Mettiti in comunicazione con noi

Società

Strage di Ardea, troppe armi in Italia?

Tre vite stroncate da Andrea Pignani. Un folle armato. Così possiamo riassumere la strage di Ardea. Due bambini, Daniel e David, barbaramente uccisi. Ucciso anche Salvatore Ranieri, che aveva tentato di difenderli. L’assassino aveva già avuto comportamenti violenti. Deteneva, illegalmente, la pistola che era appartenuta al padre. Morto nel novembre del 2020. Non ci sono dubbi. Qualcosa, più di qualcosa, non ha funzionato.

Pubblicato

su

Credit foto Lyle58 licenza CC BY-NC 2.0

Credit foto Lyle58 licenza CC BY-NC 2.0

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Tre vite stroncate da Andrea Pignani. Un folle armato. Così possiamo riassumere la strage di Ardea. Due bambini, Daniel e David,  barbaramente uccisi. Ucciso anche Salvatore Ranieri,  che aveva tentato di difenderli. L’assassino aveva già avuto comportamenti violenti. Deteneva, illegalmente, la pistola che era appartenuta al padre. Morto nel novembre del 2020. Non ci sono dubbi. Qualcosa, più di qualcosa, non ha funzionato. Andrea Pignani aveva aggredito la madre. Aveva minacciato, più volte, i vicini di casa con la pistola. Eppure non era in cura per problemi mentali. Nessuna misura di prevenzione.  Era in possesso di una pistola che non doveva avere. La madre e la sorella che vivevano con lui, non segnalano ai carabinieri la scomparsa della pistola. Ora resta la solita domanda. Si poteva evitare? Sicuramente il sistema ha fallito. La burocrazia italiana continua ancora ad essere a comparti stagni. Per logica, l’ufficio anagrafe competente avrebbe dovuto avvisare i carabinieri della morte del padre di Andrea Pignani. I carabinieri avrebbero provveduto a prelevare la pistola. Invece no.  La nostra normativa non lo prevede. L’anagrafe comunale è tenuta ad avvisare l’Inps se muore un pensionato ma non se muore una persona che detiene armi. La cosa è priva di senso. Ogni Comune dovrebbe avere l’elenco delle persone che possiedono armi. Dopo quanto successo ad Ardea, forse questa lacuna sarà colmata.

Ovviamente è scoppiata la polemica sulle troppe armi in Italia. Una premessa è doverosa.  Andrea Pignani possedeva illegalmente la pistola. Giusto ripeterlo. Sul possesso di armi in Italia, lo scontro è stato sempre profondamente ideologico. Pericolosi e fanatici per alcuni. Virtuosi cittadini per altri. La questione è troppo delicata per risolverla con degli slogan. In Italia, nel 2018, si contavano oltre 8 milioni di armi registrate. Un numero basso se paragonato, per esempio, a Francia e Germania. Comunque un numero importante. In Italia le leggi in materia sono severe. Anche se le criticità non mancano.  La politica ha affrontato la questione sempre in maniera troppo propagandistica. «Vietiamo le armi». « No, armiamo tutti».  Il cittadino ha il diritto di difendersi? Certo ci sono le Forze dell’Ordine, ma non possono essere ovunque. L’Italia ha sempre avuto una normativa ed una giurisprudenza molto equilibrata in materia.  Nonostante i tanti tentativi di certa politica di rendere il nostro Paese simile agli Stati Uniti in materia di armi. Liberalizzare o proibire, non risolvono il problema. Se qualcuno cerca di aggredirmi, devo potermi difendere.  Per farlo, però, non basta fare degli esami medici e comprare una pistola. Formazione e costante controllo sono fondamentali.  Chiunque possiede un’arma dovrebbe essere sottoposto ad addestramento, periodico e obbligatorio, curato da appartenenti alle Forze dell’Ordine.  Il cittadino armato deve essere considerato ausiliario e non sostituto delle Forze dell’Ordine. La cultura della legittima difesa dovrebbe entrare nelle scuole. Non insegnando ai ragazzi e alle ragazze a sparare ma ad adottare le giuste misure per proteggere se stessi e gli altri. L’uso delle armi deve essere sempre l’extrema ratio. Ecco perché è necessaria la prevenzione. Segnalare subito alle Forze dell’Ordine comportamenti violenti. Segnalare ai Servizi Sociali situazioni di disagio psicologico. Non fare finta di nulla quando si sentono urla nella casa del vicino o quando si vedono movimenti strani nel quartiere.  Dare piena attuazione alla legge Basaglia, invece di boicottarla.

Sono morte tre persone che non dovevano morire. Si poteva evitare. Si doveva evitare. Ci sono tanti altri Andrea Pignani. Abbiamo ancora tempo per fermarli. Abbiamo l’obbligo di fermarli.