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IL PING PONG PER CIECHI: DALLO SHOWDOWN ALLA PROPOSTA AUSTRALIANA

Si può giocare a ping pong essendo ciechi? Lo Showdown e le nuove ricerche di Sidney dicono si. Viaggio nel mondo del tennistavolo per ciechi

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto e video: per gentile concessione di Giovanni Tontodonati, ufficio stampa Fispic

Oggi gli atleti con disabilità, grazie al progresso tecnologico, possono cimentarsi in molti sport che fino a pochi anni fa sembravano essere impossibili per loro. Si pensi all’handbike, con i suoi pedali a mano, per chi non può utilizzare le gambe, al mirino tattile per far tirare con l’arco anche ai non vedenti, ai comandi vocali che usano le guide per gli sciatori ipovedenti e tantissimo altro. I grandi campioni paralimpici sono ormai conosciuti da tutti, al pari delle star normodotate come Bebè Vio, Zanardi, Giacomo Bertagnolli, e tanti altri. In particolare per i non vedenti si sono sviluppati in questi anni tanti sports come il calcio a 5, il Goalball, Judo e il Torball, calcio a 5 B1 (non vedenti) e B2/3 (ipovedenti), judo e scacchi. Esiste persino il tennis per ciechi, il blind tennis. Tutti questi sports sono affidati alla Fispic (Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi).

A Sydney stanno facendo delle ricerche su un nuovo sistema che permetterebbe ad un non vedente di giocare a ping pong come un normodotato. Secondo Phoebe Peng, la giovane studentessa creatrice di questo nuovo sistema, aggiungendo una serie di altoparlanti e fotocamere, dotate di sensori per il rilevamento dei movimenti, il non vedente sarebbe in grado di individuare la posizione della pallina. Ovviamente non stiamo parlando di normali fotocamere ma di quelle neuromorfiche, in grado di seguire il movimento degli oggetti in un dato campo visivo, grazie alle variazioni di luminosità. L’azione combinata di queste con quella degli altoparlanti situati ai lati del tavolo, creerebbero, grazie ad un algoritmo, un campo sonoro corrispondente alla posizione della pallina. Funzionerà? Sarebbe fantastico ma lo è già il fatto che ci siano degli sforzi in tal senso.

Anche se sarebbe un progresso enorme, comunque oggigiorno il ping pong, non è inacessibile ai non vedenti anche se in una forma completamente diversa. Parliamo dello Showdown, ribattezzato ping pong dei ciechi, che è un incrocio da ping pong, calcio balilla e hockey, anche se le affinità maggiori le ha con l’air hockey, il popolare gioco a cuscinetto d’aria presente in quasi tutte le sale giochi fin dagli anni ’80. Esiste in Canada da 40 anni, grazie a Joe Lewis, non vedente, che ideò e realizzò un tavolo da ping pong per non vedenti ma in Italia si è sviluppato solo da 7-8 anni. Si gioca nello stile calcio balilla, ma senza i giocatori. A questo gioco possono giocare sia gli ipovedenti che i non vedenti e dal settembre 2023 persino i normodotati (ma solo in Italia) perchè si gioca bendati, o meglio indossando delle mascherine che oscurano completamente la vista. Probabilmente è il primo sport fatto per disabili che viene adattato per i normodotati, al contrario di quanto è sempre successo finora. Si gioca con un tavolo di legno rettangolare con le porte (tipo quelle del calcio balilla), ci sono le sponde e si utilizza una pallina sonora e lo scopo del gioco è colpire la pallina con la racchetta (a forma di spatola), facendola passare sotto il vetro centrale, cercando di fare gol dentro la porta dell’avversario. I guanti non sono un optional perché la pallina gira molto velocemente e prenderla sulle dita non è proprio piacevole. Si gioca come nel ping pong fino a 11 punti (sul 10-10 si prosegue fino ad arrivare ad avere 2 punti di vantaggio, nell’eventuale situazione del 16 pari vince chi fa il 17° punto.) a set, al meglio di due o tre set. Ogni gol vale due punti, ogni fallo uno. L’arbitro è l’unica persona che può vedere, quello che “rischia” un po’ di più, perché , quando la pallina si immobilizza in una parte morta del campo, deve dichiarare la sospensione del gioco e fra palette saettanti, recuperare la sfera per renderla giocabile. La messa in gioco della pallina avviene con una battuta che, per regolamento, deve obbligatoriamente toccare una sola sponda prima di attraversare lo schermo centrale ed andare dall’altra parte del tavolo avversario. Una volta effettuata la messa in gioco ogni giocatore può colpire una sola volta la pallina con la sua racchetta e direzionarla sul campo avversario sia in modo diretto sia facendogli toccare una o più sponde. Le Stanze da Gioco sono attrezzate in modo tale da essere insonorizzate, in quanto lo svolgimento è molto rumoroso ogni stanza ha un suo tavolo. Lo sport è molto praticato e diffuso, si gioca in Europa, Asia, Africa, Nord e Sud America. Ogni 4 anni viene giocato il campionato del mondo e ogni 2 anni il campionato europeo(Dal 2028 sarà specialità paralimpica) e può essere praticato a tutte le età. L’anno scorso è stato organizzato il primo campionato italiano e quest’anno ci sarà il secondo.


Lo Showdown è diffuso anche in Puglia, anzi, a parte il calcio a 5, è l’unico sport per non vedenti disponibili nella nostra Regione e a Bari è praticato nell’aula polifunzionale dell’Unione ciechi, in via Timavo. I fiori all’occhiello pugliese sono senza dubbio Graziana Mauro, 36 anni, pluricampionessa italiana ma anche Dina Vecere e Chiara Di Liddo.

Ormai per chi è disabile non esiste più un mondo pieno di stop, le strade ora sono aperte e se ne aprono continuamente delle nuove, bisogna solo avere il coraggio di percorrerle. Non rimane che cominciare a pensare quale sarà la prossima attività nella quale impegnarsi. Sarà un autentica scoperta, un nuovo orizzonte per ritrovare l’autostima e credere di più in se stessi.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo