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Editoriale

SERVE UN RINNOVATO ANTIFASCISMO

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Di Pierdomenico Corte Ruggiero

La nuova legislatura è iniziata. Con l’elezione dei Presidenti di Camera e Senato. Ignazio Benito Maria La Russa di Fratelli d’Italia e Lorenzo Fontana della Lega.

La Russa è legato alla storia del Movimento Sociale Italiano. Alla destra estrema. A casa conserva busti del duce e altri cimeli fascisti.

Lorenzo Fontana è un cattolico integralista. Contrario all’aborto, all’eutanasia, ai matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Figure istituzionali divisive. Ha fatto sicuramente impressione il passaggio di consegne tra Liliana Segre e Ignazio La Russa.

Certamente questa è la democrazia. Chi vince le elezioni ha la maggioranza. Non è questo il problema. Il vero problema è l’uso dei diritti civili come terreno di scontro. Ci sono problemi sociali ed economici gravissimi da risolvere. Invece la legislatura inizia con dei no. No ai diritti civili.

Tutti i partiti politici hanno usato i diritti civili per fare propaganda. Diritti che andrebbero semplicemente garantiti senza farne materia di scontro.

La vittoria di Giorgia Meloni, l’elezione di La Russa e Fontana, sono un chiaro messaggio. Certificano il fallimento del Partito Democratico e della sinistra. Dimostra soprattutto la necessità di un rinnovato antifascismo.

Non basta coltivare solo la memoria di fatti accaduti oltre settant’anni fa. Non bastano manifestazioni e cerimonie. L’antifascismo non era solo lotta armata per cacciare i nazifascisti. Era soprattutto il progetto di una nuova Italia. Democratica e basata sulla giustizia sociale. La nostra Repubblica è fondata sul lavoro perché il lavoro garantisce giustizia e dignità sociale.

Sandro Pertini, incarnazione piena dell’antifascismo, aveva lanciato l’allarme. La libertà senza giustizia sociale è una libertà vuota e fragile. Non è stato ascoltato.

Giustizia e dignità sociale significano lavoro dignitoso in condizione di sicurezza; sanità efficiente e gratuita; un valido sistema scolastico; pensioni dignitose; un valido aiuto per i disoccupati; giustizia celere ed efficiente.

Su questi punti il Partito Democratico e la sinistra hanno fallito. L’unica proposta innovativa è stato il reddito di cittadinanza. Realizzato dal Movimento Cinque Stelle, che infatti ha raccolto molti voti di elettori di sinistra delusi.

Il Partito Democratico ha usato l’antifascismo come foglia di fico per nascondere i propri errori. “Votate noi, che loro sono fascisti”. Un grave errore. Molti italiani ignorano, in maniera vergognosa, cosa è successo in Via Tasso a Roma o addirittura ignorano i fatti della Fosse Ardeatine. Vedono il fascismo come una cosa vecchia, roba da filmati in bianco e nero. Non considerano il fascismo pericoloso.

Il fascismo, in ogni sua forma, è soprattutto mancanza di giustizia sociale. Si fonda sulla negazione di ogni progresso sociale alle classi meno fortunate. Il fascismo venne generosamente finanziato da industriali e grossi proprietari terrieri. Il fascismo è nato sfruttando disoccupazione, crisi economica e sociale. Non esiste oggi il pericolo di una dittatura, Berlusconi e la Meloni già litigano. Esiste il pericolo di un passo indietro sul tema della giustizia sociale.

I governi di centrodestra hanno sempre portato ad una diminuzione di risorse per la sanità pubblica, a condoni fiscali, alla diminuzione della tassazione sui redditi più alti.  Al tentativo di condizionare la magistratura.

Il Partito Democratico e la sinistra a tutto ciò rispondono ancora usando unicamente l’antifascismo. Senza preparare un vero progetto di rinascita basato su una piena giustizia sociale.

Essere antifascisti oggi significa dare piena e puntuale attuazione alla Prima parte della Costituzione.  Dando ascolto a Sandro Pertini.

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