Oasi Culturale
Salario minimo, soluzione o vicolo cieco?
Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo. Oggi chiariamo il dibattito sul salario minimo di queste ultime settimane.
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di Alessandro Andrea Argeri
Stranamente, nonostante le temperature record al sud in netto contrasto con le grandinate al nord, il cambiamento climatico non è il tema centrale della politica italiana. Pur di non affrontare la complicata questione ambientale l’establishment ha dovuto ripiegare su un altro tema prima considerato tabù: il salario minimo. Il movimento 5 stelle lo propone dal 2013, tuttavia fino ad ora non è mai stato approvato per i no delle varie amministrazioni Pd in questi dieci anni. Insomma, sul grande ritardo italiano rispetto alla civiltà la destra di Fratelli d’Italia c’entra poco non fosse altro perché non ha mai governato prima d’ora.
Stranamente ora l’opposizione è unita, in Parlamento è arrivata una proposta legislativa, il governo si è detto disposto ad aprire un confronto, però mancano i numeri. Approvare un salario minimo significherebbe aumentare il costo del lavoro per le imprese, a meno di controbilanciare con una riduzione del cuneo fiscale. Inoltre, aumentare il potere d’acquisto delle famiglie potrebbe aiutare solo nel brevissimo periodo, mentre al lungo andare contribuirebbe ad aumentare l’inflazione in mancanza di un calmieramento dei prezzi dei beni di consumo, quelli su cui si basa il grosso dell’economia. Per riassumere, la misura è necessaria, ma il rischio è quello di finire in un circolo vizioso, come accaduto con la famosa “scala mobile” durante Prima Repubblica. Qual è la vostra opinione?
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