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Chiara Mazzel: “Avevo paura di non poter spingere ed invece…”

Indiscussa protagonista ai Campionati mondiali di sci alpino paralimpico, la trentina Chiara Mazzel, dopo i successi in Super G e Combinata, conquista la medaglia d’oro anche in Discesa libera. Insieme a lei, la guida Fabrizio Casal (ex Bertagnolli)

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: per gentile concessione di Chiara mazzel

Ad Espot (Spagna) grande prova della trentina Chiara Mazzel che conquista tre ori, con un po di rammarico per la caduta nel Gigante che avrebbe potuto regalarle il quarto oro.

Chiara grazie per aver accettato la nostra intervista. Prima di tutto complimenti per le tue vittorie. Come ti senti?

Grazie per i complimenti, sono molto molto soddisfatta per i tre ori che ho conquistato in questi campionati mondiali in Super G, Combinata e Discesa libera

Questi Mondiali sono stati caratterizzati dal maltempo; molti rinvii, poi finalmente le gare sono ripartite. Come hai gestito il nervosismo?

No, a dire la verità io non ero molto nervosa; più che altro ero un po’ spaventata per quanto riguardava il vento che preannunciavano e quindi sono stata anche felice che abbiano rimandato di qualche giorno le competizioni.

Peccato per la caduta nel Gigante…

Nel Gigante ero seconda dopo la 1 manche e nella seconda volevo tirare ancora di più per provare a vincere l’oro. Qualche porta prima dell’arrivo purtroppo sono caduta e quindi mi sono giocata la quarta medaglia, però sono soddisfatta ugualmente.

Ora hai un’altra gara..

Mi manca un’altra gara, quella di domenica ma per quella non ho grandi aspettative. (l’intervista è stata rilasciata Venerdì, ndr). Comunque sono super mega soddisfatta di questi Mondiali.

La tua categoria è la Vision Impaired femminile , praticamente riesci a vedere gli oggetti a 20 cm di distanza, mentre oltre i 20 vedi tutto bianco. Te la senti di dirci come hai avuto la tua disabilità visiva?

Si esatto la mia categoria è la Vision Impaired femminile, che è suddivisa in tre sottocategorie: B3 sono gli ipovedenti lievi, B2 sono quelli gravi e poi il B1 che sono i non vedenti totali. Io attualmente sono nella categoria B2 ma in passato sono stata anche nella B1 e…si esattamente, io vedo da un solo occhio fino a 20 cm e ho un campo visivo inferiore all’1%, perciò vedo da molto molto vicino solo i piccoli dettagli. Questo problema alla vista è stato causato da un glaucoma infantile su base malformativa, diagnosticatomi molto tardivamente. Praticamente un giorno stavo andando con il motorino e non ho visto i pedoni che stavano attraversando le strisce pedonali e li stavo quasi investendo. Da lì sono andata dall’oculista che mi ha diagnosticato questa malattia, che nel giro di pochissimo tempo mi ha rubato la vista.

Tu ti prepari con Fabrizio Casal, la tua guida, com’è il rapporto con lui, sulla pista e fuori?

In pista abbiamo un’ottima intesa, anche se ogni tanto fa un po’ lo scemo (ride) e mi mette un po’ di paura addosso ma il 90% delle volte è la guida migliore del mondo. Nel quotidiano quando siamo in giro a fare allenamenti o gare insieme abbiamo un bel rapporto. Quando non ci alleniamo e non facciamo gare abitiamo un po’ lontani quindi non abbiamo quel rapporto forte di amicizia.

Ci spieghi come ti alleni? Io avrei paura di sciare senza poter vedere

Questa è la mia condizione. Vivo sempre non vedendoci quindi per me è normalità. Anche sciare ed allenarmi senza alcuna paura e senza alcun problema. Io mi fido ciecamente della mia guida e basta. Faccio gli allenamenti che farebbe qualunque atleta.

Una curiosità: è vero che dalla schiena di Fabrizio Casal (la guida, ndr) esce della musica?

Si, dalla schiena della mia guida, Fabri, esce della musica. Lui ha un diffusore sonoro, un’amplificatore da cui viene diffusa, appunto, la musica che scelgo io…la musica emessa poi crea una sorta di corridoio sonoro che io da dietro riesco a seguire e a capire perfettamente dove si trova la mia guida. Oltre a questo sistema, Fabri mi da dei comandi tramite gli auricolari Bluetooth che abbiamo dentro il casco, quindi lui continua a dirmi “Li-li-li ” quando devo andare a sinistra “re-re-re” quando devo andare a destra e “hoppa” nel momento in cui devo curvare.

Recentemente sei caduta e per tua stessa ammissione è stata dura riprendere anche dal punto di vista psicologico. Come hai affrontato questa paura?

Si il 4 gennaio sono caduta in allenamento perché la mia guida non mi ha indicato che c’era un dosso lungo la pista ed io non me l’aspettavo e sono proprio volata sopra il mio pollice che si è procurato una microfrattura. Non è stato facile psicologicamente riprendere perché non riuscivo più a fidarmi completamente di Fabri ma poi pian pianino sciando a bassa velocità in pista libera, sono riuscita a recuperare e poi anche ributtandomi tra i pali ho visto che andava bene. Ho fatto presente questa cosa alla guida, cioè che non riuscivo più a fidarmi completamente di lui e quindi poi anche lui ha iniziato a fare molta più attenzione a darmi tutte le indicazioni possibili e immaginabili nei tempi giusti. Poi non ero neanche pronta psicologicamente perchè avevo paura di non potermi spingere con la mano infortunata ma poi il giorno della gara sono riuscita ad impugnare il bastoncino e a spingermi in qualche maniera, non come avrei potuto senza infortunio ma comunque ha aiutato.

Quanto è difficile con una persona con disabilità, affacciarsi a questo mondo?

La cosa più difficile di iniziare a fare sport a livello paralimpico è proprio scoprire che si può fare sport anche non vedendo o avendo un altro tipo di disabilità. Nel momento in cui scopri questa cosa, che c’è questa possibilità poi basta metterci tutto l’impegno e la determinazione possibile ed immaginabile ed i risultati arrivano.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo