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Lorenzo Finn, la nuova stella del ciclismo italiano

Conosciamo la nuova stella del ciclismo italiano: Lorenzo Finn, fresco Campione del Mondo juniores nei campionati di Zurigo

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: Instagram

C’è un ciclismo italiano che non conosce la crisi degli ultimi anni. C’è un ragazzo il cui nome lo sentiremo spesso d’ora in avanti, specie nei grandi Giri. Il suo nome è Lorenzo Finn, padre inglese di Sheffield, che milita nella formazione tedesca Grenke, il vivaio della Red Bull di Primoz Roglic, che di campioni se ne intende da sempre. Sotto il diluvio di Zurigo, le strade strette e le discese molto ripide, tanto che qualcuno ha dovuto abbandonare la gara, il 17enne Lorenzo Finn si è imposto ai Campionati del Mondo juniores nella prova in linea, conquistando la maglia iridata, mettendo in saccoccia un oro che nemmeno campioni osannati come Ganna (argento) sono riusciti a portare a casa. Il titolo non tornava in Italia da ben 17 anni, guarda caso da quando è nato Lorenzo, forse un segno del destino, quando Diego Ulissi vinse per l’ultima volta.

Non che Lorenzo sia spuntato dal nulla. Lui comunque si è presentato in Svizzera con il titolo di Campione Italiano ma, è ovvio, il titolo di Campione del Mondo è tutta un’altra cosa.
Il ciclista di Avegno è scattato negli ultimi 60 chilometri, cercando di sorprendere il Campione in carica Philipsen, che dopo un inseguimento durato 20 chilometri, è riuscito a riacciuffarlo, insieme ad altri tre. Dopo altri 10 chilometri, Philipsen decide che è arrivato il momento di attaccare e comincia a disatanziare tutti tranne l’azzurro. Il Campione evidentemente ha sentito il fiato sul collo di Lorenzo e la pressione probabilmente ha fatto il resto: il danese cade, lasciando il trono iridato all’azzurro che conclude in in 2h57’05”(gara di 127,2 km) davanti all’inglese Grindley e all’olandese Remijn. Per Finn non solo la gioia della maglia iridata ma anche la soddisfazione della “vendetta” sportiva su Seixas, un altro dei favoriti, che al Giro della Lunigiana vinse proprio davanti a Finn.

Scalatore alla Pantani, bravo nella crono, il neo campione del Mondo in realtà aveva cominciato con un altro sport: il calcio e il tennis. Poi succede che un problema al ginocchio lo porta a salire sul sellino della bici ma anche li la strada è davvero in salita; non riesce nemmeno a completare le corse ma in effetti, per sua stessa ammissione non si allenava tanto. Poi il passaggio alla Nuova Ciclistica Arma-Team Ballerini che intuisce il suo potenziale ed i risultati cominciano ad arrivare ma le prime vittorie arrivano con il passaggio alla CPS Professional Team: la Sandrigo-Monte Corno, la cronoscalata Cene-Altino, le Pian Camuno-Montecampione e la Collegno-Sestriere. Le vittorie ovviamente puntano i riflettori sull’azzurro e così prima fa uno stage con la Groupama-FDJ e successivamente, il suo preparatore, John Wakefield gli fa fare un test con l’Auto Eder. Il test va bene e Lorenzo entra nel team e vince subito la Cronoversilia di Lido di Camaiore, la cronosquadre dell’Eroica juniores, la cronosquadre del GP Valli del Soligo e infine i Campionati nazionali juniores sia in linea che a cronometro. Insomma un ciclista purosangue abituato a primeggiare, ecco perchè la sconfitta al Giro della Lunigiana ad opera di Seixas ha bruciato tanto ed ecco perchè la vittoria a Zurigo assume un retrogusto ancor più piacevole. Ora per lui la carriera è ancora tutta da scrivere: si prospettano due anni nella under 23 e poi il professionismo dove chissà, probabilmente un giorno lo vedremo arrivare con i pugni alzati all’arrivo a Parigi. Sognare non costa.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo