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Braccianti stagionali presi a sassate a Foggia
di NICO CATALANO
Siamo al punto di non ritorno
Colpiti ripetutamente da sassi, lanciati da un’automobile di colore scuro, mentre in sella alle loro biciclette si recavano nei campi per lavorare. È quanto accaduto alle prime ore di lunedì mattina, a due lavoratori stagionali nei pressi della periferia di Foggia. Lavoratori, che in queste settimane, come ogni anno in Capitanata, sono impegnati nelle faticose operazioni di raccolta del pomodoro, quell’oro rosso simbolo di quella tanto conclamata Puglia life style. Una coltivazione quella del pomodoro, così come per la quasi totalità delle produzioni del settore primario, dipende dalla operosa presenza dei lavoratori stranieri, infatti, secondo le stime dell’INPS il numero di braccianti provenienti dall’estero, ammonta a quasi 400 mila sul totale di circa 900 mila lavoratori impiegati in agricoltura. I due lavoratori, entrambi colpiti alla testa dalle pietre lanciate dall’auto in corsa, un senegalese di 33 anni ed un cittadino della Guinea Bissau di 26 anni, braccianti agricoli con regolare permesso di soggiorno e contratto di lavoro, sono stati prontamente soccorsi dai sanitari del 118. Le vittime che hanno denunciato l’episodio increscioso ai carabinieri, hanno riportato due ferite e un trauma cranico, guaribili in cinque e sette giorni. Stando alle prime indagini effettuate dai carabinieri, che stanno anche vagliando i filmati recuperati da alcune telecamere di sicurezza presenti nella zona, sembrerebbe che i responsabili siano tutti giovanissimi. Forse come è avvenuto qualche mese fa a Manduria, siamo di fronte ad una vera e propria azione delinquenziale mascherata da bravata giovanile, favorita dalla “noia” dall’apatia, dalla totale regressione culturale e valoriale in cui si trovano molti ragazzi di questa nostra società sempre più imbruttita e degenerata. Ma non si può neanche escludere la matrice razzista dell’atto barbaro e vigliacco, un’aggressione sicuramente incoraggiata dal particolare clima di discriminazione razziale, sostenuto dalle stolte parole ripetute come un mantra da qualche politico oggi al governo di questo Paese. Questo episodio, avvenuto negli stessi giorni in cui un gruppo di lavoratori stagionali della terra, ospiti del ghetto di Borgo Mezzanone, ha “occupato simbolicamente” la Cattedrale di Bari per protestare contro lo sfruttamento e il caporalato, ci obbliga a pensare come il valore dell’accoglienza da solo non basta, accanto ad esso bisogna mettere in atto incisive azioni sia per dare dignità umana a queste persone che vengono da noi per lavorare e contribuire alla crescita della nostra economia, ma anche per smentire quell’idea strampalata di pericolosa “invasione” replicata grazie ai media e all’uso distorto dei social da politicanti noiosi, chiacchieroni e poco concreti. Turpi teorie alimentate solo dalla paura del diverso, che favorite dalla dilagante ignoranza e dal diffuso analfabetismo di ritorno, stanno portando il nostro Paese ad ammalarsi di una moderna stupida sindrome di Creonte.
FONTE DELLA FOTO: Daily Muslim.it