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Calcio

Italia: non è tutto azzurro quel che luccica

L’Austria rivela la nostra unica debolezza: quella psicologica

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: Pagina ufficiale FIGC delle Nazionali di Calcio, dei Tifosi Azzurri e della Community di Vivo Azzurro

L’Italia batte l’Austria e vola ai quarti di finale degli Europei. Alla vigilia ci si attendeva una partita difficile, con l’Austria barricata in difesa e l’Italia che doveva cercare di superare il muro avversario. Tuttavia, considerando il bel gioco visto finora si era fiduciosi di una vittoria che sarebbe arrivata prima o poi. Alla vigilia sembrava una cosa scontata ma la partita ha detto un’altra cosa.

Nel primo tempo l’Italia ha più possesso di palla e più tiri fatti ma non sono attacchi pericolosi. Berardi inesistente, Immobile che gioca sempre con generosità ma che non riesce a farsi spazio nelle rigide marcature e nel pressing forsennato degli avversari, salvo in un’occasione vanificata dal palo. L’unico a salvarsi è Spinazzola e in parte Di Lorenzo. L’ Austria non solo non è rimasta a guardare gli azzurri, ma ha addirittura dominato la partita nel secondo tempo con l’Italia che non riusciva più a trovare il bandolo della matassa. Anzi, l’Austria è riuscita persino a trovare il gol, un bel gol, che il destino benevolo ha voluto fosse annullato per un ginocchio di un centimetro più in avanti della difesa azzurra. Mancini corre ai ripari togliendo Verratti e Barella, sostituendoli con Locatelli e Pessina che danno una scossa e infatti producono il primo tiro azzurro nella ripresa. Dopo è la volta di Chiesa e Belotti al posto di Berardi e Immobile. Il var ci salva ancora, trovando ancora un fuorigioco negando agli austriaci un rigore che altrimenti sarebbe stato sacrosanto. A dirla tutta, senza quei fuorigioco millimetrici ora ai quarti ci sarebbe l’Austria, perché fino alla fine del secondo tempo c’era solo una squadra in campo, quella con la maglietta bianca.  

Durante i tempi supplementari, L’Italia si è un po’ svegliata ma ben lontano dal dominare il gioco. Di fronte avevano una squadra vistosamente stanca ma che giocava ancora a tutto campo. Chiesa però fa una delle sue giocate più belle: controllo di testa, tocco di piede a spiazzare il suo marcatore e bellissimo tiro che si insacca nella rete avversaria. L’ Austria accusa il colpo e Pessina allo scadere del primo tempo supplementare raddoppia. Sembra finita, ci sono 15 minuti da giocare con due gol di scarto, basta controllare il possesso della palla e il gioco e fatto…e invece no. L’ Austria combatte con tutte le sue forze, recupera più palloni e il pressing è ancora più asfissiante. L’Italia è in bambola e l’Austria confeziona un bellissimo gol. il primo che l’Italia subisce in questi Europei. Sei minuti di agonia ma alla fine l’Italia passa.

Ora nessuno vuole passare dall’esaltazione alla critica, la squadra resta un’ottima squadra e anzi, la capacità di fare 2 gol contro una squadra che stava sicuramente giocando meglio la dice tutta e ci rende fiduciosi. Anche il fatto che i gol provengano dalle riserve ce la dice tutta sugli azzurri: la squadra c’è e chi sta in panchina non ha davvero nulla da invidiare a chi gioca e lo dimostra appena può. Ci sta anche soffrire in un ottavo di finale degli Europei. Quello che resta la vera nota stonata della serata è la questione psicologica: nel secondo tempo gli azzurri sembravano intimiditi dall’irruenza avversaria ed è strano perché è normale che facciano la “partita della vita”. Forse sarebbe bene ricordare che ci saranno altre squadre che lotteranno con il coltello fra i denti e che avranno ben altri centravanti che il pur generoso Arnautovic (Lukaku o Mbappè giusto per guardare ai prossimi possibili avversari). Soprattutto non va la leggerezza del secondo tempo supplementare. Bisognava gestire la palla, tecnicamente i centrocampisti italiani sono sicuramente in grado di farlo. Giusto ricordare che il gol di Kalajdzaic non entrerebbe più riprovandolo diverse volte ma il fatto è che l’Austria non doveva arrivare al tiro: era stanca per aver corso a tutto campo per 114 minuti, erano in uno stato psicologicamente difficile dati i due gol di svantaggio, probabilmente si poteva e si doveva fare di più, almeno nell’ultimo tempo supplementare. Certi errori con avversari più attrezzati si pagano. Speriamo che sia stata una partita utile per capire la vera debolezza vista per ora dagli azzurri: quella psicologica.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo