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Calcio

Ludopatia o Corona-virus?

In questo periodo imperversa lo scandalo calcio-scommesse ma nessuno si rende conto di un altro male sociale: il giornalismo italiano e Fabrizio Corona

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: profilo Facebook

In questo periodo non si fa altro che parlare di calcio scommesse, di Tonali, di Zaniolo, di Fagioli…e di Corona. In questo aticolo non parlerò delle scommesse, dato che chiunque ha dato il suo parere su questo ennesimo scandalo del calcio ma di un altro scandalo, un’altra ipocrisia che proprio non riesco ad assolvere: il comportamento del giornalismo italiano durante questa “crisi”.

Da quando è apparso Fabrizio Corona a sparare nomi sulla questione scommesse, giornali e televisioni italiane hanno fatto a gara per accaparrarselo. Intendiamoci, non è un problema se la Rai spende 30 mila euro per un ospite, se facesse informazione reale, nella fattispecie nomi realmente implicati nel calcio scommesse. Invece, le accuse contro Zalewsky ed El Sharawy sembrano essere soltanto un ennesimo tentativo da parte di Fabrizio Corona di speculare e di far parlare di sè. Comunque vadano le querele dei giocatori in parola infatti, Corona ha vinto. Fino a quando non si dimostrerà l’innocenza dei giocatori e la diffamazione da parte del pregiudicato, il “nuovo” Fabrizio Corona avrà già ottenuto quello che voleva: attenzione mediatica (Striscia la notizia, Domenica In, persino Nunzia De Girolamo lo ha accolto nella sua trasmissione Avanti popolo), locali esauriti per una sua apparizione (Hop’N Drop di Prato in questi giorni), interviste, ecc. Addirittura ha annunciato che il 15 novembre farà una trasmissione in una piattaforma online (Dillinger News, ndr), all’interno della quale tirerà fuori le prove della colpevolezza dei giocatori indagati e quelli accusati da lui e ci scommettiamo, poi ci farà anche un bel libro su….in definitiva soldi, una vera e propria macchina che produce denaro a scapito della vita altrui. I dubbi ci sono, non solo per i trascorsi del personaggio, non solo per l’effettiva momentanea assenza di prove nei confronti dei giovatori da lui accusati ma anche dal fatto che in questi giorni è apparso un misterioso personaggio che prima si è presentato come fonte delle accuse dell’ex paparazzo (zio di un ex calciatore dell’Inter di Mourinho, amico intimo di Mario Balotelli), poi ha ammesso di essere stato pagato ben 20 mila euro da Corona per fare il nome di Zalewski, poi ha fatto dietro-front dicendo di averlo fatto per aiutare suo nipote e tanti ragazzi dalla dipendenza delle scommesse.

Ma perchè il giornalismo e più in generale i media danno credito ad un tipo come Corona? In fondo si sa che è un tipo senza scrupoli, che si è già macchiato di reati mica male, eppure appena apre bocca tutti si fermano ad ascoltare questo professionista del business della diffamazione. Dietro di lui, o meglio dietro Dillinger News, c’è Andrea Betrò, il cui nome compare in alcuni atti di due anni fa sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta e della camorra nel settore petrolifero. Non certamente un fulgido esempio di giornalismo insomma.

Corona crea notizie e ne fa uno spettacolo. In un paese dove conta più la notorietà che la verità, cosa importa se accusa e rovina la vita delle persone? tanto quando verranno assolti e lui condannato (dopo aver intascato soldi tra libri, interviste, apparizioni nei media e persino nel suo pseudo-blog) riapparirà in Tv a piangere, dicendo che ha pagato per i suoi erori (diceva bene il buon vecchio Mughini che lo accusava di usare la tv per perorare la sua causa) e a fare altri soldi.

Tornando alla domanda che ci ponevamo prima, possiamo dire che Fabrizio Corona ha un indotto anche per le trasmissioni tv. Nunzia De Girolamo, tanto per fare un esempio, nelle precedenti puntate aveva uno share del 3.6%; è ovvio che abbia cercato di fare audience a tutti i costi. D’altra parte la Rai è diventata questo: si caccia un professionista della Tv come Fazio e si fa diventare showgirl una ex politica che di Tv non sa assolutamente nulla. Questa è la Tv di oggi, questo è il servizio pubblico che sovvenzioniamo con le tasse. Dopo lo scandalo scommesse molte persone hanno posto in evidenza la ludopatia come male della società. Certo è una grave malattia che non colpisce solo i calciatori ma tanta altra gente comune, che si è giocata anche la casa. Tuttavia, io credo che il male sociale peggiore sia questo modo di fare giornalismo, questo modo di “reggere il moccio” a gente senza scrupoli che fa notizia sulla pelle degli altri. Certo la dipendenza dal gioco ha un bel nome, accattivante, ossia la ludopatia, questo modo di fare giornalismo invece no. Avrebbe bisogno forse di avere un nome per imprimersi meglio nelle menti del così poco acculturato popolo italiano. Forse, date le vicissitudini recenti, potremmo chiamarlo Corona-virus?

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo