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Il Passaggio all’Università nelle Regioni Italiane

Mediamente il valore del passaggio all’università è cresciuto di un ammontare pari a 1,76%.

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Mediamente il valore del passaggio all’università è cresciuto di un ammontare pari a 1,76%.

L’Istat BES calcola il valore del passaggio all’università. La variabile passaggio all’università è definita come la percentuale dei neo-diplomati che si iscrivono per la prima volta all’università nello stesso anno in cui hanno conseguito il diploma di scuola secondaria superiore. I dati sono disponibili dal 2013 al 2018. I dati della Valle d’Aosta per il 2016 e 2017 sono stati stimati come media degli esercizi precedenti in quanto missing nell’original database. Il valore del Trentino è stato armonizzato con il valore della provincia autonoma di Trento.

Ranking delle regioni per passaggio all’università nel 2018. L’Abruzzo è al primo posto per valore del passaggio all’università con un ammontare pari a 57,70, seguito dal Molise con un ammontare di 56,30 e dalle Marche con un valore pari a 56,10 unità. A metà classifica vi sono il Piemonte con un ammontare di 52,90, seguito dalla Basilicata con un valore di 52,50 unità e dal Friuli-Venezia Giulia con un valore pari a 51,90. Chiudono la classifica la Puglia con un valore pari a 48,30, la Sicilia con un ammontare pari a 43,80 e la Campania con un valore pari a 43,70 unità. In media il valore del passaggio all’università nel 2018 è stato pari ad un ammontare di 51,93%.

Ranking delle regioni per valore percentuale del passaggio all’università tra il 2014 ed il 2018. L’Umbria è al primo posto con un valore pari ad un ammontare di 8,71% pari ad un ammontare di 4,40 unità, seguita dalla Sardegna con un valore percentuale pari a 8,68% pari ad un ammontare di 4,00 unità, e dalle Marche con un valore pari a 5,65% pari ad un ammontare di 3,00 unità. A metà classifica vi sono il Friuli-Venezia Giulia con un ammontare pari a 1,17% pari ad un ammontare di 0,60 unità, seguito dall’Emilia Romagna con un valore pari a 0,75% pari ad un ammontare di 0,40 unità e dalla Liguria con un valore pari a 0,54% pari ad un ammontare di 0,30 unità. Chiudono la classifica la Calabria con un ammontare pari a -2,00% pari ad un ammontare di -1,00 unità, seguita dalla Campania con un valore pari a -2,02% pari ad un ammontare di -0,90 unità, seguita dalla Valle d’Aosta con un valore pari a -4,56% pari ad un ammontare di -2,40 unità. Mediamente, per le regioni italiane il valore percentuale del passaggio all’università è cresciuto di un ammontare pari a 1,76%.

Macro-regioni italiane. Il passaggio all’università è aumentato complessivamente in Italia tra il ì2014 ed il 2018 di un ammontare pari a 0,70 unità pari ad un valore di 1,41%. Tuttavia, nell’interno delle varie macro-regioni italiane l’andamento del passaggio all’università è stato altalenante. Nel Nord Italia il passaggio all’università è diminuito del 0,38% tra il 2014 ed il 2018 per un valore pari ad un ammontare di -0,20 unità. Nel Centro Italia il passaggio all’università è aumentato complessivamente di un ammontare pari ad un valore di 3,67% pari ad un ammontare di 1,90 unità. Nel Mezzogiorno il valore del passaggio all’università è cresciuto di un valore pari a 1,30% pari ad un ammontare di 0,60 unità. Complessivamente il valore del passaggio all’università nel Centro è cresciuto più del Mezzogiorno e del Nord.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means con il coefficiente Silhouette. Di seguito viene analizzata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Sono individuati due clusters ovvero:

  • Cluster 1: Calabria, Veneto, Valle d’Aosta, Molise, Trentino Alto Adige, Basilicata, Abruzzo, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Liguria, Marche, Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte;
  • Cluster 2: Campania, Sicilia, Puglia, Sardegna.

Dal punto di vista del valore mediano è possibile verificare che il valore del Cluster 1-C1 è pari ad un ammontare di 53,25% mentre il valore mediano del Cluster 2-C2 è pari ad un ammontare di 46,05%. Ne deriva il seguente ordinamento ovvero: C1=53,25>C2=46,05. Dal punto di vista geografico risulta una contrapposizione tra Nord e Sud con alcune regioni meridionali che hanno dei valori convergenti con il Nord ovvero la Basilicata e la Calabria.

Network Analysis con la distanza di Manhattan. Di seguito viene realizzata una network analysis con la distanza di Manhattan. Vengono individuate due strutture a network delle quali una è complessa e l’altra è semplificata. Esiste una struttura a network complessa composta da Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia. In modo particolare risulta che:

  • L’Emilia-Romagna ha una connessione con il Piemonte per un valore pari a 0,22 unità;
  • Il Piemonte ha una connessione con l’Emilia-Romagna con un valore pari a 0,22 unità, e con il Lazio pari ad un ammontare di 0,32;
  • Il Lazio ha una connessione con il Piemonte per un valore pari a 0,32 unità e con la Toscana per un valore pari a 0,37 unità;
  • La Toscana ha una connessione con il Lazio pari ad un ammontare di 0,37 unità, con il Trentino-Alto Adige per un valore pari a 0,36 unità, e con il Friuli-Venezia Giulia con un valore pari a 0,26 unità;
  • Il Friuli-Venezia Giulia è connesso con la Toscana per un valore pari a 0,26;
  • Il Trentino-Alto Adige ha una connessione con la Toscana per un valore pari a 0,36 unità.

Inoltre esiste una relazione semplificata tra la Lombardia e le Marche con un valore pari a 0,3 unità.

Conclusioni. Il passaggio all’università è cresciuto in tutte le macro-regioni italiane con eccezione del Nord Italia. Tuttavia esiste una contrapposizione evidente tra Nord e Sud Italia in termini di passaggio all’università. Occorre considerare però che nell’analisi proposta vi sono comunque dei limiti. Innanzitutto la serie storica disponibile si ferma al 2018. In secondo luogo l’indicatore prende in considerazione soltanto gli studenti che si iscrivono all’università nello stesso anno in cui hanno conseguito il diploma superiore. Vuol dire che vi sono persone che si iscrivono all’università magari successivamente al conseguimento del diploma superiore che quindi non vengono ricompresi nell’indicatore proposto. Inoltre occorre considerare che il covid 19 potrebbe avere avuto un ruolo controverso nell’andamento dell’indicatore. Infatti il covid 19 è stato associato ad un crescita dell’abbandono scolastico e ad una riduzione della fiducia nei sistemi della formazione e dell’istruzione superiore. Infine occorre considerare anche che molti studenti scelgono di iscriversi agli ITS piuttosto che all’università. Ed allora occorrerebbe modificare tale indicatore per ricomprendere anche gli ITS insieme con le università. Tuttavia in media la metà dei diplomati si iscrive all’università. Una percentuale che certamente potrebbe crescere in media soprattutto considerando l’orientamento dell’Italia all’economia della conoscenza che richiede la produttività di una forza lavoro che sia preparata con titoli di studio universitari e titoli professionali acquisiti nella tertiary education.

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Professor of Risk Management at University of Bari Aldo Moro.