

Le unità dell’esercito sul posto hanno obbedito ed ora si trovano bloccate.

Sui numeri dei soldati bloccati non ‘è molto accordo, alcune fonti, anche molto autorevoli come il gen. Capitini (Rainews del 2-11-25 ore 9,30 circa) hanno valutato in un numero dalle 12 alle 25.000 le forze ucraine presenti tra Pokrovsk e Mirnograd, come anche ha fatto il direttore di Analisi difesa il grande Andrea Gaiani, io ho dato una valutazione numericamente molto inferiore, non ritengo che al momento vi possano essere più di 5/6.000 soldati.

Se gli effettivi delle unità qui intrappolate fossero al completo, allora avrebbero ragione loro, ma valutando come parziali gli schieramenti delle brigate, non per intero, ma solo uno o due battaglioni, e gli effettivi di questi battaglioni ampiamente mancanti in quanto feriti gravemente o caduti in battaglia, molte unità sono presenti con un numero di effettivi che a stento raggiunge il 20%, allora il numero si abbassa alla mia valutazione.

Inoltre un numero non elevato di superstiti ucraini giustificherebbe anche l’incapacità di contrattaccare efficacemente e il limitarsi a continui ripiegamenti.

Nei giorni scorsi solo unità esterne hanno manovrato per attaccare i Russi, a nord per riprendere Rodinske, villaggio assolutamente strategico per chiudere le città in sacca, e che, come abbiamo ben rendicontato negli scorsi articoli, i Russi avevano catturato agli Ucraini una decina di giorni fa.

Le difficoltà per Kiev non si limitano a Pokrovsk e Mirnograd, ad essere in grave rischio di caduta sono altre città, Kostantyanovka, Siversk, Krasni Lyman, Kupyansk e anche Volchansk, sebbene quest’ultima sia ormai rasa al suolo.

Kupyansk in particolare sta capitolando, la parte ovest è completamente occupata dai Russi, una sacca con circa 500 soldati ucraini all’interno è capitolata oggi, la parte est, oltre il fiume Oskil non tiene più il fronte, e le difese a nord stanno cedendo, Ad est del fiume Oskil c’è un settore di fronte dove le truppe di Kiev, alcune migliaia si trovano in grave difficoltà, sebbene formalmente non siano in sacca, sono nell’impossibilità di ritirarsi, il fiume Oskil in questa stagione ha un letto ampio e paludoso che intrappola nel fango anche i soldati, nemmeno si può immaginare di passarlo con i mezzi meccanizzati, i guadi sono o controllati dai Russi o saturi di droni che attaccano ogni veicolo che si avvicini.

Una situazione dove i responsabili sono ancora i vertici militari di Kiev che non hanno ordinato il ripiegamento settimane fa quando si è paventato il rischio oggi realtà.

L’altro giorno ho seguito l’incontro di Zelensky con i giornalisti, negava fossero in sacca i soldati in Pokrovsk o Kupyansk, asseriva che presto la Russia si sarebbe trovata senza forniture per proseguire la guerra ecc ecc, in quel momento mi ha davvero ricordato il compianto attore Bruno Ganz nel celebre film La caduta, in cui chiuso nel suo bunker e circondato dai Russi muoveva armate che non esistevano più e attendeva la travolgente controffensiva di Steiner che avrebbe liberato Berlino.

Anche l’accanimento mostrato dai comandi ucraini nell’impedire il ritiro e la salvezza per le proprie unità mi ricorda quel particolare momento storico.