Società
Sviluppo infantile, Unicef e Oms lanciano l’allarme
di FLAVIO DIOGRANDE
Da tempo ormai ci si interroga su quali sforzi stia compiendo l’uomo per realizzare un modello di sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle prossime generazioni di realizzare i propri. Quale futuro stiamo costruendo per i più piccoli? Questione complessa, alla quale tenta di dare una risposta, seppur necessariamente parziale, il nuovo rapporto realizzato da Unicef, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e Lancet, rivista scientifica inglese di ambito medico.
Secondo il report dal titolo “A Future for the World’s Children?”, inquinamento, cambiamenti climatici, obesità e overdose di marketing sono i principali fattori che «minacciano da vicino la salute e il futuro di ogni bambino e adolescente nel mondo». La ricerca, affidata ad una commissione di 40 esperti, analizza la situazione di 180 Paesi, basandosi su alcuni indicatori di benessere dei più piccoli, quali salute, istruzione e nutrizione, in relazione agli indici di sostenibilità ambientale ed economica. Dai numeri raccolti emerge un quadro estremamente preoccupante: «Si stima – si legge nel documento – che circa 250 milioni di bambini sotto i 5 anni nei paesi a medio e basso reddito rischino di non raggiungere il loro potenziale di sviluppo, secondo misurazioni indicative sulla malnutrizione cronica e la povertà. Ma è ancor più preoccupante che ogni bambino nel mondo affronti attualmente minacce per la sua vita, a causa del cambiamento climatico e delle pressioni commerciali». Gli autori della ricerca non si limitano a constatare la gravità del momento, ma auspicano la nascita di un movimento globale destinato a proteggere i più piccoli, elencando una serie di passi fondamentali per salvaguardare il futuro delle generazioni che verranno, tra cui lo stop alle emissioni di anidride carbonica con la massima urgenza, la volontà di incorporare la voce dei bambini nelle decisioni politiche e un rafforzamento della regolamentazione nazionale del marketing commerciale dannoso. Proprio quest’ultimo punto riveste particolare importanza nel contrasto all’obesità infantile, causata anche da una pubblicità aggressiva per alcuni prodotti e divenuta nel tempo un grosso problema, come confermano i dati della ricerca, secondo cui il numero di bambini e adolescenti obesi nel mondo è passato dagli 11 milioni del 1975 ai 124 milioni del 2016, con un aumento di 11 volte in circa 40 anni. «Nonostante la salute dei bambini e degli adolescenti sia migliorata negli ultimi 20 anni, i progressi si sono fermati e sono destinati a tornare indietro», ha affermato Helen Clark, ex primo Ministro della Nuova Zelanda e copresidente della Commissione, mentre Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, sottolinea che “questo rapporto mostra che i decision makers del mondo stanno deludendo, troppo spesso, i bambini e i giovani di oggi: non proteggono la loro salute, i loro diritti, il loro pianeta”.
Per quanto riguarda il Belpaese, si stimano circa 2 milioni e 130 mila bambini e adolescenti obesi, o in eccesso di peso, pari al 25,2% della popolazione tra i 3 ed i 17 anni. Per la Coldiretti, ad incidere «sono le abitudini a tavola all’interno dei nuclei familiari con il preoccupante abbandono in Italia dei principi della dieta mediterranea. Nel 2019 gli italiani nel carrello della spesa hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura che scendono nel 2019 a circa a 8,5 miliardi di chili, in diminuzione del 3% rispetto all’anno precedente, con effetti sulla salute e sulla qualità della vita». 26esima su 180 paesi per l’indice di sopravvivenza e del benessere dei più piccoli, l’Italia garantisce a bambini e adolescenti una qualità di vita relativamente buona, ma non si preoccupa sufficientemente del loro futuro, dato che per quanto concerne le emissioni di anidride carbonica pro-capite si colloca al 134esimo posto: «I bambini di oggi – afferma il presidente dell’Unicef Italia Francesco Samengo – affrontano un futuro incerto. I cambiamenti climatici, il degrado ecologico, gli sfollamenti, il marketing aggressivo, i conflitti e le disuguaglianze persistenti minacciano la salute e il futuro dei bambini ovunque, anche nel nostro Paese».
Le eccessive emissioni di anidride carbonica, che provengono in gran parte dai Paesi ricchi, minacciano non solo il futuro, ma anche il presente dei bambini di tutto il mondo, come avverte Sunita Narain, direttore generale del Centro per la scienza e l’ambiente di Nuova Delhi: «Da un lato, i bambini sono quelli che erediteranno questo pianeta, ma è anche vero che la loro salute oggi è a grave rischio a causa del degrado ambientale». Analizzando i dati globali, emerge che Norvegia, Repubblica di Corea, Paesi Bassi, Francia, Irlanda sono particolarmente attente alle condizioni dei bambini, mentre i bambini in Repubblica Centrafricana, Ciad, Somalia, Niger e Mali sono purtroppo destinati ad affrontare condizioni di vita peggiori. Stati Uniti, Australia e Arabia Saudita sono tra i paesi con i dati peggiori per quanto riguarda le emissioni di CO2 pro-capite.
(fonte: http://www.donnainsalute.it/)