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Lettere a Direttore/ Per evitare l’autonomia differenziata vanno attivate politiche meritocratiche in tutto il Paese

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Caro direttore, mi sembra indubitabile che la forza della proposta di autonomia differenziata portata avanti da alcune regioni settentrionali sta nel cattivo funzionamento delle regioni meridionali dato che, a partire dal 1970, abbiamo avuto tutti modo di verificare che c’è un’evidente differenza tra il rendimento delle regioni del nord, del centro e del sud. Ma per affrontare e risolvere questo problema cosa vogliono fare le regioni del nord? Vogliono maggiori poteri e maggiori risorse economiche; vogliono, cioè, che sia legalizzata una forte differenza tra le varie aree del Paese. Una scelta del genere costituirebbe un colpo mortale all’unità d’Italia ma per opporsi all’autonomia differenziata c’è bisogno di una proposta politica che sia all’altezza della sfida portata, una proposta che tenga conto dei rilievi fatti dalle regioni del nord e che, nello stesso tempo, si rivolga in modo indifferenziato a tutto il Paese. E’ opportuno che le forze politiche non di destra si facciano promotrici di alcune riforme legislative che realizzino l’operatività di una forte politica meritocratica. La conseguenza sarebbe quella di accentuare i controlli sulla gestione delle risorse pubbliche destinate agli enti, alle imprese, agli ospedali, alle scuole, alle persone al fine di penalizzare coloro che usano male le risorse pubbliche e premiare coloro che, invece, fanno un buon utilizzo di esse. E’ chiaro che se venissero seriamente attuate tali politiche ad essere colpito sarebbe più il Mezzogiorno che il resto del Paese ma in questo caso esso sarebbe colpito sulla base della giusta verifica che una parte consistente di enti, imprese, ospedali, scuole e persone non fanno registrare comportamenti virtuosi e non perché, per principio, si è deciso che al nord debbano andare più poteri e più risorse. Cosa bisognerebbe fare per ovviare, almeno in parte, alle minori risorse che sarebbero destinate al sud a seguito delle suddette scelte? Bisognerebbe, contemporaneamente, attivare forti politiche assistenziali al fine di non far sprofondare nel disagio e nella povertà coloro che non sono in grado di corrispondere agli standard richiesti dalle suddette politiche meritocratiche.

Cordiali saluti

Franco Pelella – Pagani (SA)

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo