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Sara Fantini: “Sono migliorata dal punto di vista mentale. Ora lavoro per Budapest”

Intervistiamo Sara Fantini, oro agli Europei di Cracovia nel lancio del martello. Italia stratosferica vincitrice della Coppa d’Europa di atletica. E’ la prima volta in 60 anni

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: profilo Instagram Sara Fantini

Agli Europei a squadre di Cracovia, Sara Fantini, in forza al gruppo sportivo dell’Arma dei Carabinieri, conquista l’oro del lancio del martello con un 73.26 messo a segno all’ultimo lancio che è anche la sua miglior prestazione stagionale, ma l’azzurra è stata saldamente in testa sin dal primo lancio. Niente da fare per le avversarie come la finlandese Silja Kosonen (bronzo, 72.34 metri) e la rumena Bianca Florentina Ghelber (argento, 72,97 metri)

Sara ti sei ampiamente “vendicata” del terzo posto l’anno scorso. Stavolta Bianca Ghelber l’hai battuta

Guarda, l’anno scorso sono arrivata terza agli europei del 2022 e la Gelber ha vinto, ma non è la mia prima vittoria diretta contro di lei, perché anche quest’inverno in Coppa Europa comunque lei gareggiava e io insomma, ho vinto la Coppa Europa e anche a Lucca al meeting lei gareggiava e io ho vinto il meeting, per cui diciamo che no no, non mi sento di essermi vendicata assolutamente perché la gara dell’anno scorso l’ho pienamente sbagliata io, lei è stata brava e io purtroppo invece ho sbagliato gara. Quest’anno però non è ancora capitato e infatti diciamo che si sono visti i risultati, per cui ho imparato dal mio errore dell’anno scorso e per me questa è la cosa più importante. Per me, tra l’altro, le avversarie non sono dei nemici su cui vendicarmi assolutamente. L’unica sfida che ho, un conto in sospeso, è sempre con me stessa, per cui no, anzi, con lei c’è sempre….con tutte in realtà…le ragazze, c’è sempre un bel rapporto e c’è sempre spirito comunque sportivo, per cui assolutamente no.

72,51 a Rieti ai Campionati italiani, 73,18 in Oregon ai Mondiali. Una crescita costante che ormai ti ha consacrata come una delle migliori del mondo.

Allora crescita costante, in realtà no, nel senso che io ho fatto 73 ai mondiali in Oregon dell’anno scorso e quest’anno ai campionati italiani invernali ho fatto 72 e 51, quindi in realtà se per crescita costante si intende che ogni gara si fa meglio, ovviamente no, perché ogni gara comunque è a sé e ogni stagione è a sè. L’anno scorso è stata una stagione di crescita esponenziale, in cui comunque mi sono ritrovata fra i migliori al mondo…un po’, diciamo non per caso, ma molto di botto. Ecco, e quest’anno mi ci sono dovuta adattare invece a questo nuovo ruolo e che appunto è essere tra le prime 10 al mondo, nello specifico quarta e che comunque è ovviamente un panorama diverso. L’anno scorso questa mia crescita esponenziale è stata veramente……perché con i record italiani, quarto posto ai Mondiali, il terzo posto agli europei. È stato tutto un di più rispetto a quello che ci aspettavamo, quest’anno stiamo costruendo qualcosa che comunque possa essere stabile, nel senso che l’anno scorso c’è stato il salto di qualità e quest’anno stiamo cercando invece la stabilità nel salto di qualità, perché comunque in questo sport conta tantissimo fare i metri dove conta farli e quindi stiamo lavorando su questo punto di vista, per cui …..l’anno scorso è stato un anno bellissimo, quest’anno comunque per ora è un anno altrettanto bellissimo e sta migliorando e comunque per l’appuntamento importante manca ancora più di un mese, per cui lo stiamo preparando. Questo campionato di Budapest per me è molto importante perché appunto, essendo un anno di consolidamento, non è un anno facile da affrontare, né di testa né fisicamente, per cui stiamo cercando di mettere, diciamo tutti i mattoncini giusti per un bel campionato del mondo e soprattutto per l’anno prossimo, nella speranza di fare un altro ulteriore step di miglioramento.

Eri l’atleta da battere e hai dominato la scena sin dal primo lancio. Non hai sentito alcuna pressione per via delle aspettative?

No, Assolutamente no. Non ho sentito nessunissima pressione come start list. Non ero la prima, anzi ero la terza, perché come start list mi precedevano la finlandese, la Kosonen, che aveva appena fatto poco prima della Coppa Europa, 73 80 e la ragazza inglese che aveva appena fatto poco prima della Coppa Europa 73, 60 credo, comunque più del mio stagionale per cui come personale sì, indubbiamente avevo un personale…. il mio era un personale più alto di tutte, come stagionale no e quindi insomma, non mi sentivo neanche troppo l’atleta da battere, nel senso che mi sono sentita proprio di andare lì con tranquillità, come ho fatto questo inverno, perché comunque io so quanto valgo e poi ovviamente se le altre avessero fatto di più….brave, ma io sapevo quanto valevo e volevo assolutamente tirarlo fuori in quell’occasione………..è bastato per vincere e adesso piano piano costruiamo qualcosa di meglio, si spera.

Il tuo è un successo totale in quanto vale anche come oro nella classifica degli European Games, considerato che il tuo risultato è il migliore delle tre Division del Campionato Europeo a squadre

Il mio è un successo, diciamo totale, sicuramente può essere considerata come una vittoria agli europei, perché hanno gareggiato tutte le migliori europee e anche nelle altre, appunto divisioni e io ho vinto, per cui è un po’ appunto la cartina tornasole di quello che è successo l’anno scorso. L’anno scorso agli europei di Monaco ero arrivata sì con la miglior misura, si con la miglior stagione probabilmente fatta, anche rispetto a tutte le altre, ma in una condizione mentale che probabilmente ancora non sapevo gestire. Quest’anno invece non sono arrivata come la migliore, perché come stagionale non ero la migliore, ma mi sono confermata la migliore perché invece sono in una condizione mentale che mi permette di esprimermi al meglio nelle grandi competizioni.

Parliamo di come hai costruito questa vittoria e di come l’hai preparata con la tua allenatrice Marinella Vaccari

Allora gli European Games erano sicuramente per me e per l’allenatrice e per tutta la mia stagione, una tappa importante, ma come dicevo prima, lontano ancora da i campionati del mondo, per cui noi l’abbiamo costruito come un passaggio, non come un punto d’arrivo. Stiamo ancora lavorando per costruire qualcosa di meglio e….niente, alla fine l’obiettivo è sempre quello, le Olimpiadi dell’anno prossimo, che passano attraverso tanti step e gli European Games erano uno….il secondo step più importante della stagione, perché dopo i mondiali di Budapes, sicuramente l’altro appuntamento in maglia azzurra è sempre l’appuntamento più importante. L’abbiamo preparato in realtà come abbiamo fatto sempre, perché appunto noi ci focalizziamo sulla gara più importante dell’anno e in questo caso i mondiali e poi si fa la preparazione a ritroso con dei piccoli scarichi in occasione di quelle che sono poi le gare principali. Questa appunto era la gara principale. Dopo poi un mese comunque molto impegnativo di gare e abbiamo cercato di prepararla al meglio, anche se la mia condizione era eccelsa e quindi devo dire che è andata andata molto molto bene. Sia io che la mia allenatrice siamo molto contente. Abbiamo ancora delle cose su cui lavorare, soprattutto sotto un punto di vista tecnico e adesso abbiamo un mese per farlo.

L’Italia ha vinto la Coppa Europa, dimostrando che in Italia l’atletica è sempre più importante. Tu hai la possibilità di allenarti grazie alle infrastrutture del Cus Parma e dell’Arma dei Carabinieri. Appartenere ad un’arma è fondamentale per ottenere certi risultati?

In Italia appartenere ad un arma è assolutamente fondamentale per costruire certi risultati, perché ti dà la possibilità di fare questo sport da professionista. Il professionismo in Italia è un……si potrebbe aprire un capitolo enorme su questo argomento, perché il professionismo, soprattutto il professionismo femminile in Italia è ancora comunque uno scoglio. I gruppi sportivi militari danno la possibilità a tutti noi, atleti di sport considerati comunque, per un motivo o per l’altro inferiori, di allenarci e di poterci esprimere al meglio in grandi competizioni, facendo gli atleti professionisti. Per cui assolutamente sì, è fondamentale il supporto di società militari, come fondamentale il supporto di società civili per far crescere la base dell’atletica, perché la base dell’atletica appunto, gestita da società civili e da lì poi vengono fuori tutti i grandi talenti ma anche tutti i grandi insegnamenti che effettivamente poi questo sport deve permeare nella società. Per cui sicuramente è fondamentale l’unione di società civile e società militari perché aiutano gli atleti sotto tanti punti di vista, appunto le società civili, più con un lavoro di base che è assolutamente fondamentale per riuscire a tirare poi fuori anche le punte, i professionisti e i grandi talenti, e i centri sportivi militari, per dare la possibilità a questi talenti di diventare professionisti, perché il talento da solo non basta nello sport e nella vita. Ci vuole impegno, dedizione, soprattutto ci vuole tempo, bisogna riuscire ad averci tempo e anche risorse economiche da poterci effettivamente poi investire e i gruppi sportivi militari lavorano su questa cosa e ti danno la possibilità di avere il tempo per costruirti e le strutture, la possibilità anche economica di poterlo fare a livello professionistico. Questo può dare la tranquillità a noi atleti di effettivamente riuscire a costruirci e a esprimerci al meglio.

Accantonati gli Europei, qual è il tuo prossimo obiettivo?

Il prossimo obiettivo è sicuramente il campionato del mondo di Budapest, tra un mese e poi si guarda sempre l’obiettivo supremo per l’atletica che sono le Olimpiadi dell’anno prossimo e vediamo come andrà

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