Società
Venti di antisemitismo a Mondovì
di ROSA MANNETTA
I venti di antisemitismo percorrono il nostro Paese
Pochi giorni fa, è successo un episodio raccapricciante: a Mondovì qualcuno ha scritto una frase antisemita sulla porta di casa di A. Rolfi, figlio di una donna sopravvissuta ai campi di sterminio, Lidia Beccaria Rolfi. Torniamo agli anni della seconda guerra mondiale: Lidia Beccaria Rolfi fu staffetta partigiana e fu deportata al campo di concentramento di Ravensbruk per la sua attività politica e morì nel 1996, a 71 anni. A Mondovì, una via, è dedicata a lei. Il figlio racconta: “Mia madre non era ebrea. Era una maestrina di montagna finita suo malgrado nell’orrore di un campo di concentramento”. Giovedì 23 gennaio Aldo Rolfi aveva pubblicato un articolo su sua madre, su un giornale locale, la “Provincia Granda”. In questo articolo aveva scritto: “L’emergenza odio è colossale, palpabile in tutti i campi. La mente torna a notti buie e vergognose della nostra Storia recente”. Il giorno dopo ha trovato sulla porta di casa sua una stella di David e la scritta “Juden hier”; una scritta che ricorda quelle che venivano fatte sulle porte per segnalare la presenza di ebrei, ai nazisti, durante i rastrellamenti. La ministra della scuola L. Azzolina ha detto: “Con questo episodio a mio avviso, si è superato il limite. Mi aspetto che la condanna sia unanime perché il vero pericolo è l’indifferenza. Bisogna schierarsi sempre senza esitazione. La scuola italiana è da sempre scudo contro manifestazioni di odio e discriminazione. E continuerà ad esserlo”. L’argomento è molto forte. Lo propongo nel solito bar Maracuja, dove tutti hanno l’opportunità di dire la propria. Maria Rosa afferma: “Mi ha colpito questa notizia. Ho letto che a Mondovì, decine di persone hanno partecipato a un presidio di solidarietà davanti alla casa con la scritta. A questa iniziativa vi erano anche i membri dell’Anpi provinciale e locale. Non è possibile che ci sia tanto odio razziale. Siamo diventati razzisti, in questo Paese. Ma perché? Io non so il motivo”. Le risponde Claudio: “Ogni volta che si ricordi il Giorno della Memoria o il 25 Aprile, esistono sempre delle reazioni controverse da parte dei revisionisti e dei negazionisti. Non deve accadere”. A tale proposito ritengo che questa scritta rappresenti un gesto di pessimo gusto. In che senso? E’ come negare l’Olocausto. E dopo l’orrore dei campi di sterminio, si doveva impedire questa nuova ondata di nazionalismi. Oggi il tema dell’immigrazione spaventa tutti noi, ma non deve diventare una tendenza all’odio. In Europa saremo Paesi multiculturali e multirazziali. Emilio Praga scriveva: “Come sei bella, o luna…”. Ci illuminerà la luna?