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World Chase Tag, il nuovo sport che nasce dall’acchiapparello

Intervistiamo Christian Devaux, inventore del nuovo sport che trae le sue origini da un gioco per bambini si sta diffondendo tramite i social.

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Credit foto: profilo Facebook World Chase Tag

DI FABRIZIO RESTA

In Italia (ma non solo in Italia) abbiamo occhi solo per il pallone e ci affacciamo agli altri sport solo in occasione delle Olimpiadi. A volte, tuttavia, accade che uno sport nasca e si diffonda via social, senza che le televisioni ne abbiano mai parlato.

E’ il caso del World Chase Tag, che trova le sue origini da un gioco che abbiamo fatto tutti da bambini: l’acchiapparello ma combinato con il parkour e con gli ostacoli.

Christian Devaux, co-founder del world chase tag spiega: “Ho un figlio molto atletico ma che non ama gli sport convenzionali, così giocavamo ad acchiapparello. Abbiamo introdotto ostacoli, come un sacco da boxe, un cestino, un tavolo un po’ di spazzatura da giardino. Quindi ho pensato che, se avessi potuto applicare solo alcune regole di base come l’elemento del tempo, avrei potuto misurare le prestazioni e usarle come base per un nuovo sport”. Così io e mio figlio abbiamo fondato un gruppetto a Hyde Park. Era inverno e pioveva. All’inizio però non mi soddisfaceva perchè non facevamo altro che scivolare un po’ dappertutto e non era quello che avevo in mente. In quel periodo cominciavano ad aprire a Londra le prime palestre di parkour e ho notato che lì avevano degli ostacoli perfetti allo scopo che mi ero prefissato. Più ostacoli mettevamo in campo, più diventava interessante. Avendo cominciato a giocare in una palestra di parkour, il gioco ha attratto degli atleti così preparati che anche il gioco si è evoluto, creando un ambiente in cui tutti hanno una parte importante nel gioco. Abbiamo assunto i migliori atleti di parkour per fare un evento di prova (se non fosse andato bene ce ne saremmo andati al 100%) e, nel momento in cui i ragazzi del parkour hanno iniziato a fare le loro cose, abbiamo subito capito che poteva sfondare”. La comunità del Parkour era quella ideale per far emergere il world chase, non solo perché richiede agilità e l’efficienza del movimento o per l’idoneità delle loro palestre, ma anche e soprattutto perché è quella maggiormente aperta alle novità e ai nuovi sport.

Si gioca uno contro uno. Si gioca a squadre, composte da cinque o sei atleti, a seconda del torneo, ma il “round” è sempre uno contro uno: uno cerca di scappare e uno cerca di toccarlo o “taggarlo”. All’interno del “campo da gioco” ci sono vari ostacoli. Ogni volta che l'”evasore” riesce a non farsi prendere guadagna un punto. L’atleta che vince rimane come evasore mentre quello che perde viene sostituito da un compagno. Alla fine, la partita la vince la squadra che ha fatto meglio nei 16 inseguimenti. E’ uno sport dove ti puoi sbizzarire facendo salti di tutti i tipi: c’è il cubo inclinato che è uno dei posti più alti, c’è la montagna, grande struttura sul retro con due grandi tavole e una grande tavola piatta sul davanti, la baia di carico e infine il crinale, un muro molto alto. I primi quattro secondi di un inseguimento sono solo l’inseguitore che si avvicina all’evasore. Poi comincia il vero inseguimento tra un ostacolo e l’altro. Entrambi i partecipanti devono ricordare i QI di ogni zona: se un qi è basso non c’è molta protezione, diversamente la protezione è molto alta. E’ un gioco dove, nonostante non hai molto tempo per pensare, devi comunque avere tattica. Devi cercare di individuare dove stai andando e di alzare ulteriormente i fianchi sopra lo spazio su cui atterrererai e poi atterrare sulle punte dei piedi, che è come un must nel parkour, perché se atterri sul bordo, hai qualcosa contro cui spingere, mentre se atterri sui talloni, potresti scivolare. E’ difficile spiegarlo, per questo abbiamo messo un video dimostrativo.

Nonostante le persone si avvicinassero, il vero boom di questo sport è avvenuto (manco a dirlo) grazie ai social, per la precisione youtube. Un semplice video di inseguimento tra due ragazzi ha fatto quasi 2 milioni di visualizzazioni. Ben presto un grandissimo numero di persone hanno cominciato a contattare l’autore del video, chiedendo di cosa si trattasse e di poterlo condividere a scopo divulgativo (cosa che abbiamo fatto anche noi e ringraziamo Christian Devaux per la gentile disponibilità e per averci guidato alla conoscenza di questo sport).

“All’epoca in cui è avvenuto il lockdown” continua Christian “stavamo parlando in modo provvisorio di organizzare un bel po’ di eventi: una sorta di Campionato Europeo, un evento in Arabia Saudita e persino i campionati mondiali in America. Quando poi c’è stato il lockdown, abbiamo capito che non avremmo potuto fare nessuno di questi. Così abbiamo deciso di organizzare un evento nazionale americano, che abbiamo finito per fare in ottobre ad Atlanta”. A causa delle restrizioni nei viaggi internazionali negli ultimi 2 anni, infatti, la WCT ha potuto ospitare solo eventi di campionato nazionale in USA, Regno Unito e Cina. “Siamo entusiasti che nel 2022 torneremo finalmente alla competizione internazionale e ospiteremo il campionato mondiale nell’estate del 2022” conclude Christian.

La WCT sta attualmente organizzando il campionato britannico su You Tube e annuncerà a breve le date per il nostro prossimo evento del campionato mondiale (che sarebbe il primo evento internazionale dal 2019). Per chi fosse curioso vi lasciamo il link del loro canale Youtube: Worldchasetag

Alla fine, al netto di tutto, il senso rimane quello di quando giocavamo da bambini: tu scappi, io cerco di prenderti. È uno sport molto semplice da capire e inoltre è uno dei pochi che tutti nel mondo hanno praticato nella loro vita, indipendentemente dal sesso o dal background culturale. In più, è anche uno dei pochi sport che non richiede alcun equipaggiamento e quindi è anche uno sport “democratico” a cui possono giocare davvero tutti. L’unica cosa che conta è continuare a correre senza farsi prendere.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo