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Google sostiene del riscaldamento globale?

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di NICO CATALANO

Secondo una recente pubblicazione riportata dal quotidiano “The Guardian” una rete di imprese e interessi milionari sembrerebbe da anni impegnata nel

 

sostenere i negazionisti del riscaldamento globale tramite cospicui investimenti economici. Il giornale britannico ha “puntato il dito” su diverse donazioni effettuate in questi ultimi mesi dalla multinazionale Google a favore di una decina soggetti, tutte organizzazioni come ad esempio quel Competitive Enterprise Institute, che da sempre hanno messo in discussione qualsiasi atto legislativo che emanato negli ultimi decenni ha interessato il contrasto ai cambiamenti climatici nonché la loro prevenzione.

Questa inchiesta, fa il paio con un’altra indagine pubblicata invece dal New York Times, nella quale risultano i nomi di Google, Uber e Amazon nell’elenco degli sponsor di una cena di gala a tema tenutasi in occasione del trentacinquesimo compleanno del Competitive Enterprise Institute, l’organismo che secondo lo stesso Guardian, avrebbe  ispirato direttamente Donald Trump, convincendo addirittura il presidente USA tramite la pubblicazione delle sue tesi ad assumere una posizione scettica sul problema del clima, tanto da ordinare alla delegazione statunitense di  abbandonare  lo scorso anno autunno gli accordi sul clima di Parigi.

Particolarmente contradittoria è la posizione di Google che ha ammesso le donazioni negando tuttavia l’adesione alle tesi de beneficiari. La corporation della Silicon Valley mentre da una parte è sempre pronta nel mettere in campo iniziative volte a tutelare il clima e invocare in tal senso un’azione forte da parte delle istituzioni mondiali, dall’altra parte sponsorizza diversi meeting e vertici negazionisti come il Global Climate Action summit di San Francisco, dove si messo in discussione sia la necessità di intervenire per porre un freno alle cause dei cambiamenti climatici, ma anche promosso il superamento delle misure approvate durante l’amministrazione Obama.

Attraverso i rapporti dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) il massimo organo scientifico istituito dalle Nazioni Unite, la comunità scientifica internazionale è concorde sul fatto la crisi climatica causata dalle immissioni di gas serra in seguito alle attività umane è diventata una minaccia globale. Ondate di calore estremo sempre più frequenti, precipitazioni intense, aumento del livello dei mari e riduzione dei ghiacciai, sono tutti fenomeni che stanno alterando gli ecosistemi e rischiano di essere un serio pericolo per la sopravvivenza del genere umano. Proprio in questi giorni alla Camera dei Deputati per iniziativa dell’onorevole Rossella Muroni è stata presentata una petizione dal titolo “stopclimate fake” affinchè non si dia più visibilità mediatica a tutte quelle tesi antiscientifiche riguardanti i cambiamenti climatici, in rispetto con quanto il nostro Paese ha sottoscritto nell’accordo di Parigi, un impegno verso la totale decarbonizzazione delle attività antropiche ratificato anche in Parlamento. In molte nazioni e in tanti organi di stampa come ad esempio il Guardian, le Monde e la BBC hanno già messo in atto azioni per fermare questa distorsione informativa. Nel mondo di oggi non c’è più spazio per i negazionismi e le fake news antiscientifiche, in ballo non c’è solo la “fine della storia” ma la fine dell’umanità.

Fonte della foto: Senza parole. AlexAntropov86. VALORI.IT

 

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo