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McGregor vs. Facchinetti: quando lo sport diventa violenza
Conor McGregor picchia Facchinetti ad una festa. L’intervento della sicurezza scongiura il peggio
DI FABRIZIO RESTA
Credit foto: romeroleo license CC BY-NC-SA 2.0
Conor McGregor è stato per anni l’uomo che più ha catalizzato l’interesse per il MMA a livello mondiale ed in particolare nella UFC. Un fighter che indubbiamente ovunque andasse, faceva incassi; e che incassi. Chi non se lo ricorda nel celebre math contro Floyd Mayweather?
Negli ultimi tempi Conor McGregor fa parlare di sè più fuori che dentro al ring. Se fino a qualche anno fa potevano passare per “originalità” le sue abitudini, rivelate dai suoi compagni di allenamento come Daniele Scatizzi, quale ad esempio, di non portarsi nello spogliatoio uno shampoo che puntualmente prendeva agli altri, ultimamente l’irlandese è andato un po’ oltre le sue stravaganze e i suoi trash talking prima dei match. Nel 2019 infatti aveva aggredito un uomo in un pub, tale Desmond Keogh, con un pugno. Il motivo? Il 50enne si era rifiutato di bere il gin di sua produzione offerto dal lottatore a ognuno dei presenti. Più recentemente ha provato ad aggredire il rapper Machine Gun Kelly agli MTV Music Awards che non voleva frsi una foto insieme a lui. E’ notizia nota a tutti, invece, che nei giorni scorsi il fighter irlandese abbia picchiato Francesco Facchinetti, alias Dj Francesco.
Veniamo ai fatti: Conor McGregor era a Roma da qualche giorno, perchè doveva fr battezzare il figlio direttamente dal Papa. La notte tra il 16 e il 17 ottobre, McGregor tiene una festa al St.Regis Hotel, tra i quali partecipanti ci sono Benjii Mscolo e appunto, Francesco Facchinetti. Ad un certo punto senza alcun motivo (almeno questa è la versione del dj) l’irlandese colpisce Facchinetti conun pugno. La ferita al labbro che Facchinetti ha mostrato in tutti i modi su ogni testata, è un’escoriazione sicuramente frutto di un pugno ma chi sale sul ring sa bene che il pugno di un fighter professionista avrebbe creato molto più danni. Non ne parliamo se il pugno appartiene ad uno come Conor McGregor. La sua fortuna, probbilmente è stata l’eccessiva vicinanza all’irlandese. In questo modo l’artista marziale non ha potuto caricare il colpo come si deve. Non sappiamo se sia avvenuto senza alcun motivo come sostiene Facchinetti. Per ora possiamo solo dire che il colpo non è stato sicuramente fortuito, dato che l’irlandese sembrava deciso a continuare a picchiare il dj, fermato solo dal tempestivo intervento della sicurezza.
Detto questo, resta il fatto che quello che è successo non sarebbe dovuto accadere: qualcuno ricordi a McGregor che i fighter professionisti non hanno solo il compito di abbattere gli avversari o di fare incassi ma soprattutto hanno la responsabilità di essere un esempio per gli altri, soprattutto per i ragazzi che devono praticare questo sport per migliorare se stessi, non per scatenare risse in strada. Le MMA sono arti marziali e con le risse non hanno nulla a che fare.
Le arti marziali, infatti, fin dalla loro nascita sono legate a una forte componente spirituale e religiosa, ecco perchè le arti marziali sono molto di più di uno sport da combattimento corpo a corpo. Bruce Lee li definiva filosofia, basata su alcuni comportamenti tra i quali rispetto dell’altra persona, la gentilezza, la sicurezza nell’affrontare le situazioni e soprattutto la regola secondo cui le arti marziali non vanno mai usate al di fuori del luogo di esercizio e pratica, a meno che non sia strettamente necessario per difesa personale. Un interessante saggio sull’argomento è l’opera di Jonathan Gottschall : “Il professore sul ring. Perché gli uomini combattono e a noi piace guardarli”. L’autore scrive questo libro dopo essersi iscritto ad un club di “arti marziali miste”, finendo nella gabbia a combattere. Questa sua esperienza l’ha tradotta in questa opera. Le sue conclusioni sono che più una società mette in mostra la propria violenza in contesti regolati, meno la violenza si fa per strada.
Le persone come McGregor sono spesso perdonate perché fanno incassi ma la verità è che sono un cancro per queste discipline. Non sono le arti marziali violente, e di certo non sono promotrici di violenza. Sono violente tutte quelle persone che le usano in modo improprio andando contro tutte le regole stabilite. Persone che spesso hanno bisogno di un aiuto psicologico. Conor McGregor evidentemente, rientra tra quest’ultime, dato che non è neanche la prima volta che accade e va senz’altro punito. Non è solo per il pugno, né per il fatto di essere recidivo. Qualche riga sopra abbiamo parlato del 50enne da lui picchiato perché si era rifiutato di bere il gin. Sapete com’è finita? Conor ha comprato il pub dove il vecchio andava a bere e l’ha bandito. Non è solo violento, è anche pieno di sé. E’ soprattutto questo che lo rende pericoloso. McGregor va squalificato, arrestato e magari curato. La squalifica non sarà una grande cosa per lui perché l’irlandese è a fine carriera ma è importante lasciare un messaggio di intransigenza verso coloro che denigrano questo sport. Concludiamo con una piccola nota polemica: è un peccato che gli sport da combattimento non trovino mai molto spazio nei giornali (il nostro fa eccezione ovviamente) quando si tratta di competizioni di tipo sportivo, mentre riempiono i titoli dei giornli quando succedono queste cose.
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