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“Vendere l’anima al Diavolo”, è redditizio?

“Il principale oppositore alla religione cattolica”, “il portatore di ogni male terreno”, “il padre di tutti i peccati”, il signor Satana da sempre rappresenta nell’immaginario collettivo, quindi soprattutto in quello letterario, una fonte di potere inaudito.

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Hetty Krist, Paganini (CC 3.0)

di Alessandro Andrea Argeri

Ascoltare Paganini significa prestare le orecchie al “violinista del diavolo”. Già, i suoi contemporanei lo chiamavano così per la sua straordinaria abilità esecutiva, non a caso è oggi annoverato tra i più grandi musicisti della storia della musica. Tale nomea è stata sia una maledizione sia una fortuna considerato quanto abbia contribuito ad alimentarne la fama in vita. Inoltre l’aspetto fisico, gli atteggiamenti – durante i concerti Paganini era solito agitarsi come un invasato – gli eccessi personali, non si preoccupavano di smentire l’immagine del “compositore demoniaco”. Estro creativo fuori dalle regole, certo, ma anche una furba strategia di autopromozione.

Secondo fonti storiografiche, Paganini possedeva delle articolazioni inusuali. Probabilmente le dita sottili, le mani eccessivamente lunghe capaci di coprire ampi accordi senza difficoltà derivavano da una patologia ereditaria del tessuto connettivo, di cui il compositore dovette essere inconsapevole considerato come la sindrome di Marfan, questo il nome della patologia, venne identificata a quasi mezzo secolo dalla sua morte. Paganini avrebbe quindi trasformato un vistoso handicap, la deformità era ben visibile a chiunque, in un punto di forza. In ogni caso, l’aura demoniaca gli rimase fino alla fine. Alla morte, avvenuta il 27 maggio 1840, non poté ricevere sepoltura in terra consacrata per aver precedentemente rifiutato l’estrema unzione a causa di un “malinteso” con un prete inviato appositamente dal Vescovo di Nizza. Otterrà una tomba stabile solo nel 1844, a Parma, nel cimitero della Villetta, dopo la riabilitazione concessa da Papa Pio IX a seguito delle numerose richieste di fedeli (di Paganini).

“Il principale oppositore alla religione cattolica”, “il portatore di ogni male terreno”, “il padre di tutti i peccati”, il signor Satana da sempre rappresenta nell’immaginario collettivo, quindi soprattutto in quello letterario, una fonte di potere inaudito. Emblematica è la storia del “Dottor Faust” di Christopher Marlowe, poi ripresa da Goethe, nella quale un uomo baratta la propria anima per ottenere infinita conoscenza. La letteratura è ricca tanto di eccezionali idee quanto di luoghi comuni quando queste diventano mainstream a causa del troppo successo. Quello secondo cui si può possedere un grande talento solo se si scende a patti col demonio è uno dei più famosi. Alla fine però il Diavolo presenta sempre il conto: scaduto il tempo del beneficio, l’anima di Faust è condannata alla dannazione eterna. Di conseguenza, un potere apparentemente illimitato rivela tutta la sua inconsistenza. Chissà Paganini come se la passa nell’oltretomba… Forse questa volta tocca preferire i pensatori medievali, secondo i quali è libero di creare solo l’uomo direttamente ispirato da Dio.

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).