Editoriale
Al di là di Sangiuliano
di Lavinia Orlando
Fagocitati dalla vicenda “Sangiuliano – Boccia”, si tende a porre in second’ordine accadimenti altrettanto – forse anche più – importanti dell’affaire che ha portato alle dimissioni da Ministro dell’ex Direttore del Tg2.
Il governo Meloni è un esecutivo inequivocabilmente di destra, natura che viene quotidianamente ricordata da provvedimenti, dichiarazioni e decisioni che, pur impattando pesantemente sulle nostre vite, non hanno il giusto rilievo.
Si pensi ad una delle polemiche che ha caratterizzato l’estate appena trascorsa: la modifica della legge n. 91 del 1992 sulla cittadinanza. Nonostante le aperture sul tema a più riprese esplicitate da Forza Italia, alla prova dei fatti il partito fondato da Silvio Berlusconi si è ritirato sulle posizioni della maggioranza di cui fa parte. Gli emendamenti proposti dalla minoranza, che andavano nel senso di facilitare l’acquisto della cittadinanza da parte dei figli di genitori stranieri all’esito di un percorso scolastico più o meno lungo, sono stati bocciati anche da Forza Italia, che, tuttavia, ha precisato di essere al lavoro su di un progetto per assurdo molto simile ad alcuni dei punti bocciati.
Come al solito, la vita reale viene totalmente subordinata alle beghe politiche di chi ci governa, non tenendo conto del fondamentale apporto, anche economico, che gli immigrati assicurano al nostro Paese. Una situazione paradossale, se solo si pensi ai tanti discendenti di italiani emigrati all’estero anche più di un secolo fa, che mai hanno messo piedi nel nostro Paese e che non conoscono neanche una parola italiana, ma che si vedono riconosciuta la cittadinanza per il solo, magari anche lontano, rapporto di parentela. Un’assurdità che andrebbe sanata al più presto, anche e soprattutto tenendo conto del fatto che la cittadinanza italiana è, per tanti nostri connazionali, solo il mezzo per ottenere la cittadinanza europea, con tutti i benefici a ciò connessi.
È, tuttavia, difficile che si possa ambire ad un esito differente con una maggioranza come quella attuale, che non si smentisce sulla sua autentica natura neanche con riferimento alle possibili scelte fiscali.
Sebbene le vicende personali dei leader della destra vadano in senso contrario, i proclami volti a prediligere la famiglia – tradizionale – con possibilmente tanti figli, sembrano concretizzarsi in un provvedimento ora allo studio del Ministero dell’Economia. Si tratterebbe di un incremento delle detrazioni a favore di chi ha più di un figlio, quasi un premio, come misura volta a favorire la natalità, che è tra i principali obiettivi dell’attuale esecutivo. Va da sé che, non disponendo lo Stato di risorse illimitate, la copertura di tale misura andrebbe inevitabilmente a sfavore di chi figli non ha, una sorta di tassa sul celibato di mussoliniana memoria, che ci riporta indietro, perlomeno ideologicamente, di oltre un secolo.
In attesa di scoprire le determinazioni finali, restano le dichiarazioni che, talvolta, pesano quanto i provvedimenti – se non di più. Si pensi alla vicenda dell’imprenditrice borseggiata che, dopo il furto, ha pensato bene di investire l’autore del reato ed ucciderlo. Le immagini, immortalate da telecamere di sorveglianza, non possono che provocare sdegno stante la violenza con la quale la donna si è scagliata contro l’uomo, schiacciandolo ripetutamente con l’auto, come fosse un verme da uccidere senza alcun rimorso.
Reazioni del genere non sarebbero ammesse neanche se ai giorni nostri vigesse la legge del taglione – per palese assenza di proporzionalità – figurarsi in uno Stato che garantisce anche al più temibile dei rei confessi i tre gradi di giudizio. Ciò nonostante, il sempre presente – sui social – vice Premier Salvini non ha perso l’ennesima occasione per evitare una brutta figura ed ha, neanche poi così velatamente, giustificato il terribile gesto della donna, poiché, testualmente, “se l’uomo che ha perso la vita non fosse stato un delinquente, non sarebbe finita così”.
Del resto, la teoria secondo la quale sarebbe la persona offesa a rendersi artefice del reato subito non è nuova alla destra – basti pensare alle dichiarazioni in merito ai migranti che perdono la vita in mare o nel deserto e che, secondo autorevoli esponenti di governo, andrebbero deliberatamente incontro alla morte, come se l’abbondono della terra di origine fosse determinato da un puro capriccio.
Sul trattamento riservato ai migranti da Salvini, tuttavia, viste le recenti vicende, sarà necessario assicurare un capitolo a parte.
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