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Politica

La resa della civiltà

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di MARIO GIANFRATE

Lo smantellamento dello Stato sociale – iniziato con i governi berlusconiani alla cui linea si sono poi adattati quelli a conduzione renziana e leghista-pentastellata – non solo ha prodotto la gravissima incapacità di far fronte con maggiore serenità alle emergenze sanitarie – nella fattispecie con l’abbattimento della sanità pubblica in favore di quella privata sulla quale, come i fatti dimostrano, è quasi impossibile far leva – ma ha, altresì, fatto venir meno quell’idem sentire, che agisce da collante di una società, il senso della responsabilità e della solidarietà, che oggi si mostra in tutta la sua crudezza.


La devastazione morale che ha caratterizzato gli ultimi trent’anni della vita politica, economica e sociale del Paese, ha sostituito a quei valori che costituiscono i principi fondamentali non solo della Costituzione ma, soprattutto, del vivere civile, la corsa sfrenata al successo, all’accaparramento di spazi di potere e, in una parola, ad affermare un insano egoismo che ignora le esigenze e le regole a tutela della collettività per badare solo a se stessi.

E, in un tumulto vertiginoso di sciacallaggi e di campagne d’odio di sciagurati e incolti politicanti ma, anche, di fronte a comportamenti irresponsabili di quello che, forse, non è più un popolo, di pennivendole tuttologhe e ignoranti, di palesi mistificatori della verità, siamo oggi a registrare, senza perifrasi e con estrema chiarezza, che la barbarie ha sopraffatto la civiltà.