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“Madur”, l’inno antirazzista di Mannarino e Barbarossa
di MARIA DEL ROSSO
“Madur” (Morte accidentale di un romano) è il nuovo singolo di Luca Barbarossa feat Mannarino, è un manifesto contro il razzismo e tutti i sentimenti negativi che minacciano la nostra società.
Il videoclip è stato ideato e realizzato da Roberto Biadi e attraverso le immagini racconta la storia di un ragazzo romano ucciso dal branco dei bulli in una stazione della metropolitana di Roma. Il giovane è stato ucciso per il suo colore nero della pelle
nell’indifferenza della gente e della politica. Alla fine della storia si scopre che l’unico veramente nato a Roma è la vittima e nel testo si ridicolizza ogni tipo di tentazione razzista con lo stile dello stornello romano.
“A piu’ di un anno dall’ uscita del disco Roma è de tutti, questo brano – cantato con Mannarino, è ancora tristemente attuale. Una riflessione sull’ assurda idea che in questo mondo esistano i confini e che si possa ancora parlare di razza pura, quando secoli di storia ci smentiscono.
Senza troppi giri di parole, Madur è una canzone contro il razzismo e oggi diventa un bellissimo videoclip realizzato da Roberto Biadi”, ha affermato Luca Barbarossa sui social network.
Il testo inizia con l’insulto razzista nei confronti del giovane che ha la pelle nera ma che in realtà è italiano e cittadino romano dato che è nato nella Capitale.
“Ieri nella metro m’ hanno circondato, m’ hanno detto negro, torna andò sei nato!
E’ quello che sto a fa, tu giudichi la pelle ma io so’ nato qua, so’ de Centocelle”.
Leggendo il testo ci si accorge che l’unico vero romano è proprio il ragazzo vittima di razzismo a differenza dei suoi aggressori che sono figli di emigranti.
“Mo’ l’hanno rintracciati, traditi dar firmato uno è mezzo calabrese, er padre è
n’ immigrato, uno è nato in Arbania, è n’ altro è siciliano, fortuna che ero io a nun esse romano!”.
E poi si affronta il tema del razzismo con ironia, prendendo in giro gli slogan che difendono la razza italiana con manifesti “Prima gli italiani” ma la razza è sola una, quella umana.
“Ancora va giranno chi vò la razza pura che è come n’ insalata co sopra na verdura ma nun l ho fatto apposta pè fa mischià la gente, nisuno è piu’ romano de chi romano ce se sente”.
Il brano si conclude con l’importanza dell’amore che vince sull’ odio, non è il colore della pelle che ci rende migliori e superiori ma il cuore che si mette per amare una città come Roma .
“Chi c’ ha Roma dentro ar core mischia er sangue ed è l’amore chi c’ ha Roma dentro ar core canta pure mentre more”.
E’ un messaggio di lotta, di pace e di speranza degli artisti romani in questi tempi caratterizzati dall’ odio e dalla violenza nei confronti dei diversi come i marocchini, uomini e donne di pelle scura che giungono sui barconi nelle nostre coste, stanchi del viaggio e delle torture che hanno subito nelle loro terre, si augurano di poter trovare una dignità e poi si accorgono di essere visti come se fossero degli intrusi in Europa. Si chiudono porti e lasciano annegare nel Mar Mediterraneo tanti innocenti e i bambini hanno sogni spezzati,
si innalzano muri e si creano fili spinati per dividere l’ umanità in ricchi e poveri, bianchi e neri, buoni e cattivi senza comprendere che la diversità è una ricchezza per costruire una società dove ogni persona possa sentirsi parte integrante e membro attivo di una comunità.
Spesso ci si dimentica che la terra che abitiamo non è di nostra proprietà, è il frutto delle diverse contaminazioni tra popoli differenti come la capitale Romana. Al riguardo, in “Madur” c’ è un chiaro riferimento alla Capitale che ha da sempre accolto popoli e culture di tutto il mondo e l’ essere umano è in continuo viaggio in cerca di un posto nel mondo.
La foto è del web.