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Taekwondo: Simone Alessio campione del Mondo. “…e dicevano che soffrissi i grandi eventi”

L’azzurro campione europeo in carica non cede neanche un round e sale sul tetto del Mondo. Battuti anche Carl Alan Nickolas e Park Woo-hyeok, il campione uscente

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DI FABRIZIO RESTA

A Baku (Azerbaigian), durante i campionati Mondiali di taekwondo, l’azzurro 23enne Simone Alessio, già campione europeo, si laurea Campione del Mondo battendo il precedente campione in semifinale e Carl Alan Nickolas in finale. Ora è caccia all’oro olimpico

Simone grazie per aver accettato il nostro invito. A dire il vero aspettavo con ansia di farti un’intervista che “vendicasse” i Mondiali del Messico. Cos’è cambiato?

Ciao Fabrizio e buonasera. E’ cambiato che in Messico c’è stato un errore da parte mia a livello di approccio alla gara. Ho approcciato la gara in maniera troppo superficiale, accontentandomi di essere arrivato come primo del ranking e non avendo la fame di voler vincere. Invece in questo mondiale sentivo di averne fallito uno e volevo dimostrare che sono primo del ranking non solo come punteggio ma anche a livello mentale più per me che per tutti gli avversari.

Per te è il secondo titolo iridato assoluto ma l’altra volta, a Manchester, era in una categoria non olimpica. Ora sei salito sull’olimpo. Come ti senti?

Sì, era una categoria non olimpica, però diciamo che la categoria l’ho cambiata subito dopo il Mondiale, nel 2019, quindi è stato a maggio. Io già da giugno 2019 combattevo negli 80, mi ci è c’è voluto un po’ per abituarmi alla categoria, però ormai la sento piena e appunto, mi sento il primo della mia categoria olimpica degli 80 chilogrammi. Mi sento bene, mi sento adesso un po’…in fase di piccolo down dopo il Mondiale, ma subito pronto per il RomaGrandPrix, richiamando tutte le energie fisiche e mentali rimaste.

Hai capito di poter vincere quando hai battuto il campione del mondo in carica, Park Woo-hyeok, oppure non ci hai pensato fino a che non hai battuto Carl Alan Nickolas in finale?

Sicuramente i quarti di finale per me sono stati come una finale ,perché il campione uscente coreano, sempre forte e molto temuto….no, non molto temuto ma nel senso comunque da tener d’occhio. Sono entrato ai quarti di finale con la consapevolezza che fosse una finale, nel senso che insieme all’americano li considero i due atleti più forti della categoria dopo di me e oltre al terzo coreano che ho battuto a Riad. Quindi in realtà non ho pensato di aver vinto subito dopo i quarti, ma solo dopo aver battuto l’americano in finale. Ho detto che ho fatto un bel garone, ho battuto i due più forti e sono molto soddisfatto di quello che ho fatto.

Non hai perso un round durante tutto il torneo, ma con Park Woo-hyeok è stato sicuramente un match difficile (2-2 e 5-3). Lo dimostra l’urlo che hai fatto dopo averlo battuto. Li si che incutevi un po’ paura

Allora sì, sì, sì, è stato un match molto difficile col coreano, perché il fatto di essere atleti di alto livello è che tutti ti studiano, quindi come io ho studiato lui, lui ha studiato me, quindi è stato un incontro molto tattico in cui lui è stato molto bravo a mettermi tre punti del cinque a tre perché il due a due, i suoi due punti sono uno di pugno e uno di ammonizione che ho regalato alla fine perché sapevo di poter vincere anche con quella ammonizione. Invece sul cinque a tre lui è stato molto bravo a mettermi il calcio in testa, mi ha letteralmente rubato il tempo. Ho vinto quell’incontro con la caparbietà, con la voglia di lottare fino alla fine perché ha messo gli ultimi due punti, gli ultimi 2 secondi. Quindi sì, è stato molto difficile e l’urlo era perché, come ho messo in una storia Instagram prima del mondiale avevano detto (in un articolo, ndr) che io avevo la sindrome dei grandi eventi, per cui ho perso le Olimpiadi e il Mondiale. Quindi ho detto non vi sento, non li sento, non sento, non sento. Riferendomi a quell’articolo mi ha dato una carica particolare prima della gara

l’americano Carl Alan Nickolas, per alcuni nel miglior stato di forma, in finale ti ha messo in seria difficoltà. Il primo round è finita 0-0 mentre il secondo l’hai vinto 2-1 per un pelo. Tu hai detto che non sei molto contento della prestazione in finale però è anche vero che hai avuto la priorità nel primo round per maggior numero di calci dati, mentre nel secondo round non solo ti sei portato in vantaggio ma hai saputo gestire il finale con molta lucidità. Cosa ne pensi?

Si l’americano stava in formissima in gara mercoledì, l’americano stava veramente tanto in forma, tant’è che all’egiziano lo ha letteralmente spazzato via. E comunque l’egiziano in questo momento è il secondo del ranking, medaglia di bronzo delle Olimpiadi, medaglia di bronzo del Mondiale Guadalajara, medaglia di bronzo adesso, quindi un grande atleta e lui l’ha completamente spazzato via. E anche con lui……più che averlo studiato ci conosciamo perché è stata la 5.ª volta che abbiamo combattuto contro e quindi tutte e due….tutte e due sappiamo i nostri punti forti. Per fortuna io so più punti forti di lui, o almeno lui sa meno punti deboli di me perché è stato un incontro molto molto tattico anche questo, in cui sapevo di poter prendere pochi punti, infatti ho preso un solo punto di ammonizione perché non gli ho concesso spazio. Comunque l’ho sempre stoppato lui sulla velocità, sulla rapidità, sulla lunghezza è molto bravo, quindi io gli ho concesso spazio e ho avuto la bravura tecnica di fare un calcio, di mettermi col musetto avanti e tenere il risultato poi fino alla fine. Lui è molto molto forte nel senso che, lo ripeto, è un grande atleta. Però a livello tattico e tecnico io mi sento di avere qualche carta in più e sono stato bravo a tirarla fuori al momento giusto.

Ora sei impegnato nel World Taekwondo RomaGrandPrix, uno degli avvenimenti più importanti. L’Italia si presenta con 13 atleti, tu sei il più atteso. senti un po’ di pressione?

No, non sento più pressione del solito, onestamente, nel senso che ho sempre voluto avere la pressione di essere il più forte, di essere il numero uno. Quindi adesso sentirla mi fa dire: l’hai voluto, adesso te la tieni (ride), nel senso non più del solito. La verità? Avere due gare così attaccate di livello come il Mondiale e il Gran Prix…..io prima del mondiale ho detto io do tutto al mondiale, quello che rimane lo metto dentro il Gran Prix….e adesso ovviamente il mondiale è andato bene, quindi le energie mentali forse sono un po’ di più, le energie fisiche da vedere, abbiamo ancora una settimana per fortuna e spero che il pubblico sia così caloroso che possa dare quel qualcosa in più a noi italiani per superare tutti i problemi fisici che abbiamo accumulato durante gli incontri del mondiale. Diamo il massimo, anche se dopo ci sono i giochi europei, però diamo il massimo e vediamo, perché a casa nostra sappiamo di poter di poter contare su un grande pubblico, quindi vogliamo far vogliamo far bene soprattutto per loro, per chi ci viene a guardare parenti, familiari, amici. Quindi non sento pressione ma anzi non vedo l’ora di poter sentire il mio nome risuonare all’interno del Pietrangeli.

Vito Dell’Aquila a Baku è uscito nei quarti per via di un infortunio alla mano destra. Come sta? ce la farà per Roma?

Sì, è uscito ai quarti per un infortunio rimediato…anzi all’incontro precedente, quindi agli ottavi di finale. Lui, nonostante avesse una mano già in pessime condizioni, che poi si è scoperto essere una brutta frattura, lui ha detto no, voglio provare. Ha provato, non ci è riuscito. Quindi onore al coraggio di averci provato, ma ci sono brutte sensazioni per Roma adesso io non lo so ben di preciso, però ci sono poche probabilità che possa gareggiare a Roma.

A parte te e Vito ci sono molti italiani ed italiane che promettono molto ma che non sono ancora “sbocciati”: Natalia D’Angelo, Teodoro Del Vecchio, Dennis Baretta , Cristina Gaspa ed altri ancora. Sboccerà qualcuno a Roma?

Lo spero, lo spero vivamente perché li vivo tutti i giorni. Forse io sono quello che prende più luce solo perché ho un passato forte e sto continuando a portare il risultato, ma tutti quanti fanno gli stessi sacrifici miei, anzi forse alcuni molto di più. Per esempio Dennis Baretta e Teodoro Del Vecchio, loro per scendere nella categoria di peso per il mondiale, hanno tanto faticato, molto più di me. Quindi il risultato ottenuto è molto inferiore al sacrificio fatto. Questo nello sport succede ovviamente. Se fosse così, basterebbe dare il massimo e ottenere il massimo. Non è sempre così, però sappiamo…. io so in primis di avere al mio fianco una squadra molto forte, sia nelle ragazze…con Natalia D’Angelo, Maristella Smiraglia, Cristina Gaspa e anche le nuove leve più giovani, Giada Al Halwani. Se dovessi buttare un pronostico io le mie chips …vorrei auspicare un bel risultato per Giada Al Halwani, Natalia e Maristella (D’Angelo e Smiraglia, ndr). Spero che loro possano ottenere un risultato, che poi possa essere una vittoria, una medaglia di bronzo, però spero che loro possano ottenere i frutti del loro lavoro. A livello maschile rimaniamo in pochi però rimaniamo comunque in cinque. Forza! L’ideale sarebbe che tutti facessero medaglia, ovviamente spero che tutti quanti possano uscire soddisfatti dal quadrato. Sono molto molto realistico perché sappiamo che il livello maschile è più alto di quello femminile, quindi spero che nel femminile possano arrivare i risultati per la grande mole prodotta. Mole di lavoro prodotta non solo da loro ma anche dallo staff tecnico, mentre per noi maschi io spero per loro, per la loro felicità, che possano riuscire ad avere un buon risultato. Però diciamo che la categoria la stiamo difendendo bene per il momento, la categoria maschile.

Ti manca solo l’oro olimpico. Ne vuoi parlare o sei scaramantico?

Questa è una cosa ancora molto molto combattuta dentro di me, nel senso che sì, mi manca l’Olimpico, mi manca….e il ricordo di Tokyo fa….mi fa ancora tremare, onesto, perché ci ho creduto tanto. Però da una parte so anche di aver lavorato poco, per quanto possa essere vincere un oro olimpico, quindi vincere la medaglia più importante dello sport in generale. Per come mi ero promesso di aprire un triennio verso Parigi, che possa portare ad avere…. magari non succederà perché non succederà, ma per come voglio arrivare a quel giorno, io sono molto soddisfatto del mio percorso, perché io ho sempre pensato che per arrivare a vincere l’oro olimpico, negli anni precedenti devi dare il massimo sempre; poi che i risultati vengano meno è un altro discorso. Tu puoi anche vincere sempre e poi a livello Olimpiade perdere perché l’Olimpiade è una gara particolare, una gara a sé. Per fortuna siamo ancora molto distanti da Parigi, quindi il lavoro mentale su Parigi lo sto facendo, nel senso che tutte le esperienze che sto facendo per me sono unicamente dedicate a Parigi. Però per il percorso, anche a livello sportivo, di risultato, di lavoro fisico, mi sento molto soddisfatto di ciò che sto facendo, quindi non saprei che dirti di più. Nel senso : ovviamente quello che desidero, quello che voglio, quello che sogno e l’oro. Però c’è sempre quella cosa di dire: lavora, tu lavora, non ci pensà, in testa mia mi dico: tu lavora, non ci pensare adesso, mancano un anno e 2 mesi, non ci pensa tu lavora e basta. Quindi questa è la mia risposta: lavoro e non ci penso per il momento. Ogni competizione tiro le somme dico sto facendo bene? no. Cosa c’è da cambiare? Sto facendo bene? sembra di sì. Continuiamo, quindi questa è la mia risposta.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo