Editoriale
Botte da orbi
di Lavinia Orlando
Un dato tra i tanti desumibili dall’esito delle recenti elezioni europee non sembra essere stato compreso da chi di dovere. Si tratta della bassa affluenza alle urne, che, nel nostro Paese, non ha raggiunto il 50% degli aventi diritto.
Ed è un vero peccato che i destinatari di tale dato – chi fa politica – sembrino totalmente indifferenti a tale situazione. Se così non fosse, infatti, i nostri alti rappresentanti avrebbero di certo evitato di trasformare la Camera dei deputati in un ring tipico dei bassifondi di una qualsivoglia metropoli.
Per quanto l’argomento in discussione nella seduta in cui si è scatenato l’inferno fosse campale per le sorti del nostro Paese, niente e nessuno può giustificare quanto capitato lo scorso 12 giugno.
Un deputato del Movimento Cinque Stelle si avvicina al Ministro Calderoli con la bandiera tricolore tra le mani, nel tentativo di porgergliela. I commessi lo bloccano e lo allontanano. Nel mentre, si avvicinano altri deputati di fazione opposta, con uno in particolare (della Lega) che inizia a tirare pugni e colpisce il primo, che finisce fuori dall’Aula sulla sedia a rotelle, accompagnato da un assistente parlamentare, anche lui alquanto malconcio, oltre che da gesti palesemente richiamanti il fascismo provenienti sempre dai banchi della maggioranza.
A corollario di questa straordinaria rappresentazione di correttezza e sobrietà, l’Ufficio di Presidenza della Camera, con l’essenziale contributo degli immancabili Italia Viva e + Europa, ha pensato bene di sanzionare con la sospensione tutti i partecipanti alla maxi rissa, ad iniziare dall’onorevole pentastellato malmenato, consegnando al Paese l’idea di una Camera incapace di distinguere tra aggressore ed aggredito.
Tanto è accaduto in una seduta in cui si discuteva di autonomia differenziata, ossia del disegno di legge “c.d. Calderoli”, di attuazione dell’art. 116 della Costituzione, che reca le modalità legislative ed amministrative attraverso le quali tutte le Regioni a statuto ordinario possono richiedere l’attribuzione di maggiori competenze in materie campali, tra cui salute ed ambiente. Il rischio è chiaramente quello di creare due o più Italie, ciascuna con maggiori o minori capacità di assicurare servizi essenziali, e la conseguente messa a rischio dell’unitarietà nazionale.
Ecco spiegata la ragione del tentativo di consegna della bandiera italiana da parte del deputato pentastellato al Ministro Calderoli. Ciò che non si comprende è la reazione della maggioranza. C’è chi ha avuto il coraggio di definirla come una risposta alle provocazioni delle minoranze, ree di aver intonato, in Aula, “Bella ciao”, circostanza che, secondo il Vicesegretario leghista Crippa, “sarebbe più grave che esaltare la X Mas”, perché “Bella Ciao” richiama il Comunismo che ha fatto dei morti”.
In questa rappresentazione al contrario della realtà e della storia non resta che prendere atto della situazione, non meravigliandosi più della disaffezione degli italiani alla politica e, soprattutto, ai politici. L’auspicio che chi ci rappresenta sia migliore di noi rappresentati continua ad essere un lontano miraggio.
Così proseguendo, sarà difficile immaginare che gli elettori astenuti ritornino alle urne.
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