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Editoriale

Gli sciacalli

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Credit foto https://amp.today.it/politica/sharon-verzeni-salvini-origini-nordafricane.html

di Lavinia Orlando

Si riporta, di seguito, la definizione di sciacallo, così come presente nell’edizione on line dell’”Enciclopedia Treccani”: “Persona che approfitta delle altrui sventure per rubare”.

Adattato in ambito politico, tale sostantivo potrebbe attagliarsi davvero a tanti esponenti, del passato ma anche attuali, essendo i nostri rappresentanti estremamente abili nell’arte dello sfruttamento di una situazione tragica per ottenere un proprio tornaconto, politico – e non solo.

Tra i più celeri nell’esercizio della nobile arte di cui si discorre spicca indubbiamente il vice Premier Matteo Salvini, che, soprattutto in seguito all’avvento dei social, ha sempre dimostrato particolare prontezza nell’agganciarsi a questioni di stretta attualità, sovente drammatiche, sottolineando determinati punti e cancellandone di altri, di modo da addurre sempre più ragioni a sostegno delle sue tesi.

Così, la presunta soluzione dell’omicidio di Sharon Verzeni ha rappresentato il nuovo terreno su cui il Segretario della Lega ha mostrato i muscoli, tentando di fornire nuova vita al vecchio argomento di punta del partito: la lotta contro l’immigrazione.

Ogniqualvolta un fatto di cronaca nera veda come possibile autore un soggetto di cittadinanza o di origini straniere, Salvini è pronto con la solita cantilena antimigranti.

“Sono proprio questi i nuovi italiani che vogliamo?”, è la domanda più frequentemente posta all’attenzione del potenziale elettore, con ciò dando per scontato che chiunque abbia un legame con l’estero – africano o asiatico – possa essere un potenziale delinquente.

Legare una fattispecie di reato alla nazionalità dell’autore è quanto di più razzista possa farsi e diventa ancora più un atto di sciacallaggio nel momento in cui il presunto colpevole abbia cittadinanza italiana, ma sia di origine africana, e tali origini vengano sottolineate fino allo sfinimento, tra l’altro agganciandole alla polemica sulla possibile introduzione nel nostro Paese dello ius scholae.

Non si tratta di nulla di nuovo. In luogo di disquisire delle problematiche connesse alla salute mentale ed alla mancata prontezza dimostrata dai servizi pubblici competenti nel prendere in carico tali questioni, un Ministro della Repubblica ed i suoi colleghi di partito creno ad arte problematiche inesistenti, nella speranza di risvegliare il proprio elettorato o, ancora di più, di riconquistare i tanti che, nel corso degli ultimi anni, hanno preferito esprimere preferenza in favore di Fratelli d’Italia.

Così, approfittando di una terribile disgrazia, Salvini e sodali si sono avventati sulla preda incuranti delle possibili conseguenze, a partire dall’aggravio di sofferenze in danno della famiglia della vittima, per giungere al rallentamento del complesso processo di integrazione degli stranieri nel nostro Paese.

Qualcuno dovrebbe rammentare al vice Premier di occuparsi delle materie a lui attribuite in seguito alla nomina a Ministro della Repubblica. Non pare che infrastrutture e trasporti in Italia godano di splendida salute e meriterebbero, per tale ragione, la presenza al vertice del Dicastero di un politico serio.  

E non di un aspirante influencer, acchiappalike e voti, a tradimento.

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