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“Avete mai sentito di quello che sotto la forca domandò: Il nodo scorre?”

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di MARIAPIA METALLO

Riccardo Bacchelli, Il Mulino del Po


Dopo essere stato uno tra i protagonisti più noti delle letteratura italiana nella prima metà del secolo scorso, Riccardo Bacchelli sembra essere oggi un nome mediamente conosciuto e, nella sostanza, un romanziere ignorato. Se poi si consultano gli studi dedicati alla ricostruzione storica e all’analisi critica del romanzo italiano tra Ottocento e primo Novecento, nonché i testi rivolti alla divulgazione scolastica, fra le molte cose che vi si impara c’è anche questa: il suo nome e la sua opera non sono ricordati quanto sarebbe invece necessario e persino doveroso . Difficile poter affermare se le ragioni di tale oblio siano state determinate da volontaria trascuratezza o da innocente ignoranza. Il fatto resta e non può essere disconosciuto. Probabilmente esso sta a testimoniare la distanza a cui il mercato editoriale e il gusto del lettore si pongono nei confronti di una figura costitutiva di una delle tradizioni più immeritatamente trascurate della nostra tradizione letteraria. Infatti conquistò la fama di degno epigono del Manzoni da parte di molti critici letterari e autori coevi, tra cui Vincenzo Cardarelli. A consacrare tale riconoscimento ha contribuito soprattutto “Il mulino del Po”. Il fiume….. quale altra migliore immagine per descrivere la vita di ogni uomo? Un parallelo che corre lungo tutta l’opera: le nostre vite, in fondo, sono sempre le stesse, come l’acqua che scorre sempre nello stesso letto. Eppure, ogni giorno che passa, impercettibile, il corso del fiume cambia continuamente. Magari di un niente, ma cambia. Fino a una catastrofe improvvisa che ribalta completamente la situazione, stravolgendola. E via così all’infinito, un giorno dopo l’altro, un anno dopo l’altro. E il filo delle esistenze dei protagonisti, corso per oltre un secolo sempre sulle sponde di un fiume e alle vicende di un fiume legato, viene tranciato improvvisamente. Ma per una storia che finisce, insegna il libro stesso, un’altra troverà la corrente per attraversare le pianure e raggiungere, tra mille svolte, accelerate e brusche frenate, il suo mare.

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo