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Petizione contro i Fanghi tossici

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Il Salvagente

Abbiamo appena dato il via libera a 1000 Terre dei Fuochi”.

La dottoressa Fiorella Belpoggi è direttrice del centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni” dell’istituto Ramazzini ed è più che preoccupata per le nuove norme sui fanghi da depurazione inserite nel decreto Genova con cui il governo ha innalzato i limiti di concentrazione di sostanze pericolosissime come idrocarburi, diossine e Pcb negli scarti di lavorazione del processo di epurazione riutilizzabili poi in agricoltura come concimi.

“Parliamo di sostanze che sono riconosciute come cancerogene. L’esposizione a queste sostanze di una donna in stato di gravidanza può provocare gravissime malformazioni del feto mentre in un bambino possono essere causa di gravi problemi di riproduzione di sviluppo. Fareste mangiare a neonati e bambini piccoli carote e verdure cresciute su una terra avvelenata con queste sostanze?”



LA NUOVA NORMA


L’articolo 41 del decreto Genova approvato per affrontare l’emergenza causata dal crollo del viadotto Morandi inserisce “Disposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi di depurazione”. “Al fine di superare situazioni di criticità nella gestione dei fanghi di depurazione”, il governo fissa a 1.000 milligrammi per chilo di sostanza tal quale il limite per gli idrocarburi pesanti C10-C40. È una modifica sostanziale che cambia decisamente le carte in tavola rispetto a quanto stabilito dal tribunale amministrativo che, sulla base delle sentenze della Cassazione, aveva stabilito i limiti di concentrazione di sostanze nei terreni previsti dalla legge 152 del 2006 a venti volte meno di quanto previsto nel decreto Genova.


La legge, grazie agli emendamenti che ha recepito, per il toluene alza il limite di 200 volte, per il selenio il limite è alzato di 3 volte, per i Pcb viene alzato di 13,3 volte, per i Pcdd/Pcdf (diossine) il limite diventa ben 2,5 volte maggiore. Si autorizza in questo modo ad accumulare sui terreni destinati all’agricoltura diossine, Pcb e microinquinanti tossici trasformando nel tempo quei terreni in aree da sottoporre a bonifica e contaminando le matrici ambientali e la catena alimentare. Le colture più a rischio.



I PERICOLI PER LA SALUTE E PER IL PIATTO: “l’impressione è che sia proprio un’autorizzazione a inquinare per legge”


Secondo Patrizia Gentilini, oncologo ed ematologo membro della società Internazionale dei medici per l’ambiente (Isde) “si sono messi dei limiti per cromo e arsenico, addirittura per il cromo esavalente che è una sostanza nota da trenta anni per la sua pericolosità e cancerogenicità. Ma per queste sostanze l’unico limite accettabile sarebbe l’essere al di sotto della soglia di rilevabilità in laboratorio. Queste sostanze finiscono nelle falde acquifere e non potendo essere degradate sono diffuse e arrivano anche negli alimenti. Sul problema della contaminazione da metalli pesanti l’Efsa ha regolamentato abbassando i limiti del cromo esavalente negli alimenti perché è riconosciuto come sostanza molto pericolosa”.



FATE UN PASSO INDIETRO

Quello che Il Salvagente vi chiede a nome dei consumatori e dei produttori che domani potrebbero trovarsi a pagare l’inevitabile inquinamento dei prodotti della terra, è un passo indietro tornando al limite precauzionale di concentrazione di sostanze nei terreni previsti dalla legge 152 del 2006 con una soglia di 50 mg/kg di sostanza secca. Un gesto di sana politica e di rispetto tanto di uno dei gioielli italiani, il tanto proclamato made in Italy alimentare che di precauzione nei confronti dei consumatori.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo