Calcio
Michele Salomone: “Solo un suicidio collettivo potrà evitare la promozione”
Il giornalista sportivo analizza per noi l’inizio del campionato del Bari
DI FABRIZIO RESTA
Credit foto: per gentile concessione di Michele Salomone
Michele Salomone, prima di tutto grazie di aver accettato la nostra intervista. Il Bari quest’anno sembra partito con un’altra testa. Ti aspettavi un avvio così importante? Cos’è cambiato rispetto all’anno scorso?
Grazie a voi per ospitarmi. Sinceramente un avvio così brillante non me lo aspettavo per la semplice ragione che a poche ore dalla chiusura del calcio mercato la società aveva ancora tante lacune da colmare relativamente all’organico. E’ stato bravo il direttore sportivo Ciro Polito e di questo è giusto dargliene atto. Pensavo, erroneamente, che fosse necessario più tempo per imporsi. E invece sono arrivati 17 punti grazie a cinque vittorie e due pareggi. Chi ben comincia…..
Il Bari ha vinto contro il Monopoli, è cominciata la fuga? Questo Bari ce la può fare?
Anche se nell’ultimo segmento di gara il Bari ha vinto con merito il derby col Monopoli. Certo è stato meno brillante di altre volte, anche per la disposizione dei monopolitani, ma a differenza degli avversari ha sempre cercato di costruire ed alla fine è stato giustamente premiato. Credo che tutti i segnali che arrivano dal campionato e dal campo, vadano nella direzione di farci ritenere che sia l’anno giusto. Solo un suicidio collettivo potrà evitare la promozione.
Il Monopoli è una squadra che sta facendo bene e il Bari lo ha battuto dominando il gioco, mettendo ben 3 attaccanti.
Il Monopoli ha giocato una onesta partita, ha pensato soprattutto a non far giocare il Bari coprendo bene tutti gli spazi. Per il secondo anno consecutivo ha perso a causa di un grossolano errore del portiere. Sia nella stagione scorsa che in questa, il Monopoli ha schierato un under nel ruolo delicato di portiere e ha pagato cari i loro errori. In porta metterei sempre un portiere di esperienza, ma capisco le esigenze di far cassa attraverso i cosiddetti minutaggi. Esigenza che il Bari per fortuna non ha.
Raffaele Pucino (8 campionati di B e 1 di A) ha giocato qualche minuto con Catania, Picerno e Paganese, poi due da titolari con Messina e Monopoli. Il Bari quest’anno non ha titolari fissi ma tutti si ritrovano in campo come se giocassero da sempre.
Quando c’è un progetto di gioco credibile chiunque si cimenti fa una buona figura. A maggior ragione se si ha carisma ed esperienza come nel caso di Pucino. In effetti Polito ha garantito a Michele Mignani due calciatori per ruolo e quindi, a parte Frattali, Maita e D’Errico, credo
che nessun altro abbia il posto garantito.
Il prossimo turno è un altro Big match. Il Turris viene da 3 vittorie di file. A cosa dovrà fare attenzione il Bari?
La Turris non solo è seconda in classifica (sia pure in condominio con Monopoli e Virtus Francavilla), ma ha il miglior attacco del campionato con 14 gol realizzati. E tre dei suoi quattro successi li ha ottenuti fuori casa, Foggia compresa. Zeman, di solito molto parco nei
complimenti, ha espresso grandi elogi per la gara dei corallini allo Zaccheria. Davanti ha gente navigata con grande confidenza col gol: sto parlando di Santaniello e Longo cui si è aggiunto il barese Vito Leonetti, uno dei tanti giovani costretti ad emigrare. Leonetti fu ceduto nel 2016 al Lumezzane.
Il Consiglio federale ha approvato all’unanimità il divieto di partecipazione societaria in più di un club professionistico. La decisione sulle multiproprietà colpisce anche la gestione dei De Laurentiis, a cavallo tra Napoli e Bari: in questo caso si è deciso di dare tempo per la dismissione fino all’inizio della stagione 2024/2025. Quale sarà il destino del Bari?
Difficile dire oggi a quale destino societario il Bari andrà incontro. Anzitutto, in caso di doppia promozione consecutiva dalla C alla A, il problema della multiproprietà potrebbe porsi anche prima e cioè nel 2023. Saremmo tutto felicissimi, compresi i De Laurentiis che potrebbero cedere la società biancorossa a condizioni vantaggiosissime considerando che l’hanno rilevata dalle mani del Sindaco Decaro con zero debiti a zero euro. In tutta onestà non penso che la famiglia del cinema possa liberarsi del Napoli che fattura dai 500 ai 700 milioni all’anno. Certo, è uno scenario possibile, ma difficilmente percorribile. Intanto cerchiamo di andare in serie B. Al 2024 mancano tre anni.
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