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Paraolimpiadi: “E’ una Puglia che vola”

Intervistiamo il delegato della città metropolitana di Bari del Comitato Italiano Paralimpico, Gianni Romito

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: gentile concessione di Gianni Romito

Ciao Gianni, ti chiedo subito come ti sei ritrovato sulla sedia a rotelle?

Ho subito un incidente stradale nel 1982 e ho avuto una lesione midollare. Da allora sono paraplegico.

Come ti sei avvicinato allo sport da diversamente abile?

Allo sport mi sono avvicinato sin da subito, sin dal 1984. Ho cofondato una squadra di basket in carrozzina, anche grazie all’aiuto del padre di un altro ragazzo paraplegico, il prof. Luigi Savino, che mi ha inserito nel gruppo. Poi è arrivata l’esperienza nel cip, Comitato Italiano paraolimpico, di cui sono delegato della Città Metropolitana di Bari dall’anno scorso. Da oggi (sabato scorso, ndr.) sono Presidente dell’Associazione sportiva Hbari 2003, squadra di basket in carrozzina impegnata nel campionato di serie B. Siamo promotori dello sport con attività psicomotricità per ragazzi con disabilità intellettiva mentale, che è l’unica in Italia. In pratica, mettiamo insieme persone con la sindrome di Down, autistici e altre patologie intellettive. Tutto questo grazie al basket.

Pensi che lo sport possa aiutare un bambino o un adolescente ad avere relazioni migliori al di fuori dell’ambito della sua squadra, o a proporsi diversamente?

Lo sport mi ha aiutato a superare tutte le fasi, specie quella psicologica. Quella fase, del passaggio da normodotato a diversamente abile, ovviamente è la più delicata ed avvicinarsi al mondo sportivo per me è stata un’ancora di salvezza. Lo consiglio caldamente perché lo sport è il più importante strumento di aiuto psicofisico e sociale che ti permette di reagire al momento di sconforto e a vivere meglio, da protagonisti.

Con quale bilancio torna da Tokyo la nostra rappresentativa?

Bilancio positivo sia per l’Italia ma soprattutto per la Puglia perché abbiamo conquistato due medaglie d’oro, ma non dimentichiamoci anche quelle d’argento di Luca Mazzone e Vittoria Bianco. Non possiamo che essere orgogliosi di questi ragazzi che stanno ottenendo questi risultati importanti. Al di là delle medaglie, la vittoria più grande è il messaggio importante di comunicazione che è stato fatto dal Cip, la possibilità di guardare le gare sulla rai. Dare la giusta importanza alle paraolimpiadi è anch’essa inclusione sociale e questo lo dobbiamo in gran parte al Presidente nazionale Luca Pancalli ed al Presidente regionale Pino Pinto. La Puglia è così diventata campione olimpica nello sport e nella sensibilità. E’ una Puglia che vola.

Per una persona diversamente abile del sud Italia quanto è difficile avvicinarsi allo sport? A chi si può rivolgere e cosa manca perché si sviluppino le possibilità di praticarlo?

Tutti i centri di riabilitazione hanno un settore che si associa allo sport. Abbiamo difficoltà solo in Puglia ad avere centri di unità spinale o di riabilitazione. Comunque in tutte le province pugliesi è possibile rivolgersi al comitato paraolimpico o nel relativo sito dove si possono trovare i riferimenti. Sicuramente ciò che manca è la piena accessibilità delle strutture sportive e dei servizi anche per i diversamente abili, ma, al di là di questo, quello che realmente serve è la motivazione.

I diversamente abili possono fare sport solo tra loro o anche con i normodotati?

Ci sono degli sport dove hai bisogno del normodotato anche per trovare una guida, come ad esempio succede nel ciclismo, dove i non vedenti fanno sport insieme ai normodotati. Altre discipline sono esclusivamente svolte da persone diversamente abili.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo